Colori è il nuovo disco della band alternative rock veneta Grace N Kaos, un album dedicato alla vita e alle emozioni
Gradito ritorno, quello dei Grace N Kaos, che col loro nuovo album Colori confermano la loro solida realtà musicale, un rock alternativo esplosivo e un approccio melodico.
Blu cobalto apre il disco, ricordando gli ammonimenti di Greta Thunberg e l’ultimo scontro generazionale: “Vedo il sogno dei millennials di respirare aria fresca, aprire braccia nella brezza”.
L’esigenza di muoversi in questo momento è particolarmente rilevante, dato che è un sentire collettivo quello di uscire di casa: “Voglia di sudare, di far perdere le proprie tracce, l’esigenza di espandersi come corrente elettrica”.
Gelati non è una cover degli Skiantos, ma un moderato ligabuesco, con testo che si focalizza su una studentessa, che incide sul banco una “V” con la penna “di vittoria, vendetta, o di vita”.
Ecco, volevo continuare a scherzare sui titoli dicendo che Levante non è una canzone su Levante… il fatto è che lo è! “Amo Levante fa la cantante siciliana splendente intelligente (…) ma lei non sa che esisto anch’io, per questo soffro. Soffro come un cane, proprio te dovevo amare”.
Mi mancava il lato ironico dei Grace ‘N’ Kaos.
L’amore non esiste è un brano leggero con chitarra pulita e ukulele, su un sentimento un po’ appassito: “L’amore non esiste più, sdraiati davanti alla tv (…) questo letto di fuoco si è spento svelto, lui ci ha mentito”.
Torna la serietà con Non c’è più, un pop rock col giusto equilibrio tra chitarre ed arpeggi elettronici, mentre la voce vola cantando il punto di vista di un emigrato in terra straniera.
Per La dedica del DJ, ambientata in discoteca, il batterista giustamente fa un ritmo in levare, il basso fa i salti d’ottava e una chitarra fa cekeceke, ma il testo cela un’ironia stile The Jackal: “Ho un invito per me stasera nella discoteca degli esclusi, metterò una camicia viola, che colorerà l’atmosfera e si ballerà (…) leggo ‘ingresso’ sull’uscita della discoteca degli esclusi, non c’è coda non c’è fila, sono solamente io che vengo qui, a ridere di me delle mie scarpe lucide”.
Pop rock sorregge Addio, brano sottotono rispetto al resto dell’album, con arpeggi delicati di chitarra e suoni atmosferici di tastiera. Verso la fine spicca il basso, che intesse anch’egli un arpeggio. Sempre il basso apre la canzone di chiusura dell’album, Alba, dove poi il pianoforte ci accompagna in un mood emotivo dove la batteria suona piano, facendo dei crescendo che mai deflagrano. Si tratta di un tenue strumentale, che lo immagino ottimo come apertura di un concerto dal vivo, prima di scaldarsi.
Si sapeva già che erano bravi i Grace N Kaos, ma stavolta in più sorprendono anche nella scrittura dei testi, inserendo momenti esilaranti accanto alla serietà d’ordinanza con cui li conosciamo.
Credits
Crediti: Gianluca Casazza (Voce, Cori); Massimo Tabacchin (Batteria); Federico Andreotti (Basso, Cori); Davide Pelà (Chitarre, Cori); Stefano Sottovia (Chitarre, Ukulele, Piano, Synth); Cristiano Tomiato (Piano, Synth); Graziano Beggio (Cori su ‘Levante’). Prodotto da Grace N Kaos. Foto di copertina EffElle fotografia
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