INTERVISTA | Giacomo Luridiana, della vita e della morte dei sentimenti

E’ disponibile La Stagione, nuovo brano di Giacomo Luridiana presente su tutte le piattaforme di streaming dal 30 novembre. Con questo nuovo pezzo, Giacomo Luridiana riflette su come a volte sia impossibile evitare di esperire certe sensazioni, perché emozioni, sentimenti e relazioni hanno una vita e una morte proprio come le persone.

La Stagione di Giacomo Luridiana è una canzone che parla dell’inevitabile successione dei periodi, così nel mondo esterno come nel nostro universo interiore. Abbiamo deciso di scambiare quattro chiacchiere con lui.

Com’è oggi il tuo rapporto con Bruce Springsteen che ascoltavi in macchina con i tuoi genitori? 

E’ uno dei personaggi famosi che vorrei davvero conoscere un giorno; lui e Zanetti soprattutto. Ho deciso di inseguire una carriera musicale ascoltando Springsteen, ha innescato la scintilla definitiva, e non saprei pensare a un artista che riesca a emozionarmi più di lui.

Quanto, quei viaggi in macchina, hanno influito sul percorso artistico di Giacomo Luridiana?

Credo che abbiano avuto un impatto importante a livello inconscio. Me ne accorgo solo ora pensandoci, ma quello che ho provato tornando a riascoltare Bruce Springsteen da adolescente, quella riscoperta di chi ero e di cosa volevo, non sarebbe stata la stessa se quella musica non si fosse già radicata in me e mischiata a una piccola parte della mia identità anni prima. 

La Stagione è il tuo nuovo singolo. Di cosa si tratta? 

E’ una canzone sui periodi che si succedono, sia nel mondo esterno che in quello interno. Un umore, un’emozione o un sentimento vanno e vengono senza chiedere il permesso, non abbiamo quasi nessun controllo su di loro, come se fossero qualcosa di totalmente estraneo alla nostra coscienza, che usano solo come una sistemazione temporanea. In questo senso somigliano alle stagioni, che vanno e vengono senza che nessuno possa decidere quando e come.

E com’è oggi il tuo rapporto con la poesia, che invece ti accompagnava quando andavi già alle elementari? 

Quando ho iniziato a scrivere canzoni spesso mi concentravo più sulla musica che sui testi. Oggi i testi vengono prima e poi cambiano in funzione della musica, ma solo a livello metrico, il senso resta invariato. Mi piace molto lavorare con le parole, è un’attività che rende la mente più elastica in un certo senso, ti permette di vedere quanto di ciò che diciamo è nascosto tra le righe.

Come nasce un brano di Giacomo Luridiana? 

Scrivo prima il testo, solitamente con la musica in cuffia lasciandomi abbastanza trasportare. Non direi che scrivo di getto, ma quasi. Poi ci ritorno nei giorni successivi, trovo un giro di accordi e una melodia da abbinargli e inizio a limarlo. Quello che viene dopo può durare settimane o mesi, è un processo abbastanza caotico in cui torno e ritorno su testo e musica e magari finisco per rifare la melodia vocale completamente, mi è capitato con due dei miei pezzi più recenti in uscita l’anno prossimo.

Hai mai pensato ad un album che raccogliesse tutti i tuoi ultimi singoli? 

Uscirà un album il prossimo anno, ma nessuno dei singoli che sono già usciti sarà incluso. E’ un progetto di brani inediti per il quale sono molto eccitato; un altro paio di album o almeno un album e un EP sono già pronti a livello di scrittura e non vedo l’ora di portare il mio nuovo repertorio su tanti palchi e suonarlo per tante persone. Per quanto riguarda i singoli pubblicati in questi mesi, dopo essere uscito con qualche progetto inedito mi piacerebbe raccoglierli in un album unico o in un paio di EP, magari pubblicandoli in versione acustica.

Com’è cambiata la vita di Giacomo Luridiana dopo il Covid? 

Non molto, a parte le difficoltà logistiche che tanti stanno affrontando. Devo dire che in questi due anni ho avuto tante soddisfazioni, a partire dall’inizio della collaborazione discografica con La Stanza Nascosta Records. Fortunatamente non sono stato toccato direttamente dal Covid, solo ansie in famiglia legate ai vari lockdown, ma niente di tragico. Penso che essere stato messo di fronte alla precarietà del mondo in cui viviamo insieme a milioni di altre persone che questo sì mi abbia cambiato, non so bene in che modo però.

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