Gigante: Himalaya

Ronny Gigante pubblica Himalaya il suo disco d’esordio, un progetto musicale indie che ci fa tornare a sperare nel ripristino della qualità tra i criteri selettivi del mercato…

Gigante - Himalaya copertina disco

Gigante, Himalaya

Himalaya è il primo disco di Gigante. Per fortuna che nell’indie pop, sempre più affascinato dalle facili soluzioni itpop, esistono ancora progetti che non si bruciano come cartapesta. Iosonouncane è uno fra quelli più di spessore, e ora esordisce un altro giovane con le stesse influenze di Incani, ovvero Ronny Gigante.

L’album Himalaya presenta una sonorità tutta sua, dove centrale è la presenza dell’ukulele. Tale strumento non viene utilizzato in quel modo banale, come nelle pubblicità di YouTube: il suo timbro viene fatto incontrare con suoni elettrici, analogici ed elettronici in un percorso coerente e identificativo, che circonda la voce flemmatica di Gigante. Il suo Lp è un concept album non ortodosso; prende spunto da diversi libri e gira attorno a precisi avvenimenti come un disastro aereo del ’72, però le suggestioni letterarie sono così tante che ognuno di noi può ricavare una personale esperienza della narrazione. Oltre a riportare dialoghi come in Bosco “E tu mi chiedevi se i nostri amici erano svegli o no”, si evocano molte immagini ambientali in chiave profetica. In Guerra ci si immagina un futuro da prigionieri in fuga: “Ci legheranno queste mani, ci lanceranno dai crateri, saluteremo i biancospini e voleremo senza ali. Quando le foglie moriranno e i sassi esploderanno ancora, saremo prede dell’inverno…”

Altro scoppio nel brano finale, Universo: “Si spegneranno le lucciole e l’universo, saremo soli, forse vivi, e il mare esploderà”. In Guerra l’inciso melodico è affidato a un synth brass che di solito si trova nell’elettronica più danzereccia, e altra scelta originale è in “Universo”, quando l’arrangiamento brilla facendo incontrare l’ukulele con note cristalline sintetiche.

Sopravvissuti inserisce nella malinconia armonica uno staccato di tromba, strumento che più volte diventerà protagonista, come nello strumentale gypsy Zaino e nell’emozionante Fiume. Elemento ricorrente quello della neve, vista come avversaria, che in Siberia “non ci fermerà”. Tenebra ha come particolarità l’introduzione di sola voce. Nel complesso l’album, nonostante le finezze e il ricco arrangiamento, scorre leggero e si fa riascoltare volentieri. Questo è l’indie che ci fa tornare a sperare nel ripristino della qualità tra i criteri selettivi del mercato.

A cura di Gilberto Ongaro

Info: https://www.facebook.com/gigantemusica/

Leave a Reply

tre + 16 =

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.