I Musaika raccontano il loro Orizzonte Inverso

I Musaika ospiti sul nostro Blog della Musica per una intervista. Mario Benedetti, Valerio Lazzaro, Marco D’Agostino, Roberto Properzi e Sandro Di Nicola ci raccontano come è nato questo interessante progetto musicale.

Come e quando sono nati i Musaika?
Nascono per un progetto passato e fortunati incontri nell’Aprile del 2013. Abbiamo scritto collaborando insieme ad altri musicisti oltre che amici, “Orizzonti inversi” mettendo tutto il rock che avevamo dentro. Da questo momento abbiamo deciso di lavorare per creare una nostra identità. La cosa più bella, nonostante abbiamo delle influenze musicali diverse, ci riconosciamo tutti in quello che stiamo facendo: a tutti noi piace la musica che proponiamo e questa è una costante spinta a continuare e migliorarci.

Suonate insieme da solo due anni e avete già registrato un cd e siete seguiti da una etichetta discografica. Tanta carne al FUOCO?
Beh in realtà no… A noi sembra tutto così naturale, anzi vorremmo sempre una crescita continua e costante, ben venga altra carne al fuoco, allora si che ci si divertirà… Per ora vediamo come andrà il disco, in che maniera verrà sponsorizzato e soprattutto come lo suoneremo, è quella la cosa più importante! Siamo carichi!

Non sempre è così facile per una band arrivare a questi risultati in così poco tempo. Come ci siete riusciti?
Bisogna avere le idee chiare, su quello che si vuole suonare e come suonarlo. Bisogna dedicare tanto tempo alla musica e al gruppo. Importantissimo è il rapporto che lega le persone affinché avvenga la “magia” della composizione. Bisogna essere fortunati e soprattutto battere il ferro finche è caldo. Non sappiamo se è la ricetta giusta, ma è la nostra!

Avete saltato la Gavetta? Raccontaci dei vostri inizi.
Non l’abbiamo saltata anzi, viviamo di gavetta! Partiamo in senso casuale… Roberto: grande bassista, iperattivo, è nostro public relationer, nonché businessman. Si impegna sempre tantissimo e riesce a dare un dinamismo al gruppo non indifferente, soprattutto nei live, che secondo me è la nostra vera dimensione. Lui ha suonato prima con una cover band di John Mayall, poi con i Dorsum Cloos. Sandro: batterista trasversale, dal blues al rockabilly, anche lui membro della cover band di John Mayall insieme a Roberto. Sicuramente è il capitano del gruppo, perché gli va riconosciuta l’anzianità. Sempre presente anche quando non c’è, un punto di riferimento fondamentale per noi. Ha quello spirito critico che riesce a farti vedere sempre le cose da un altro punto di vista: è vero, concreto e la sua è una ruvidità positiva. Valerio: chitarra solista, gibsonista, è il più giovane del gruppo, l’antagonista di Sandro per anzianità. Talentuoso con il suo strumento, perché penso che poche persone riuscirebbero ad avere un sound e un approccio così semplice alle melodie e ai riff che crea. Marco: chitarrista ritmico dei Musaika, ma inizia la sua esperienza con la musica da batterista nei Trigemini, gruppo hard rock. E’ una persona che esce fuori un pezzo alla volta per farti apprezzare ancora di più la sua genialità, da artista, da cazzone e da pignolo. Mario: esperienze passate nei CrazyNuance, gruppo grunge, rock, blues… e in una tribute band anni 80. Cantante e ultimo tassello dei Musaika. Tanta energia… quello che dice e la forza con cui lo canta rispecchia molto la sua personalità

Nel vostro primo disco Mystica ci sono evidenti riferimenti alle droghe. Un argomento delicato e sensibile. Come vi ponete al riguardo?
Le posizioni rispetto a questo tema possono essere varie, non c’è una direzione precisa, netta tra giusto e sbagliato, perché comunque il tema “droghe”, già come parola, richiamerebbe troppe cose da mettere in ballo. Vorremmo che si percepisse la nostra volontà di creare un elemento di rottura. Nel senso, mettere in evidenza quelle che sono le sensazioni espresse nello stato d’animo di chi ne fa uso e allo stesso tempo di chi le giudica e osserva solo da fuori. Vorremmo indurre a far capire qual è il meccanismo che si alimenta dietro a tutto questo. Non è solo parlando di droga che ci possiamo sentire in diritto di condannare qualcuno o qualcosa, ma è tutta la struttura che c’è dietro a questa parola, a partire dai media fino ai discorsi da bar. Parlando solo di musica quello che si possa percepire da questo pezzo non ce lo poniamo come uno scopo, tutto può essere interpretato ed è anche questo il bello della musica. Vorremmo che il brano piaccia per il suo impatto musicale, per il testo, per la voce.

Ogni rock band ha un messaggio sociale che vuole promuovere attraverso la loro musica. Qual è il Vostro?
La domanda è bella, la risposta non sappiamo se sarà all’altezza. Un messaggio unico in cui ci riconosciamo è divertirci. La musica è questo. Noi parliamo di 1000 tematiche: amore, politica, sesso, giustizia sociale… ma alla fine quello che vorremo è partire dal principio, come quando si inizia a suonare a 14 anni nel garage del batterista! La musica è nata solo ed esclusivamente per comunicare, è la storia che ce lo insegna. Non amiamo ascoltare canzoni che non ci lasciano delle sensazioni sulla pelle. Può far divertire, può far piangere, può far riflettere, può darci una chiave di lettura talmente profonda da aprirci un mondo e ancora un altro all’interno. Ma questo vuol dire che il suo ruolo ha centrato perfettamente l’obiettivo: ha colpito

Cosa ancora vi manca per sentirvi realizzati? Cosa vorreste nell’immediato futuro?
Ci manca una possibilità, la possibilità di giocarcela. Il mercato è duro e fatto di dinamiche complicate. Vorremo uscire fuori, almeno essere ascoltati, avere la possibilità di fare di tanti live e farci così conoscere da un numero sempre più vasto di persone. Vorremo un futuro sempre cosi.. con la musica che gira intorno, con l’ispirazione sempre pronta ad essere colta, un altro album… qualcosa da dire ancora ce l’abbiamo. Suonare: a noi interessa questo, partire dal territorio, suonare ovunque ce ne sia la possibilità.