INTERVISTA | I Megattera e le good vibes di “Rido”

I Megattera sono Marianna (voce) e Maurizio (chitarra). I due si incontrano attorno al 2010 e scatta la scintilla. Nasce, così, una collaborazione che da vita a numerosi progetti, tra cui un duo jazz acustico che li porta a suonare in svariate situazioni in Italia e all’estero. Li abbiamo incontrati ed ecco cosa ci hanno raccontato in questa intervista

Megattera, il loro progetto di inediti, nasce nel 2017, anno in cui Marianna scrive il primo brano, e prende corpo negli anni successivi. Fondamentale l’incontro e la collaborazione con Raffaele Rabbo Scogna, polistrumentista, arrangiatore e produttore di tutti i brani. Il primo singolo del progetto, “Whale”, vede la luce nel 2022, seguito nel 2023 da “Ginko” e “Rido”, tutti pubblicati con l’etichetta Le Stanze Dischi.

Ciao Megattera, presentatevi in qualche riga a chi sente parlare di voi per la prima volta.

Siamo i Megattera, duo formato da Marianna (voce) e Maurizio (chitarra). La nostra musica è un mix di soul, jazz, bossanova, musica italiana anni Cinquanta/Sessanta, pop e atmosfere lo-fi. Oltre alle influenze musicali che fanno parte del nostro bagaglio, traiamo grandissima ispirazione dalla natura in tutte le sue forme. Suoniamo insieme da più di dieci anni e da qualche anno è nata l’esigenza di esprimerci con una voce e un linguaggio che fossero nostri al 100%. Così è nato il progetto Megattera, che ha preso il nome del nostro animale-guida, la balena. Anche il nostro primo singolo – Whale, uscito nel 2022 – è un omaggio alla balena, che ha “incrociato” la nostra strada in innumerevoli occasioni. Se c’è un messaggio che vorremmo la nostra musica comunicasse è la libertà di poter essere ed esprimere sé stessi.

Ci parlate un po’ del vostro metodo di lavoro? Quando create un nuovo pezzo studiate tutto a tavolino oppure vi lasciate completamente guidare dall’ispirazione? C’è una suddivisione ben precisa dei ruoli o lasciate pieno spazio alla contaminazione?

Non abbiamo un metodo di lavoro sempre identico: la scrittura si adatta molto al periodo che stiamo vivendo e all’ispirazione del momento. Ci sono brani che sono nati tutti d’un fiato (come il nostro primo singolo Whale) e hanno subito pochissime modifiche per arrivare alla versione definitiva; e poi ci sono brani di cui è nato un ritornello già formato, ma che hanno richiesto un grande lavoro di scrittura e riscrittura per essere messi davvero a fuoco. È questo il caso del nostro ultimo singolo, Rido, che ha avuto una gestazione di diversi mesi. Di solito la prima ispirazione è di Marianna, che registra centinaia di memo vocali con idee estemporanee nate nei momenti più diversi (ma molto spesso durante passeggiate in campagna o sul fiume). Quando un’idea è particolarmente insistente e si ripropone diverse volte nel corso dei giorni, capiamo che dobbiamo lavorarci. Da questa prima idea Maurizio estrae una progressione di accordi che funziona da tappeto per le successive improvvisazioni. E qui parte la fase di costruzione di scrittura del testo e della struttura del brano, che è una sovrapposizione di elementi in più momenti e viene da entrambe le nostre teste. Ci conosciamo e lavoriamo insieme da così tanto che questa fase, che potrebbe essere un vero caos, invece risulta sempre molto fluida e spontanea. Dopo questa fase di brainstorming, si comincia a vagliare quello che abbiamo scritto e lo si fa girare. Solo quando la struttura è definitiva, sentiamo il nostro produttore, Raffaele “Rabbo” Scogna, e ascoltiamo il brano insieme per capire se il pezzo è valido e possiamo lavorarci insieme. È importantissima la presenza di un orecchio esterno, non emotivamente coinvolto nella scrittura, che possa dare delle dritte su ciò che funziona o non funziona di quanto scritto. Il fatto che, in più, sia per noi un carissimo amico che ha a cuore il progetto e un professionista di inestimabile valore ed esperienza, è un vero plus. Alla fine del lavoro di fino su ogni dettaglio del testo e della musica, si arriva alla struttura definitiva e si comincia a registrare. Anche in fase di registrazione ci possono essere piccole modifiche di melodie o testo, ma il grosso del lavoro è sul suono in questa fase. L’ascolto finale del mix è sempre da pelle d’oca perché tutto va al suo posto e il pezzo si rivela nella sua completezza. È un’emozione grandissima!

Qual è, secondo voi, la situazione ideale per ascoltare “Rido”?

Ci sembra un brano perfetto come colonna sonora di un viaggio: ce lo vediamo benissimo sparato a tutto volume in un viaggio on the road, sarà che anche noi lo ascoltiamo spesso in macchina e ormai è diventato un rito. D’altra parte, però, è anche un brano perfetto al risveglio, per darsi la carica. E poi è proprio l’ideale quando le cose hanno preso una brutta piega e non si sa più da che parte girarsi: è uno di quei brani che ti svoltano la giornata e ti aiutano a cambiare prospettiva.

Quali aspetti della vostra personalità può raccontare di voi questo pezzo?

Rido racconta innanzitutto della nostra voglia di leggerezza con le sue good vibes un po’ funk, che ci sembravano perfette per l’estate. D’altra parte, però, anche la leggerezza per noi è sempre una conquista: è un modo diverso di guardare alle cose, alla quotidianità, al mondo, che spesso non è un luogo rassicurante e accogliente, ma ci schiaccia con aspettative, regole e logiche che non ci appartengono. La leggerezza non è sempre facile da ritrovare in questo contesto ed è per questo che è ancora più importante farlo: per resistere contro le brutture del mondo, per gioire di ciò che di bello c’è, delle piccole cose, della vita stessa.

Cosa ne pensate della scena musicale milanese? Qual è l’aspetto che preferite e qual è invece quello che cambiereste?

La scena milanese è davvero ricchissima di talenti e spazia enormemente tra i generi. Crediamo che la bellezza di questa scena sia la sua ricchezza: Milano al momento è uno dei place to be per fare musica in Italia. Allo stesso tempo, è però difficilissimo emergere con così tanta offerta musicale valida e, senza il giusto supporto e un grosso team di lavoro, ci si sente un po’ sperduti. Il nostro punto di vista, tra l’altro, è quello di musicisti della provincia di Milano est, e quindi è ancora più laterale, se vogliamo dire così.

Parliamo di musica dal vivo: qual è il più bel concerto cui avete assistito?

Ce ne sono tanti! Per Marianna di sicuro Stevie Wonder e Erykah Badu al primo posto, due artisti che sono anche tra i suoi preferiti in assoluto. E poi Nu Genea e L’Imperatrice per l’energia e l’intensità, oltre che per i suoni coinvolgenti e mai scontati. FKJ a Copenaghen, un one-man-show che ci ha aperto la mente. E poi Marco Castello al MiAmi: abbiamo scoperto questo artista solo da un paio di anni, ma ci ha subito conquistato per la sua scrittura incredibile, l’ironia e l’enorme talento musicale. Per Maurizio, poi, Avishai Cohen e Roy Hargrove ascoltati a Nizza qualche anno fa e rimasti nel cuore. Leggendari i concerti di José James e Bilal al Biko: due talenti stratosferici e due band che spaccavano. E poi Studio Murena al MiAmi: un muro di suono denso e un talento pazzesco, e poi il loro mix di jazz e rap è personalissimo e mai banale.

Cosa succederà da ora in avanti?

Negli ultimi mesi abbiamo lavorato ai sette brani che daranno vita al nostro primo EP, che speriamo possa uscire entro la fine del 2023. Sarà un lavoro molto vario e conterrà molte nostre sfaccettature. Nel frattempo stiamo già lavorando ai brani che verranno dopo l’EP: ci sono già un po’ di idee che girano per le nostre testoline e non vediamo l’ora di lavorarci più a fondo. In più, dopo la data al Bachelite, speriamo si presenti qualche occasione di suonare dal vivo e di condividere la nostra musica con quanta più gente possibile!

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