E’ uscito Naviganti e sognatori per Abeat Records, il primo disco del prestigioso trio formato da Falomi, Turchet e Trabucco e con special guest Daniele Di Bonaventura al bandoneon. Un lavoro dalle atmosfere oniriche, nel quale l’ascoltatore viaggia tra composizioni inedite e reinterpretazioni. Ecco la nostra intervista ai tre protagonisti.
Ciao e benvenuti a Falomi, Turchet e Trabucco, grazie per la chiacchierata. Il 14 ottobre scorso è uscito Naviganti e sognatori, il vostro primo disco insieme. Partiamo dal titolo: chi sono questi naviganti e sognatori?
Ciao, grazie a voi! Gli attori presenti in “Naviganti e Sognatori” sono innanzitutto tre musicisti che, con la volontà di lasciarsi alle spalle preconcetti e sovrastrutture, hanno cercato di ricreare in musica i sogni, le speranze, la malinconia e l’entusiasmo di “naviganti” abbandonati alla ricerca ed alla scoperta di nuove rotte, attraverso un Mediterraneo, qui immaginario, fatto di vita e canti, crogiuolo universale di esperienze e scambi millenari che non toglie, ma da solo infinite e nuove opportunità. Questo “navigar sognando” passa attraverso la chitarra del genovese Luca Falomi, le percussioni del veneziano/partenopeo Max Trabucco ed il contrabbasso del friul-veneto giuliano Alessandro Turchet. Tre musicisti certo, ma ora compagni di un viaggio che è solo all’inizio e che, speriamo, ci porti ad addentrarci sempre di più in nuove sonorità e realtà culturali.
In questo disco alternate composizioni originali a riletture di classici della tradizione ligure, venete, friulana e napoletana. In generale: come è nato questo lavoro e, in particolare, la tracklist?
Grazie all’opportunità dataci dal Festival “Sile Jazz” ed al suo Direttore Artistico, Alessandro Fedrigo, nel luglio 2020 ci esibimmo in un concerto che, a grandi linee, ci diede l’opportunità di delineare il suono che come trio, forse ancora inconsapevolmente, stavamo cercando. Da qui la volontà di portare idee melodiche, arrangiate a più mani, che hanno dato vita agli inediti contenuti nel disco.
“Terra e Mare” il brano di Max che da il benvenuto all’ascoltatore evocando il tema cardine del nostro lavoro, questo “viaggio onirico” che, sempre presente, si modifica a seconda della navigazione attraverso onde sonore e sensazioni. Segue “Rotte Mediterranee”, brano a quattro mani di Max e Luca che esemplifica la poetica tutta Mediterranea da noi cercata ed impreziosita dal bandoneon di Daniele di Bonaventura. “Le Vie del Mondo” di Max è sicuramente il brano più onirico che ci porta verso sud, alle terre Berbere lambite dal nostro mare. “La Tredicesima Ora” di Luca, anch’essa impreziosita dalla presenza di Daniele, dimostra quella cantabilità che contraddistingue la scrittura musicale del nostro popolo, brano molto riflessivo, nato durante il periodo di isolamento forzato del lockdown del 2020. Ed infine “Naviganti e Sognatori” di Luca, una sorta di Bossa Nova a descrivere i momenti di calma e di piacevole brezza lungo il viaggio.
Questa ricerca sonora ci ha portato ad arrangiare brani della nostra tradizione regionale: “Lanterna de Zena” antico canto di mare genovese dedicato alla Lanterna, il faro portuale, che da qualunque parte la si guardi mostrerà sempre i tre lati; “La Nova Gelosia” canzone classica napoletana resa celebre dalla magnifica interpretazione di Murolo, qui arrangiata per chitarra baritona, contrabbasso ed udu; “Voi che son DosStelis” tradizionalecarnico-friulana, una ballata semplice ma dal dolce tema; e “Nina d’Amor me Consumo” canzone veneziana, qui presente in una versione etno-prog.
Cosa vi ha maggiormente influenzato in fase creativa?
Certamente quello che può essere definito come etno-jazz o world music è stato il nostro principale affluente. Ognuno di noi, portando la propria esperienza lavorativa e musicale, tramite ascolti e suggerimenti ha cercato di indirizzare la ricerca verso suoni che, certamente, hanno una matrice popolare ed etnica, ma che, attraverso il jazz e le esperienze legate alla musica moderna e classica contemporanea, si sono “contaminati” (ovviamente in positivo) con le armonie del ‘900. Abbiamo cercato di mantenere alla base un suono acustico, dato dalla natura intrinseca degli strumenti stessi e dalla varietà dei loro colori e timbri, anche questa scelta ha influenzato la creazione dei brani e degli arrangiamenti.
Il bandoneon di Daniele di Bonaventura è l’ospite speciale di “Naviganti e sognatori”. Perché proprio questo strumento?
In fase di arrangiamento e pre-produzione, ci siamo ritrovati ad immaginare il suono di un altro strumento, che potesse amalgamarsi con il sound che stava prendendo forma e sostanza. Da qui l’idea di coinvolgere Daniele, un musicista attento e sensibile che, da subito, ha capito la direzione del trio e si è inserito con quella musicalità che lo contraddistingue. Dalla prima magica nota riprodotta dal suono del Bandoneon i brani hanno respirato nuova aria, come le vele gonfiate dal vento. Daniele ha impreziosito il nostro lavora donandoci la sua arte e ci ha arricchito umanamente.
Parlando di bandoneon, vogliamo citare Astor Piazzolla, del quale ricorre il centenario dalla nascita. Anche lui “navigante”, tra Sud America e Italia, e sicuramente sognatore. Che rapporto avete con la sua musica?
È vero se si parla di Bandoneon è difficile non pensare ad Astor Piazzolla, ma è la cantabilità dei suoi temi ela ricerca delle atmosfere che forse ci ha influenzato di più. Il suo assoluto lirismo va oltre la timbrica degli strumenti, tanto che le sue composizioni sono state cantate, suonate, arrangiate da migliaia di musicisti con strumenti, i più diversi tra loro. Fa parte del nostro repertorio da concerto il brano “Oblivion” ormai reale patrimonio dell’umanità, a nostro avviso.
Come sarà questo disco dal vivo? Che tipo di show avete pensate di portare sul palco?
Dal vivo presenteremo, oltre ai brani del nostro disco, originali contenuti in altre produzioni discografiche che per suono ed intenzione bene si adattano alla nostra sonorità, composizioni di autori quali Piazzolla e Gismonti ed altri brani legati alla tradizione delle nostre tre regioni di provenienza. Ovviamente la scaletta è pensata per ricreare al meglio l’idea del viaggio e quindi, salutandovi, ci auguriamo di vedervi al nostro prossimo concerto!
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