INTERVISTA | Federica Basile: una voce italiana nei mitici The Swingles

Se c’è un luogo che pacifica l’anima, quel luogo è rintracciabile nelle armonizzazioni vocali degli Swingles, gruppo di sole voci a cappella nato nel 1962, quelli della sigla di Super Quark. Nei quasi sessant’anni di attività, l’ensemble ha cambiato più volte i componenti, pur mantenendo intatta la propria identità musicale, fatta di voci perfette e incastri armonici di estrema difficoltà tecnica. Nel 2018, per la prima volta, una cantante italiana è entrata a far parte di questo mitico gruppo come primo soprano, Federica Basile. Un orgoglio veneto e nazionale che abbiamo il piacere di presentare al pubblico di Blog della Musica

Federica Basile in concerto con i The Swingles.

Federica Basile in concerto con i The Swingles. Photo credit: Minjung Kim

Federica Basile nasce a Camposampiero (Pd) nel 1988. La passione per la musica e il canto nascono con lei, infatti a soli 4 anni è finalista allo Zecchino d’Oro. Nel 2014 si laurea in Lingue Orientali presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e nel 2017 si diploma col massimo dei voti presso l’Accademia del Musical di Castrocaro, sotto la direzione artistica e didattica di Fabiola Ricci. Nello stesso anno, viene scelta per il ruolo di Pia de’ Tolomei nell’Opera Musical “Divina Commedia”, regia di Andrea Ortis. Nell’Aprile 2018, diventa il soprano primo del rinomato gruppo vocale inglese The Swingles (già Swingle Singers), vincitore di 5 Grammy Awards. Federica Basile si trasferisce a Londra e realizza il sogno di girare il mondo, esibendosi dagli Stati Uniti al Giappone, dal Canada all’Australia. Scrive, arrangia ed è orgogliosa di essere il primo membro italiano nella storia del gruppo, conosciuto al pubblico Italiano per l’esecuzione dell’Aria sulla Quarta Corda nella sigla di Super Quark.

Federica, benvenuta sul Blog della Musica, è un vero piacere ospitarti tra le nostre pagine. Iniziamo con la più classica delle domande: com’è nato il tuo rapporto con la musica?
Il mio rapporto con la musica è nato probabilmente prima ancora che mi rendessi conto di essere al mondo. Mia mamma mi raccontava che quando ero all’asilo cantavo sempre, così decise di iscrivermi allo Zecchino d’Oro. A soli 4 anni, nel 1992, partecipai alla 35° edizione del Festival, con una canzone di Beretta e Suligoj dal titolo “Maddalena la Balena”. Quindi, per me la musica è sempre stata, e rimane tuttora una cosa molto istintiva.

Hai seguito un percorso di studi classici o hai scelto una strada alternativa?
Ho iniziato a studiare musica solo a 25 anni, dopo essermi laureata in Lingue Orientali all’Università Ca’ Foscari di Venezia, semplicemente perché non pensavo che il canto potesse essere la mia professione. Non frequentavo l’ambiente musicale, i miei genitori non sono musicisti, quindi non hanno conoscenze in quell’ambito e io non sono mai stata interessata alla discografia. Poi, ho avuto la fortuna di incontrare la mia insegnante di canto, e tuttora lo è, Fabiola Ricci, con cui mi sono diplomata all’Accademia del Musical di Castrocaro, che è scuola teatrale. Quindi, mi sono innamorata del musical anglosassone e sono stata una delle protagoniste del musical “Divina Commedia”, con cui sono stata in tournée nel 2018 e nel 2020, finché il COVID non ha bloccato tutto.

Come e quando hai conosciuto la musica degli Swingles e, soprattutto, come sei arrivata a loro?
Nel 2018, alla fine della tournée con il musical “Divina Commedia”, trovai su Internet il bando di audizione per i The Swingles, che io conoscevo grazie alla mia coach, cui tra l’altro consigliai di iscriversi in prima persona, ma lei volle che fossi io a propormi. Quando vidi i loro video su Youtube, pensai: “Io non potrò mai riuscire a far parte di questo gruppo. Sono troppo preparati, troppo bravi, e non ho esperienze di canto a cappella”. Fortunatamente mi sbagliavo. Il mio orecchio musicale e la preparazione che mi ha dato l’Accademia mi hanno aiutato tanto. Così, dopo qualche mese, mi ritrovai a far parte di questa formazione che conoscevo solo di nome.

Le audizioni sono avvenute a Londra?
Le audizioni sono state tre, in totale. Le prime due via mail: nella prima ho inviato dei video, per la seconda ho ricevuto dei brani scelti da loro, di cui ho poi dovuto rimandare la linea del soprano registrata da me. La terza audizione, infine, l’ho fatta a Londra, in uno studio. L’audizione consisteva nell’imparare dieci brani a memoria, sia del repertorio classico che di quello attuale, ed eseguirli, ovviamente, nel miglior modo possibile.

The Swingles

The Swingles. Photo credit: Nedim Nazerali

Spiegaci come funziona l’organizzazione degli Swingles. Chi ha la proprietà del nome e come avviene il ricambio dei componenti.
Finchè il fondatore, Ward Swingle, è stato in vita, i diritti del nome appartenevano a lui, dopo la sua morte, sono passati al gruppo. Quindi, noi abbiamo l’autorizzazione del fondatore per continuare a usare il nome Swingle, anche perché lui ci teneva molto affinché il gruppo non si sciogliesse. I membri sono cambiati nel corso del tempo. Curiosità: Io sono la Swingle numero 84 della storia e in totale ora siamo 86, ovviamente dal 1962 a oggi. Il ricambio dei membri può avvenire perché uno dei componenti decide di cambiare strada o magari perché dopo tanti anni di intensa attività e tour mondiali è semplicemente stanco e vuole passare ad una vita più tranquilla, senza più viaggi costanti e fastidiosi jet-leg.  A questo punto, il gruppo indice un bando internazionale di audizioni e sceglie il nuovo membro, in totale autonomia. Il gruppo è autogestito e noi siamo i soli responsabili delle nostre scelte. Condizione imprescindibile è quella di trasferirsi a Londra. Io sognavo da ragazza di cantare in giro per il mondo e di andare a vivere in quella città, per cui sono stata molto felice di essere entrata nel gruppo anche per questo motivo, ho realizzato un piccolo sogno.

Per quale motivo il gruppo decise di portare l’organico da otto a sette componenti, rinunciando a una voce femminile?
Quando Lucy Potterton lasciò il gruppo nel 2011, fu indetto il bando di audizione, ma non fu trovato un membro adeguato e decisero, con il benestare del fondatore Ward Swingle, che si poteva fare a meno dell’ottava voce e continuarono con una formazione a sette.

Nel vostro ultimo, bellissimo lavoro: Snapshots Vol. II, avete riproposto il classicissimo Air on the G String di Bach, incluso nel primo, storico disco degli Swingle Singers Jazz Sebastian Bach. Per quale motivo questa scelta?
Gli Swingles sono un gruppo estremamente modellabile, ma che allo stesso tempo mantiene una forte identità e non vuole dimenticare le proprie origini. Quindi, nei concerti non abbandoniamo mai del tutto i nostri classici, quelli che definiscono gli Swingles e li caratterizzano fin dall’inizio. Riproponiamo quasi sempre qualche pezzo di Bach e altri di musica classica, perché noi crediamo che mantenere questi brani in repertorio sia necessario e perché non passano mai di moda.

Dato il particolare periodo storico in cui viviamo e poiché gli Swingles risiedono a Londra, come avete registrato il nuovo album e come tenete vivo lo spirito di gruppo?
A Marzo 2020 ho deciso di ritornare in Italia, altri del gruppo si sono temporaneamente stabiliti fuori Londra, ma abbiamo deciso di attrezzarci con i mezzi tecnici necessari per poter continuare l’attività da casa. Ci siamo armati di tutto il necessario per registrare e ci sentiamo una volta alla settimana per programmare il programmabile. Quello che accomuna tutti noi è la voglia di continuare a fare musica e di portare avanti il nome Swingles come marchio di bellezza e unicità. Quindi, lavorando da casa e grazie all’aiuto dei nostri sostenitori iscritti alla nostra pagina sulla piattaforma www.patreon.com, siamo riusciti ad arrangiare, scrivere, registrare e pubblicare un album nuovo in 10 mesi. Ciascuno registra la propria traccia da casa, poi si manda tutto all’ingegnere del suono che si occupa del mix. L’album è uscito a febbraio e si chiama “Snapshots Vol. II”. Ogni canzone ha il proprio video rintracciabile su Youtube o sul nostro sito www.theswingles.co.uk. Ora stiamo scrivendo degli inediti per un altro disco che uscirà a fine anno.

Blog della Musica è un magazine senza confini geografici, ma i suoi certificati di nascita e di residenza ci dicono che è veneto. Tu sei di Padova. Che rapporto hai con le tue radici venete e padovane?
Ho un rapporto intenso con le mie radici. Viaggiando in tutti e cinque i continenti, mi sono resa conto che casa è casa. Quindi, quando sono a Padova mi sento a casa, come in nessun’altra parte del mondo. Il problema è che in questo paese vivere di musica senza arrancare è difficile, quindi quello che faccio a Londra non potrei farlo qui, anche se la nostra attività concertistica si svolge soprattutto nel resto d’Europa e del mondo. Purtroppo, non so se per un problema culturale o per mancanza di fondi o cos’altro, qui da noi non è possibile vivere una realtà del genere. Eppure, in Italia sono state scritte le musiche più belle del mondo e ora chissà perché la strada è cambiata, ma non per me.

Federica Basile in concerto con gli Swingles

Federica Basile in concerto con gli Swingles

Siamo nel mese della “Festa della Donna” e tu sei una artista che lascia un segno come prima cantante italiana in uno dei gruppi a cappella più famosi di sempre. Com’è stata, finora, la tua esperienza di donna nel panorama musicale nazionale e internazionale.
Non ho mai percepito alcun tipo di discrimine, né quando lavoravo in Italia né quando sono entrata negli Swingles. Tuttavia, credo che ci sia bisogno di una maggiore presenza femminile a livello di composizione più che di interpretazione. C’è bisogno nel mondo di donne come musiciste e autrici di musica. Donne, scrivete, componete e fatevi sentire!

Che musica ascolti e quali sono le cantanti che ami di più?
Non ascolto un solo genere musicale, ma vado a periodi. Mi piace il rock, il grunge, il metal, ma ci sono momenti in cui amo il repertorio classico e altri in cui seguo la dance e il pop americano. Però, quando mi fisso con un artista o un pezzo, non ascolto altro per mesi. Anche per le interpreti femminili non ho un solo punto di riferimento. Tra i 22 e i 27 anni, ascoltavo prevalentemente Joss Stone e altre cantanti soul e R’n’B, poi ho iniziato a studiare musical e mi sono avvicinata molto a quel tipo di interpreti. La mia musa ispiratrice è Sierra Boggess, performer di musical di Broadway, che ho studiato tanto durante i miei anni in accademia. Ascolto anche Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan e le cantanti classiche del jazz, amo la musica black e sono una fan di Beyoncé. Insomma, non mi cristallizzo su un solo tipo di musica, ma ascolto cose nuove e mi interesso di generi e di interpreti diversi.

Quali sono i tuoi progetti nel futuro prossimo?
Nei miei progetti c’è il nuovo disco con gli Swingles e, quando il mondo lo consentirà, spero di ritornare a Londra e di riprendere la vita che avevo iniziato da pochissimo. Per ora, cerco di sfruttare al massimo il tempo che devo necessariamente passare in casa, ma vorrei tornare a girare il mondo, fare concerti, cantare e riprendere la vita di prima. Questi sono i miei progetti per i prossimi anni, poi in seguito chissà? Per il momento, Swingles Swingles Swingles, poi scrivere e tornare a esibirmi live con il mio gruppo.

Grazie per la tua disponibilità. Oltre che nella voce, sei solare anche nel tuo essere donna. Continueremo a seguirti e a supportarti con grande attenzione.
Grazie a voi per la bella intervista e saluti a tutti i lettori del Blog della Musica.

Un po’ di storia dei The Swingles

Ward Swingle (1927-2015), il fondatore del gruppo

Ward Swingle (1927-2015), il fondatore del gruppo. Photo credit: Roswitha Chesher

Tutto iniziò nel 1962, quando il cantante e arrangiatore statunitense Ward Swingle mise insieme un gruppo di cantanti parigini per trasformare in canto la musica di Bach. La sua idea geniale diede vita immediatamente a un capolavoro, Jazz Sebastian Bach, uno degli album più belli della storia del jazz (e non solo), premiato con due Grammy Award e, soprattutto, con l’immortalità. Il disco fu pubblicato nel 1963 e riscosse subito grande successo negli Stati Uniti. Il gruppo fu addirittura invitato alla Casa Bianca. Tuttavia, nel 1973 ci fu lo scioglimento, ma Ward Swingle, intanto trasferitosi in Gran Bretagna, decise di rifondare il gruppo che da Les Swingle Singers diventò The Swingle Singers.

Dagli inizi degli anni settanta ad oggi, il gruppo ha modificato più volte la propria composizione e ad oggi i componenti totali sono 86, ma il più importante cambiamento si ebbe negli anni ottanta, quando Ward Swingle cessò di partecipare attivamente come cantante e divenne consulente musicale ed arrangiatore.

Formazione attuale degli Swingles

  • Joanna “Jo” Goldsmith-Eteson, soprano dal Regno Unito;
  • Federica Basile, soprano dall’Italia;
  • Imogen Parry, contralto dal Regno Unito;
  • Oliver Griffiths, tenore dal Regno Unito;
  • Jon Smith, tenore dagli USA;
  • Jamie Wright, basso dal Regno Unito;
  • Edward Randell, basso dal Regno Unito.

Social e Contatti

  • Facebook Federica Basile: https://www.facebook.com/federicachiccabasile
  • Facebook The Swingles: https://www.facebook.com/TheSwingles

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