Opera prima per gli abruzzesi Headlight, opera prima che supera – come scritto – i confini del pop nostrano anche se molto devono a quella forma, di inciso, di strofa, di incedere e di dinamiche…
Ma quel liquido e metallico funk che determina il tempo di questo disco degli Headlight, quella dolcezza un poco romantica che chiama a se orchestrazioni che forse avrebbero dovuto trovare degna luce, fanno di Timeline un disco di sperimentazione a suo modo, per loro conto… un disco di liquidità pop(olare), di bel gusto main stream… rubando i dettami ad una scuola decisamente inglese che ha fatto tendenza negli anni ’90 e 2000. Primo disco che sembra uscito dalle belle sonorità di George Micheal e non solo… con le opportune distanze di merito.
Iniziamo proprio dal nome, come facciamo spesso. Headlight. Perché? Da dove nasce?
Ci stavamo chiedendo cosa fosse la musica per noi, per ognuno rappresentava una guida, una luce che ci indicava la strada, anche se intorno era completamente buio. Headlight (faro della macchina) è l’importanza che la musica ha per noi.
Da questa mattina gira sulle nostre pagine il vostro video di lancio. “This Love”. L’amore dentro collage, dentro distorsioni della realtà in qualche modo… c’è della psichedelica dentro questo video. Che concetto di “amore” volevate raggiungere?
Un amore che non si limita al rapporto tra due persone, ma un amore verso qualsiasi cosa che ci faccia stare bene, un amore sano e puro, verso qualsiasi cosa sana e pura, che sia in grado di generare emozioni(positive) nella nostra vita.
Dall’esordio si passa ad avere uno sguardo dentro le trame di questa scena italiana. Cosa avete trovato e come ha risposto il pubblico a questa prima opera degli Headlight?
Sicuramente qualcuno è partito prevenuto, “Il solito gruppo italiano che sogna di essere inglese”. Nonostante questo, è giusto riconoscere, che nelle varie occasioni in cui abbiamo avuto la possibilità di presentare il nostro album, i feedback sono stati positivi. Condividendo il palco con altri artisti, ci siamo resi conto dell’esistenza di realtà molto valide, che purtroppo si muovono ancora in circuiti di nicchia.
Anche nel resto del disco troviamo momenti di ampio ritorno alla psichedelia “pop” (se mi si concede il termine) degli anni ’90. Penso che questo sia un disco molto legato a quel periodo… sbaglio?
Gli anni 90, hanno giocato un ruolo fondamentale nella scelta dei nostri gusti musicali, ci hanno segnato in qualche modo, anche se non eravamo maturi e consapevoli per comprendere pienamente la realtà che ci circondava e soprattutto la musica di quel periodo.
Orchestrazioni? Molta parte di questo lavoro sembra quasi richiederle come fossero soluzioni di arrangiamento in grande stile… ci avete pensato?
Abbiamo pensato molte volte a questa cosa, un giorno, sarebbe bello poter usufruire di una sezione d’archi, per la produzione di un brano. Fino ad ora, il motivo per cui questa cosa non è stata attuata, è soltanto per mancanza di risorse economiche. Vita da musicisti purtroppo.
Domanda classica: dopo questo singolo? Nuove cose in cantiere?
Molto presto, sentirete parlare nuovamente di noi.
Guarda il video degli Headlight
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