Hands on the Puzzle, nuovo disco del cantautore tedesco Henrik Freischlader. Si tratta di un lavoro realizzato da musicisti molto talentuosi e di cui Blues e Soul ne fanno da fondamenta. Blog della Musica lo ha intervistato
Ciao Henrik, iniziamo l’intervista parlando di come hai iniziato a fare musica… hai frequentato una scuola o sei autodidatta? Come ha influenzato il modo in cui fai musica ora?
Non ho frequentato nessuna scuola e non ho avuto un maestro, a parte tutti i grandissimi musicisti che ho ascoltato. Per me è tutta una questione di orecchio e di tentativi, non so niente di accordi e non so leggere la musica. Per questo motivo non posso dire realmente di scrivere musica, ma do vita a canzoni nella mia testa. Per me questa è una cosa molto naturale e piacevole poiché posso creare sempre qualcosa di nuovo, in qualsiasi momento.
Ci puoi raccontare quello che sta dietro il tuo nuovo disco Hands on the Puzzle? Quali sono i valori che porti avanti e che vuoi comunicare al pubblico?
Hands on the Puzzle rappresenta il desiderio di fare un grande passo indietro all’“Old School”. Credo che più o meno tutti sentano almeno un po’ questo desiderio e capiscano quanto questo tipo di valori siano in discesa e ne senta la mancanza. Alla fine ormai gira tutto intorno al denaro e mi sembra che la gente creda solamente a questo: è un vergogna,si tratta solo di piccoli fogli di carta o delle cifre sul web, eppure hanno un impatto enorme!!! Sarebbe molto meglio credere in Dio e nelle nostre capacità e potere e capire quanto queste siano importanti. Potremmo fare molto di più se solo riducessimo le nostre necessità e ci concentrassimo su quello che conta veramente, ovvero il tempo e un uso intelligente di questo. E invece non facciamo altro che ammazzare il tempo con l’ansia di fare soldi e poi andando online a comprare oggetti di cui non abbiamo realmente bisogno e che presto finiranno nel bidone. Paghiamo tutto questo e non ci chiediamo prima se ne abbiamo davvero necessità.
Sarebbe bene comprare per esempio vestiti di seconda mano, utilizzarli per anni, investire tutto il nostro tempo e amore nei nostri bambini, ascoltare la saggezza dei più anziani e, ovviamente… basta coi regali di Natale! Natale è già il regalo!
Il tour che stai portando avanti adesso si chiama “Old school tour”: cosa ti ha portato a questa scelta?
E’ tutto collegato, volevo ridurre tutto per me stesso, innanzitutto per provare che funziona davvero 🙂 Ho trovato delle persone fantastiche con cui fare musica e con cui stare bene, cosa questa fondamentale. Stiamo tutti nel mio piccolo furgone, anche con tutti gli strumenti e in questo modo ci adattiamo molto alle varie situazioni. Durante il tour tutto ruota intorno alla musica e al nostro desiderio di condividerla con chi ci ascolta. Mi piace molto tutto ciò che è “Old school”, dovrebbe essere il nuovo stile d’oggi 🙂
Abbiamo visto che ti sei cancellato da tutti i social… una scelta particolarmente alternativa ai giorni nostri. Come mai hai preso questa decisione? In che modo resti in contatto con i tuoi fan e comunichi con loro?
Alla fine dei nostri concerti, per esempio, ci intratteniamo sempre con i presenti, parliamo con loro, ci piace comunicare con la gente faccia a faccia!
La nostra ultima newsletter era una vera lettera con tutte le informazioni che servono a chi ci segue, come appunto le tappe del nostro tour e la notizia del nostro nuovo album. Tutto il resto è superfluo! Ecco perché mi sono tolto dai social che rappresentano solo un eccesso di informazioni non necessarie, nessuno dovrebbe aver tempo per queste cose 😉 E non fa bene mettersi sempre in mostra in ogni momento, non è salutare! Le persone che davvero tengono a te non sono interessati alle tue foto, perché sono accanto a te e non hanno bisogno delle tue foto per vederti. Nè di hashtag o filtri 🙂
Quali sono le tue fonti di ispirazione nel tuo processo di scrittura?
Fondamentalmente qualsiasi cosa! Tutto ciò che accade al mondo e un grande “Perché”…L’unico modo per fermare qualcosa è tagliare tutto ciò che appartiene a questo qualcosa. E’ molto semplice da comprendere e non ci vuole molto a rispondere alle domande dei tempi moderni: Charlie Chaplin lo ha fatto più di 80 anni fa!
Ancora, la musica viene in maniera naturale, suonando con la band e il testo è collegato alla musica stessa. Per esempio “Community Immunity” parla del potere che la nostra comunità avrebbe se non volessimo sempre essere qualcosa di speciale. La cosa divertente è che noi siamo qualcosa di speciale nel momento in cui smettiamo di voler essere qualcosa che non siamo. Ecco perché nella canzone ognuno suona lo stesso riff, sottolinea che siamo tutti uguali ma anche molto speciali e unici.
La tua band è composta da musicisti molto talentuosi e affiatati e questo è molto evidente nella vostra musica. Qual è il segreto?
La libertà! è il segreto che sta dietro a qualsiasi cosa. Adoro la mia band e adoro ascoltare quello che suonano i musicisti che la compongono. Sono il loro fan numero uno 🙂