Federico Sirianni: come acqua che porta dentro il suo lungo viaggio | RECENSIONE

Federico Sirianni: ha pubblicato Maqroll un disco “privo di tempo e di mode, opera più grande delle capacità che spesso hanno molti di noi”…

copertina del disco di Federico Sirianni, Maqroll

Federico Sirianni, Maqroll

Ho sempre pensato che la canzone d’autore avesse raggiunto ormai la saturazione come anche quell’immancabile confine in cui ormai resta davvero poco per trasmettere qualcosa a qualcuno. Perché in questo tempo liquido, chi rimane ad aver capacità e voglia di fermarsi a codificare liriche visionarie e allegoriche, dense di poesia? Nell’era del tutto e subito un disco come Maqroll può esser considerato l’isola felice o la disperata speranza di qualcuno che ha tanto da dire a pochi, pochissimi vecchi dell’antico linguaggio.

Dentro questi estremi, decisamente discutibili per carità, vive una varianza che ha poco senso rappresentare: che ognuno ci metta del suo. Io personalmente mi pongo tra quelli che approdano finalmente sull’isola felice ispirato e condotto dalla rotta che, dall’albero maestro, mi ha indicato il mio personalissimo Maqroll … che Maqroll è figlio di tutte le vite quotidiane, Maqroll in fondo è un po’ ognuno di noi nonostante questa involuta capacità che abbiamo di saper come fare per mettersi in viaggio. E poi l’acqua, come tassello portante (per lui che poi è genovese direi che è fondamentale). E poi questo libricino chiamato a custodire il nuovo disco di Federico Sirianni, Maqroll appunto, opera incredibilmente priva di tempo e di mode, opera più grande delle capacità che spesso hanno molti di noi… ormai!!!

Maqroll in questo libro (che conserva anche i testi di questi 10 inediti) è un piccolo diario in cui il viaggio e l’incollocabilità sono raccontate da tanti scrittori diversi, da fotografi, da poeti… il viaggio che racchiude il suo unico senso dentro la sua stessa evoluzione… il viaggiare trascinato dalle onde del mare, onde che accompagnano e cullano con poetica monotonia lo scorrere di queste canzoni (scelta questa che per quanto romantica forse risulta un pizzico azzardata visto quanto il disco sfida l’attenzione con le sue liriche)… onde che non coprono e non soffocano mai, ma che anzi arricchiscono il dipinto e le fantasie. Onde che sono l’elettronica di FiloQ, personaggio che assieme a Raffaele Rebaudengo degli GnuQuartet, hanno decretato la forma dell’arte di questo suono dentro questo disco.

Federico Sirianni ha realizzato un’opera importante, che suona antica (da Faber a Fossati e tantissimo altro adiacente al loro mondo), ma che suona anche con sfacciato mestiere moderno… ed è sempre apprezzabile come l’elettronica, infinito palcoscenico di opportunità, venga utilizzata con maturità e semplicità, senza sfoggiare chissà quale trasgressione. Ora prometto di affogare il mio ascolto sulla parola, elemento portante per un maestro come Federico Sirianni che, se ha preso dalla Francia di Brassens il suo modo di masticarla in gola, sembra però provenire dall’America degli Storytellers quel suo modo di pensare alla narrazione.

Ma io ci ho visto anche Berlino e le sue notti di periferia dentro questo disco che davvero, per me almeno, è l’isola felice contro la banalità imperante di questa nuova musica italiana. Amen.

Ascolta Maqroll di Federico Sirianni su Spotify

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