E’ uscito Più di così, l’EP di debutto di Francesco Curci, disponibile su tutti gli store digitali per Show in Action (su distribuzione Pirames International).
Un titolo che suona come una dichiarazione d’intenti dell’artista, per dire che “più di così”, oggi, non avrebbe potuto desiderare, ma anche un’esortazione a sé stesso a fare sempre “più di così”, nella musica e nella vita. Lo abbiamo incontrato per fargli qualche domanda!
Ciao Francesco Curci e benvenuto. Quali sono i tuoi artisti discografici di riferimento? E come mai?
Harry Styles, Shawn Mendes, James Bay, Tom Walker; perché incarnano perfettamente quella che è la mia idea di musica, che non coincide solo col produrre delle buone canzoni, ma proporre una visione precisa, raccontare un proprio mondo che nessun altro riuscirebbe a fare allo stesso modo, essere dunque autentici; e l’autenticità è alla base di questa professione.
Esistono artisti che non ti ispirano musicalmente ma di cui ammiri stile e carisma? Quali?
Sicuramente non posso che citare nuovamente Harry Styles, che è il mio punto di riferimento assoluto non solo musicalmente ma anche a livello di stile e carisma e a mio parere è davvero insuperabile. Per essere invece più coerenti con la domanda, potrei dire Jared Leto, Machine Gun Kelly, artisti che rappresentano una fonte di ispirazione per il loro stile, ma che appunto musicalmente non riscontrano il mio gusto.
E a proposito di stile, quali sono gli elementi che rendono inconfondibile Francesco Curci?
Innanzitutto, la capacità di non adattarsi alle mode, piuttosto anticiparle, sovvertirle, mescolarle. Non ci sono dunque delle costanti perché sono un artista in continua evoluzione a cui piace ogni giorno cambiare, sperimentare, soprattutto a livello di stile. Però ci sono elementi che non devono mai mancare come l’uso di accessori, anelli in primis, make-up, smalto, che vado a rimescolare con outfit di varie ispirazioni: ad esempio, sulla copertina del mio nuovo album, ho scelto atmosfere seventies, recuperando pantaloni a zampa, proponendo un taglio punk-rock a là Rod Stewart, una Fender Jeff Bek e una super Pontiac, unica nel suo genere, classe ’67.
Qual è il tema che lega i cinque brani del tuo disco di debutto Più di così?
La libertà, che coincide con la volontà di affermare sé stessi. Nella vita, nell’amore, nelle scelte, sono tutte storie in cui emerge sempre il desiderio di voler rivendicare la propria identità, difenderla, e questo è particolarmente chiaro nei due brani che, rispettivamente, aprono e chiudono il disco: “Come Frank” e “Questa nostra canzone”.
Ascolta il disco Più di così di Francesco Curci
Che cosa ti ha spinto, dopo dieci anni, finalmente a debuttare con un disco?
Il desiderio di fissare un punto importante nel mio percorso artistico. Sentivo che era arrivato il momento giusto, da una parte perché finalmente ero diventato l’artista che volevo, nell’immagine, nello stile, nella musica, poi anche nel team di lavoro che ho consolidato: dalla mia casa discografica Show in Action, che mi ha permesso di crescere, di perfezionarmi, di migliorarmi senza mai provare a cambiarmi, piuttosto offrendomi il tempo di capire da me che artista essere; al produttore artistico con cui ho lavorato al disco, Alex Marton, o alla Deorb Films che segue tutto ciò che riguarda l’aspetto fotografico e video. Insomma, c’erano i presupposti giusti per fare finalmente un disco e l’ho capito solo a dieci anni dal mio esordio, perché avevo la maturità giusta, anagrafica ed artistica, e la consapevolezza tale da consentirmi di affrontare al meglio questo momento così importante.
Che cosa non ti aspettavi nel 2013 nella scena musicale, che invece oggi è realtà?
Che il mercato digitale assorbisse quasi completamente il mercato fisico. Si può dire che i dischi non sono praticamente più una realtà, specie per i nuovi artisti come me. Lo sono solo se legati a certi eventi che ne consentono la vendita, come gli instore tour, un pretesto da parte del pubblico per avvicinare l’artista che riduce perciò l’acquisto non al valore del prodotto in sé ma al fatto che può incontrare l’artista da vicino, come se fosse un biglietto per un concerto. C’è stato un ritorno ai vinili, e questa è una gran bella cosa perché io stesso ne sono amante, ma si tratta pur sempre di pezzi da collezione per poche élite, non certo possono connotare un “mercato”.
Francesco Curci riprenderà a settembre con nuove pubblicazioni o si prenderà finalmente una pausa?
Ho appena cominciato, anzi ricominciato, quindi non vi libererete presto di me!
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