E’ uscito per Storiedinote l’album Sono di Giorgia Zangrossi con quindici tracce che raccontano la poesia dell’anima della cantautrice. Ecco la nostra recensione

Giorgia Zangrossi ha pubblicato il disco Sono per Storiedinote.
Esiste un’anima tutta al femminile di tanto cantautorato italiano: una vena densa di poesia e profumata di pensieri e di emozioni, tanto quanto ricca di palpabile vita e concreta fisicità del suono.
A questa vena appartiene Giorgia Zangrossi che, dopo un curioso più che insolito successo di ascolti social proprio in epoca di lockdown e dopo la felice esperienza dell’album di cover Canzoni addosso, approda alla sua opera prima.
Il disco
Si intitola Sono ed è un album di quindici tracce di cui dieci di Giorgia, una di Paolo Capodacqua (la splendida I nidi degli uccelli) e quattro di Gigi Marras.
E’ proprio Marras a firmare gli arrangiamenti dei brani della Zangrossi che condisce di tutte quelle raffinate sfumature che sanno esaltare la poesia e il canto di questa densa cantautrice.
Densa non è una parola a caso nel caso di Giorgia Zangrossi che in questo album mette tutte le più belle istanze di donna che ricorda, si fa domande, combatte battaglie, prende posizione: scrive, dice e racconta con la delicatezza di un melodiare che si potrebbe definire narrativo, a tratti addirittura fiabesco.
E carica di una voce ricca di armonici, nitida e solare.
Sono, prima persona singolare del verbo essere, io sono, rappresenta, come descrive la titletrack, una vera e propria confessione: parole uscite di getto, per lo più di notte, scritte per l’esigenza di liberare emozioni profonde, pensieri e visioni del mondo.
Sono, terza persona plurale
Ma sono è anche la terza persona plurale dello stesso verbo essere: perchè Giorgia sa immedesimarsi nelle vite degli altri, cerca ad ogni verso di comprendere anche altre vite, molto lontane nel tempo e nello spazio, ma molto vicine nella condivisione dei sentimenti. Gleichgesinnte. Anime affini.
Vale la pena concludere ricordando una traccia in particolare, Canta ancora: un inno prezioso al valore dell’effimero, del fare arte e musica, la personalissima lotta di Giorgia Zangrossi per il diritto alla creatività.
Contro la fiaba della Formica e della Cicala che contrappone da sempre il valore dell’operosità alla perdita di tempo del fare musica e arte, Giorgia ribadisce con forza l’importanza di quell’effimero di valore che è proprio del creativo e conclude ricordando Rodari con la sua Alla Formica
“Chiedo scusa alla favola antica/ Se non mi piace l’avara formica./ Io sto dalla parte della cicala/Che il più bel canto non vende, regala.”
Ascolta il disco Sono di Giorgia Zangrossi
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