Federico Mecozzi, violinista e polistrumentista, da dodici anni al fianco di Ludovico Einaudi, pubblica il suo omaggio a Franco Battiato con una rivisitazione del brano La Cura per il progetto Explorations
Federico Mecozzi nasce a Rimini nel 1992. La predisposizione e l’approccio con la musica sono precoci: all’età di sei anni inizia a suonare la chitarra, di cui si serve fin da subito per scrivere canzoni. Partecipa giovanissimo ad alcuni prestigiosi concorsi cantautoriali, ottenendo notevoli risultati. A 12 anni intraprende il percorso accademico presso l’Istituto Musicale “G. Lettimi” di Rimini, dove studia violino sotto la guida del M° Domenico Colaci e, pochi anni dopo, intraprende gli studi di direzione d’orchestra guidato dal M° Gianluca Gardini; partecipa in seguito a corsi di perfezionamento nell’ambito della direzione sotto la guida del M° Piero Bellugi.
Ciao Federico Mecozzi, benvenuto su Blog della Musica. Complimenti per la tua carriera. Hai cominciato giovanissimo ed eri ancora minorenne quando Ludovico Einaudi ti ha notato. Come è avvenuto il vostro incontro?
Grazie. L’incontro con Ludovico è avvenuto quando avevo 16 anni, a Verucchio, un paese vicino Rimini nel quale lui già da diversi anni dirigeva artisticamente un festival musicale, che grazie al suo lavoro era cresciuto parecchio. Quando l’amministrazione di Verucchio decise di conferirgli la cittadinanza onoraria, fui chiamato a suonare per lui al termine della cerimonia: decisi di omaggiarlo reinterpretando un suo brano, “I Giorni”, che avevo riarrangiato per violino. Ludovico restò molto colpito e così ci siamo conosciuti, siamo rimasti in contatto, finché qualche mese dopo mi ha telefonato per propormi di entrare a far parte del suo gruppo, in vista del nuovo tour che stava preparando. Devo dire che in questo modo è nata la collaborazione decisamente più significativa per me, e anche duratura: tuttora ho la fortuna di girare il mondo accompagnandolo nei suoi concerti.
Il tuo album d’esordio Awakening (warner music italy) ha incontrato i favori della stampa nazionale ed internazionale, che effetto ti fa avere questa sensazione di universalità legata alla tua musica?
E’ impagabile l’idea di raggiungere, attraverso la musica, persone geograficamente e culturalmente distantissime. Questa è forse la “marcia in più” della musica strumentale, che diventa davvero linguaggio universale senza bisogno di traduzioni o interpretazioni, ed è capace di legarci gli uni agli altri grazie al solo aspetto che per me conta veramente nel fare musica, ovvero quello emotivo.
Il tuo tour in otto capitali europee di due anni fa fu sospeso ci pare a Lisbona dopo solo tre tappe. Pensi poterlo riprendere a breve?
La ripresa del tour europeo è sicuramente nei programmi che riguardano il 2022, insieme all’uscita del mio secondo album, al quale sto lavorando in questo periodo. Tutte le tempistiche sono ancora in via di definizione, ma per fortuna l’impressione è che le cose stiano realmente migliorando, quindi mi sento molto fiducioso.
Tu hai recentemente presentato il tuo album anche con una con una orchestra di 42 elementi in un concerto imperdibile sul mare a Rimini. E’ una operazione che pensi di ripetere a breve?
Awakening Symphony, ovvero la rivisitazione sinfonica del mio album, è stato per me un evento indimenticabile: quello dell’orchestra è un linguaggio che sento particolarmente presente nella mia formazione e concezione musicale. Al momento non è in programma una nuova operazione simile, che -bisogna dire- è molto onerosa anche da un punto di vista organizzativo ed economico, oltre che creativo; sono però sicuro che presto sentirò l’esigenza di ricreare qualcosa di simile, magari con musica nuova. E’ un po’ come tornare, ogni tanto, alle origini.
Tu hai pubblicato anche delle cover realizzate in studio con la tua band. L’operazione denominata Explorations ci è piaciuta particolarmente anche grazie all’abbinamento cromatico che hai dato alle song. A questo proposito ricordo la tua ultima pubblicazione di una tua rivisitazione de La Cura di Franco Battiato…
Un altro bisogno che avverto, ogni tanto, è quello di “impossessarmi” di brani esistenti (e spesso anche molto noti), facendoli miei. Venerdì 15 ottobre è uscita la mia rivisitazione de La Cura che merita però, rispetto ad altri omaggi che ho fatto, una considerazione speciale: Battiato rappresenta per me quanto di più alto si possa immaginare a livello di espressione musicale, poetica, spirituale. é sempre stato, diciamo così, il mio faro artistico. Inutile descrivere quindi il dolore che ho provato recentemente, alla notizia della sua scomparsa. Ho deciso di restituirgli La Cura a modo mio, come per dedicargli le sue stesse parole d’amore e di dedizione, in segno di gratitudine per quello che mi ha lasciato.
Ascolta La Cura reinterpretata da Federico Mecozzi
Social e Contatti
- Website: http://www.federicomecozzi.com/
- Facebook: https://www.facebook.com/FedericoMecozziOfficial/
- Instagram: https://www.instagram.com/federicomecozzi_official/