INTERVISTA | Francesco Bertipaglia e Harmonics Tuning System: una nuova frontiera verso un nuovo suono

H.T.S. Harmonics Tuning System è una cordiera ideata da Francesco Bertipaglia un personaggio musicale a tutto tondo, eclettico ed originale, in continua evoluzione che vive l’arte musicale dal punto di vista pratico-esecutivo ma anche dal punto di vista della ricerca. Per questo lui stesso ama definirsi “musicista ricercatore”. Il suo campo di indagine primo è il suono e tutto quello a cui riconduce, il suono nella sua essenza che parte da quel complesso fenomeno fisico dei suoni armonici in un viaggio senza fine che attraversa i secoli.

Francesco Bertipaglia e la cordiera

Francesco Bertipaglia

Blog della Musica ospita Francesco Bertipaglia, benvenuto. Come nasce questa passione per la ricerca in ambito costruttivo musicale?
La mia natura pratica mi ha sempre spinto verso la curiosità di sapere come funzionano le cose, e in particolare come funzionano tecnicamente le cose create dall’uomo. Fin dagli inizi dei miei studi al Conservatorio l’aspetto della messa a punto dello strumento — come poteva essere costruito, riparato, modificato e migliorato nel tempo — mi ha sempre affascinato, e mi divertivo a creare ipotesi e prospettare alternative per migliorarlo. Fin dalla prima infanzia la manualità è stata parte della mia educazione-formazione, quindi era inevitabile che prima o poi mettessi le mani sul mio strumento, il contrabbasso.

Qual è stato il tuo iter artistico e musicale che ti ha portato a fare una scelta di questo tipo?
Durante i miei studi al Conservatorio Santa Cecilia di Roma ho sviluppato una particolare passione per la liuteria, condivisa con un mio compagno di studi, Lorenzo, il quale iniziava a collezionare e vendere contrabbassi. Per anni insieme abbiamo esaminato tantissimi strumenti cercando di capire tutte le possibilità di intervento per migliorarne la sonorità. In realtà i tentativi che potevamo fare erano molto limitati: gli strumenti ad arco sono complessi ed il suono è la risultante di una serie di parametri che debbono essere coordinati tra loro. Noi, agendo solo sulle parti mobili – corde, ponticello, anima e cordiera- ci rendevamo sempre più conto di come potevamo intervenire sul suono.

In seguito, durante la mia attività di musicista e insegnante di musica da camera nei Conservatori ho maturato una mia personale convinzione: gran parte dei difetti dello strumento imputati alla liuteria, in realtà dipendono dalla corda armonica.

Parlaci delle tue scoperte, ricerche e innovazioni in ambito timbrico costruttivo.
La mia ricerca si è focalizzata essenzialmente sulle corde, delle quali ho studiato approfonditamente la sequenza dei suoni armonici, mettendoli in relazione con la  nostra scala cromatica. Il mio primo intervento è stato esattamente ciò che fanno tutti i contrabbassisti del mondo: la ricerca del punto ottimale per l’antilupo. (Per ovviare ad un difetto molto fastidioso – “il lupo” – si usano dei dispositivi che si inseriscono intorno alla corda difettosa tra il ponticello e la cordiera.)

Grazie alla preziosa collaborazione di Giovanni Ciammaruconi, un amico matematico e musicista, ho razionalizzando le mie intuizioni ed ho scoperto la relazione tra la posizione dei dispositivi “antilupo” e i suoni armonici della corda vibrante.

Così è nato Harmonics Tuning System, sistema per accordare le armoniche.

Quali sono secondo te le caratteristiche che dovrebbe avere uno strumento per definirsi perfetto?
Tutti gli strumenti musicali creati dall’uomo presentano immancabilmente dei difetti. Lo strumento perfetto è secondo me solo la voce umana perchè si basa sul temperamento naturale dei suoni; per lo stesso motivo metterei subito dopo gli strumenti a fiato, quindi quelli ad arco; gli strumenti tastati con temperamenti non naturali esulano dai miei interessi specifici.

Quali sono gli interventi sostanziali nei tuoi strumenti?
Negli archi attualmente posso fare due interventi diversi: inserire gli antilupo nella corda difettosa calcolandone matematicamente la posizione; sostituire la cordiera tradizionale con un’altra di mia invenzione.

Che tipo di resistenze trovi nell’ambito musicale nei confronti di quello che fai e di quello che operi?
Gli strumenti musicali sono da sempre in continua evoluzione. Il violino nasce con corde di budello e manico parallelo al piano armonico, senza spalliera né mentoniera; in trecento anni il manico è stato allungato e reso obliquo al piano armonico e, nel secolo scorso sono state adottate spalliera, mentoniera e corde metalliche. L’arco ha cambiato radicalmente la curvatura; anche il pianoforte ha subito una serie considerevole di evoluzioni. Al giorno d’oggi le riviste specialistiche offrono continue innovazioni che gli strumentisti guardano con attenzione ma con altrettanta diffidenza; questa attenzione-diffidenza la vivo quotidianamente anche per la mia ricerca. Attualmente esistono tre tipi di cordiere la cui differenza consiste nella diversa disposizione dei fori per l’attacco delle corde rispetto al ponticello: quella tradizionale con i fori paralleli, un’altra con i fori obliqui; la mia si distingue per i fori della prima e terza corda in posizione invariata, mentre la seconda corda ha il foro più in alto, e la quarta molto più in basso. Questa nuova geometria, frutto di calcoli e prove pratiche serviti a concretizzare le mie intuizioni, ha lo scopo di ottenere una buona intonazione tra i suoni armonici delle quattro corde.

Quanto pesano le esigenze del musicista e come ti vengono poste nel momento in cui ti viene chiesto di realizzare una modifica allo strumento?
Le motivazioni del musicista che si interessa alla mia ricerca sono le più disparate: curiosità, speranza che il suono migliori e che spariscano le note col lupo, interesse sul principio fisico acustico al quale faccio riferimento, ma esprimono anche esigenze di tipo estetico e… trattative sul prezzo. I feedback sono molto diversi: “non saprei; mi sembra uguale; il suono è peggiorato; sono molto soddisfatto, complimenti la prendo…”

In questo ricercare e reinventare l’uso degli strumenti quali sono state le soddisfazioni più grandi?
La soddisfazione più grande e stata l’approvazione di molti musicisti e colleghi, nonché la sensazione di aver fatto qualcosa di buono per la musica. Tutto questo è costato moltissime riflessioni ed autocritiche. Per far conoscere la mia ricerca ho fatto molte masterclasses e viaggi in Italia (Cremona Mondomusica, Conservatori ed università), Stati Uniti (Berkelee College of Music), Timisoara (Università, Orchestra dell’Opera, Orchestra Filarmonica.) Mannheim (conservatorio di musica), Basilea (Schola Cantorum)

Parlaci del tuo prossimo progetto oppure un progetto che desidereresti realizzare.
Un progetto molto ambizioso prevede la costruzione di un contrabbasso che si chiamerà: “dall’antichità al futuro” realizzato con quelli che secondo me sono state le soluzioni migliori dall’antichità ai giorni nostri, con ritrovati che non esiterei a chiamare futuristici. Ultimissimo (per il momento è ancora un sogno) un pianoforte con una piccola ma significativa modifica di cui per ora non voglio svelare di più. Un amico collezionista di pianoforti metterà a mia disposizione uno strumento per sperimentare la mia ultima follia… chissà! Questi ultimi progetti saranno possibili grazie all’amicizia collaborativa di tre amici che ringrazio; Belisario, Corrado e Claudio.

A cura di Marco Pollice
Pianista e Compositore

Social e Contatti Francesco Bertipaglia

Per coloro che siano interessati a contattare il Maestro Francesco Bertipaglia per ottenere un prototipo della cordiera HTS e per altre informazioni:

  • E-mail: f.bertipaglia@libero.it
  • HTS su Facebook: https://www.facebook.com/htsbertipaglia

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