Gabriella Perugini è una importante liutista di musica rinascimentale e barocca, diplomata in chitarra con il massimo dei voti sotto la guida del Maestro Pier Luigi Cimma presso il Conservatorio G. Verdi di Torino e laureata all’Università di Torino in Estetica musicale con il Prof. Enrico Fubini, con una tesi sulla musica strumentale presso la corte dei Savoia nel XVII e XVIII secolo. Blog della Musica l’ha intervistata a proposito della sua nuova pubblicazione discografica intitolata Donne di fiori – vol. 1 – nel Rinascimento uscita per la Limen Music
Salve Gabriella Perugini e grazie di essere qui con noi. Gabriella, inizi i tuoi studi alla chitarra presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, quando hai sentito di essere una liutista?
Ho studiato con il Maestro Pier Luigi Cimma ed è stato lui che mi ha introdotta alla musica rinascimentale e barocca. Negli anni ’80 fu uno dei primi riscopritori degli strumenti antichi, era un appassionato collezionista e la sua curiosità lo portò a ricercare ed eseguire le musiche antiche con gli strumenti più filologici. La sua passione è stata contagiosa, le sue ricerche mi hanno immediatamente coinvolta e letteralmente rapita! Quando ho suonato con il liuto le musiche che solitamente eseguivo con la chitarra, mi si è aperto un orizzonte nuovo, sono davvero entrata nel passato e ho provato una grande emozione, la stessa che provo ancora oggi quando pizzico le corde dei miei liuti. E’ come nei film in cui la macchina del tempo catapulta i protagonisti nel passato: una bella magia!
Hai scritto una tesi di laurea molto interessante, ti sei addentrata in luoghi chiusi al pubblico, giusto?
Parallelamente al Conservatorio, mi sono laureata all’Università di Torino in Estetica Musicale con il Prof. Enrico Fubini discutendo una tesi su musicisti e strumenti alla Corte Sabauda nel XVII e XVIII secolo. Ho cercato tracce della presenza di strumenti a pizzico come il liuto e la tiorba e per far questo mi sono addentrata in biblioteche e archivi storici torinesi pubblici e privati non tutti accessibili al pubblico. E’ stato emozionante sfogliare manoscritti antichi e ancora di più scorgere in alcuni di essi l’indicazione “teorbo”, cioè tiorba, lo strumento più grande della famiglia dei liuti.
Oggi si parla molto di multisensorialità, tu hai intrapreso un percorso dedicato addirittura ai bimbi…
Quando nel 2009 ho iniziato ad occuparmi di sinestesia e ho ideato i concerti multisensoriali, le ricerche Google sull’argomento non restituivano molti risultati. Oggi si è sempre più attenti al coinvolgimento di più sensi perché la tecnologia digitale ci ha resi “visivocentrici” e il nostro modo di vivere la realtà si è sbilanciato. Ecco che si è resa necessaria la tendenza al riequilibrio dei sensi dimenticati in molti settori, non ultimo in quello dell’infanzia. Il mio progetto CRESCENDO IN SOL consiste in scuole dell’infanzia e asili a indirizzo musicale e coinvolgimento delle famiglie nella crescita musicale dei propri bimbi. Nei laboratori musicosensoriali CRESCENDO IN SOL invito i genitori a mettere in relazione più sensi durante l’attività musicale, con l’invito e riproporla quotidianamente in famiglia. La musica si ascolta, ma non solo!
Donne di fiori – vol. 1 – nel Rinascimento è la tua prima produzione discografica. Perché hai aspettato tanto prima di incidere?
E’ stata infatti una gestazione molto lunga! Ho più volte rifiutato offerte di registrazioni, perché temevo che gli ascoltatori non potessero sentire le emozioni proprio perché il cd è monosensoriale. Ma l’incontro con Michele Forzani della Limen e il progetto di un cd abbinato ad un’app con filmati e contenuti speciali, tecnologie d’avanguardia di altissimo livello e una grande professionalità mi hanno attirata e convinta a intraprendere questa nuova avventura di cui sono davvero orgogliosa.
Perché hai scelto questi autori, alcuni sconosciuti e mai incisi?
Il repertorio liutistico non riporta nomi di compositori molto noti a chi non è del settore. La mia scelta è stata soprattutto frutto di una lunga ricerca musicologica per individuare le relazioni fra le composizioni per liuto e la tematica scelta, cioè il mondo femminile e la natura. Ho ricercato indicazioni nei titoli delle danze e nelle dediche: “Rosa Felice”, “Ghirlanda d’amore”, “Saltarello Rose e viole”, “La traditora”, “La malcontenta”, “Gioliva”, fino a selezionare brani contenuti in raccolte appartenute a nobili donne liutiste inglesi del periodo elisabettiano. E’ stato un modo per far rivivere le donne, le loro storie e gli intrighi di corti di 500 anni fa, scoprendo similitudini con la nostra società. Già al tempo, in ambiente colto, alcune donne, oltre che abili strateghe, erano anche “influencer” e dettavano le mode in ambito di abbigliamento, gioielli, profumi e cosmetici.
Ci aspettiamo dunque un vol.2 sul finire del 2020? Quale sarà il tema che condurrà queste “Donne di Fiori” di Gabriella Perugini?
DONNE DI FIORI nasce come titolo di una piece teatrale e musicale ideata alcuni anni fa con l’amica Mariachiara Martina, anima di Fioredentro, un brand di accessori moda realizzati da artigiani locali con lo scopo di valorizzare le eccellenze del territorio attraverso la cultura. Le ricerche ci avevano infatti già condotte alla scoperta donne artiste del passato con l’intenzione di riportarle nel presente.
L’uscita del secondo volume di DONNE DI FIORI è prevista verso la fine 2020, anno del Barocco. La nuova produzione sarà dedicata al BAROCCO PIEMONTESE alla CORTE SABAUDA, riprenderà i contenuti della tesi e darà voce a musiche di danza inedite di compositori Sabaudi del XVII e XVIII secolo interpretate con l’arciliuto. Sarà sempre declinato al femminile, con protagonista la figura della Duchessa Maria Cristina di Francia, prima Madama Reale a Torino, alla corte Sabauda.
Intorno alle DONNE DI FIORI si stanno concretizzando diverse opportunità concertistiche in luoghi storici particolarmente attinenti al tema e finalmente potrò riportarle musicalmente a casa!
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