Si intitola A Bit of Italiano ed è il nuovo disco di Francess di cui abbiamo già visto il video del singolo Don’t Want the Moonlight. Ora eccovi l’intervista…
Una bellissima prova di stile e di bellezza quella che porta a compimento la cantante italo americana Francess. Si intitola A Bit of Italiano e proprio questa mattina vi abbiamo presentato il video del singolo Don’t Want the Moonlight a spiegare concretamente tutto ciò che c’è da sapere per avventurarsi all’ascolto di questo disco. Brani storici della nostra tradizione musicale, da Buscaglione (appunto con “Guarda che luna”) a Dalla, Mannoia e tanti altri. Tutti i brani sono tradotti in inglese e la veste e gli arrangiamenti sono condotti per strade assolutamente internazionali, dove ha senso solo la trasgressione elettronica ma quella matura e di mestiere, quella che non eccede in assurdità ma resta ben piazzata in un terreno di coerenza e di gusto. Un inedito soltanto: Good Fella ed il palleggio tra italiano e inglese è assolutamente protagonista. Niente di nuovo direte voi. Certamente. Ma quanto ci piace!!!
Un nuovo video per l’occasione hai scelto Buscaglione per rappresentare il tuo disco. Come mai?
Sicuramente Guarda che luna è una canzone che mi è sempre piaciuta e il grande Fred Buscaglione è un artista che ho ascoltato tanto nel corso della mia vita. Abbiamo scelto i brani da inserire nel disco in base alla loro traducibilità e adattabilità al mio mondo sonoro. Questa canzone oltre ad essere la mia preferita nel disco, rappresenta secondo me lo spirito di questo lavoro che unisce vecchio e nuovo, italiano e americano in modo esplicito ed efficace.
L’Italia e l’America assieme. L’incontro musicale e spirituale che vivi ogni giorno secondo te che cosa ha prodotto? Questo disco ne rappresenta l’equilibrio e il punto d’incontro oppure stai ancora decidendo da che parte stare?
Per via delle mie origini sono cresciuta con una leggera crisi di identità. A bit of italiano nasce dal desiderio di trovare un punto di incontro fra i due mondi e quindi le due lingue che fanno parte di me, ma anche di esprimere la mia confusione e difficoltà nel trovare un unico linguaggio che soddisfi tutte le mie esigenze comunicative. Direi che questo progetto rappresenta il primo passo nella direzione giusta per capire sempre di più chi sono e in che modo mi voglio raccontare.
In questo video c’è un baule. Panni sporchi o nuovi vestiti? C’è il passato o ci sono nuove maschere da indossare?
Il baule è pieno di vestiti pregni di storia e ricordi. Il passato mi raggiunge così in una canzone malinconica che parla di una condizione di tristezza e solitudine. Il nuovo nasce sempre dal vecchio e fa sempre bene conservare qualche oggetto che lo ricordi.
Che poi ai classici della tradizione italiana (anche recenti) hai restituito un sound decisamente elettronico, a volte urban. Da dove nasce questa idea?
Attingere dalla storia per guardare avanti è un po’ lo spirito di questo progetto e per fare una cover che non sia solo una copia dell’originale, bisogna adattare la musica alle proprie corde vocali. Questo è il motivo per cui abbiamo smontato e ricostruito alcuni dei grandi successi della musica italiana nel tentativo di raccontarli dal nostro punto di vista.
E per chiudere: le contaminazione gitane di Zucchero con il quale hai lavorato, cosa hanno seminato e cosa hanno prodotto nella tua musica?
La mia esperienza con Zucchero è stata sicuramente molto emozionante e formativa a livello umano e professionale ma devo dire che artisticamente non ho avuto la possibilità di essere influenzata dalle sue caratteristiche musicali distintive. Mi ha permesso di vivere diverse situazioni come la televisione o un palco incredibile come quello dell’arena di Verona e questo mi basta.
Info: www.facebook.com/FrancessItalia