FINAZ, il virtuoso chitarrista della Bandabardò, ha pubblicato il suo nuovo lavoro discografico dal titolo Cicatrici. L’abbiamo intervistato ed ecco cosa ci ha raccontato…
Nel 1993 FINAZ lascia la chitarra elettrica per la chitarra acustica e insieme al cantante Erriquez fonda la Bandabardò di cui è anche co-autore e co-produttore. Un lungo percorso artistico lo accompagna tuttora sia in veste di solista che di autore e di endorser delle chitarre Martin, classiche Salvador Cortez, ampli Markacoustic, plettri Essetipicks, effetti Strymon, pick up Heartsound. Nel 2014 esce in produzione il distorsore per acustica FAD da lui disegnato per Egosonoro…
Ciao FINAZ, Cicatrici è un lavoro intenso, dove emerge una maturità compositiva incredibile, sottolineata proprio dalle sonorità create e raggiunte. Com’è stato il processo di creazione di questo lavoro in studio?
È stato molto lento e accurato, magari complice anche il lungo periodo di ferma dovuto al lockdown. Penso di non aver mai potuto curare così a fondo un mio prodotto, sia solista che con la Banda o anche con altre collaborazioni. Si è fatta di necessità virtù, diciamo. Per la prima volta io e Paolo Baglioni (fonico e coproduttore dell’album) ci siamo barricati per mesi nel Wallup studio di Firenze e insieme siamo riusciti a dare concretezza alle folli idee che mi giravano in testa. Vedi infatti le sonorità che sono riuscito a far ottenere alla mia acustica: non so se si capisce che i violini, i violoncelli, le percussioni e quant’altro sono tutte realizzate con una semplice acustica. I brani cantati poi sono stati una sfida che mi ha coinvolto e divertito. Sono molto contento del lavoro svolto e del risultato. Solitamente riascoltando un disco fatto penso sempre che avrei dovuto cambiare qualcosa… “Cicatrici” non è cosi… e come lo volevo realmente.
Tra l’altro il titolo è abbastanza emblematico, di quali ‘cicatrici’ stai parlando? Ce n’è una che ti è rimasta più ‘visibile’ sulla pelle, che ti ha segnato di più?
Le cicatrici sono né più e né meno i segni che la vita ti lascia sia sul corpo che nella mente e nello spirito. Sono tutte le esperienze di vita, musicali, umane. Ho cercato di raccontare quelle la cui urgenza creativa era più impellente. Diciamo che il Viaggio (inteso come attività di scoperta e come viaggio concreto) mi ha fatto da guida: i suoni, i sapori, i colori che ho conosciuto viaggiando per lavoro e per diletto intorno al mondo mi ha ispirato nella composizione e nella realizzazione… guarda caso in un momento in cui il viaggiare era una opzione preclusa…
Sono diversi gli approcci che emergono in questo album. Quello che hai ottenuto a fine registrazione di questo album era quello che volevi realizzare fin dal principio, ossia la tua idea iniziale?
Si. Esattamente, come dicevo prima. Ci sono riuscito e non cambierei niente. La eterogeneità del disco (che ad alcuni potrebbe far paura) a me invece affascina, sono tutte cicatrici che mi appartengono… generi musicali che ho amato, studiato, suonato. In un momento in cui la omologazione musicale e culturale sembra imperare, ben venga la curiosità, il diverso, la scoperta, la eterogeneità… era quello che volevo ottenere…
Interessante FINAZ, la cover di Tu Si Na Cosa Grande di Modugno, come mai hai deciso di reinterpretare questo pezzo che è una pietra miliare della cultura musicale italiana?
Premesso che amo Modugno e che è una delle canzoni preferite di mia moglie (napoletana doc) che mi ha fatto apprezzare anche nel testo la bellezza di questo capolavoro assoluto. Oltre a questo posso dire che qualche anno fa ho partecipato ad un festival della musica e cultura italiana a Parigi. Insieme ad altri colleghi rappresentavo la bellezza della musica del nostro paese. Ho scelto quindi di riarrangiare questo brano e di non cantarlo (per non sciuparlo ;)), ma di renderlo con una chitarra grossa, immensa, in un tripudio di reverberi e delays. La versione ha riscosso un grande successo presso il pubblico francese e, questo, ha fatto si che era inevitabile la sua introduzione nel disco.
Molto impattante anche il testo di Just Like Always, cosa vuoi raccontare con questo brano?
E’ una celebrazione dell’amore, una serie di dichiarazioni per la persona che amo. Può sembrare banale… ma l’amore, quello vero e sincero.. può essere banale? IO penso di no.
Guarda il video di FINAZ
Social e Contatti
- Instagram: https://www.instagram.com/finazguitar/
- Facebook: https://www.facebook.com/FinazOfficialPage