Chitarre graffianti, parole riversate come colore che cola dalle pareti. Questo e molto altro è il nuovo album dei Roseluxx, il terzo in carriera, che dalle pagine del Blog della Musica ci parlano di Grand Hotel Abisso.
Un caldo benvenuto ai Roseluxx su Blog della Musica. Come mai avete scelto per titolo Grand Hotel Abisso per il vostro terzo lavoro in studio?
Una volta registrati i brani ci siamo chiesti cosa li legava e si è rivelato un senso di decadenza, diffuso nei testi e nella musica, che rifletteva una visione della nostra società. Il titolo Grand hotel Abisso l’abbiamo preso in prestito da un saggio del ‘900 di Lukacs e ci sembrava evocativo di un presente distopico in cui comodamente, come in un hotel di lusso, osserviamo il declino profondo della nostra civiltà, minacciata da una catastrofe ambientale e da un modello di sviluppo non più sostenibile. Questo senso di amarezza e incombenza lo abbiamo trasferito nei nostri brani e declinato sia in una dimensione “sociale” che in una più intima.
Grand Hotel Abisso è stato anticipato da un singolo Neflixx che nonostante quella “x” in più richiama chiaramente alla piattaforma streaming più famosa del mondo, qui declinato nella personale visione del mondo che ci circonda. Come è nata questa canzone?
Abbiamo voluto narrare, in una storia quotidiana, la critica a uno stile di vita basato sulla fruizione passiva dei contenuti delle piattaforme streaming (di cui Netflix è solo un esempio) mentre il mondo fuori dal divano cambia e non sempre in meglio. Le nuove generazioni spesso subiscono l’imbarbarimento di una cultura e un conformismo preoccupante senza più punti di riferimento, senza una coscienza critica. Abbiamo gridato con le nostre chitarre e lo spoken word la critica a questo modello che subiamo passivamente e che rischia di diventare sempre più egemonico anche grazie al periodo di lockdown dovuto alla pandemia.
Quali sono punti di riferimento musicali dei Roseluxx?
Proveniamo da esperienze diverse e siamo abbastanza grandicelli, per cui ci resta difficile poter parlare di punti di riferimento precisi che ci accomunano. In effetti credo che ascoltiamo di tutto ma senz’altro possiamo parlare del fatto che, anche anagraficamente, veniamo da quelle esperienze che genericamente vanno sotto il nome di post-punk. Abbiamo poi una grande passione per la musica dei compositori classici contemporanei più o meno d’avanguardia. Per il resto, se ci si riesce, potremmo tracciare un perimetro che va dall’afrobeat al post-rock, dal minimalismo all’elettronica sperimentale, dal noise alla canzone d’autore… e potremmo continuare…
Il disco dei Roseluxx
Brani lunghi, alcuni oltre i cinque minuti, molto fuori da quello che richiede il mercato odierno fatto di streams e ascolti rapidi. Rock, armonie decise, tutto rigorosamente suonato, tranne alcune parti al synth. Sembrerebbe quasi un disco registrato in presa diretta. Avete registrato Grand Hotel Abisso tutto in un’unica sessione o le varie parti e poi lavorate in post produzione?
Abbiamo registrato il disco in una sessione insieme senza utilizzare il “clic” basandoci quindi sull’interplay dal vivo ma mantenendo solo le “take” di batteria sulle quali abbiamo riregistrato in un secondo momento le parti chitarristiche e vocali. Non abbiamo fatto grandi interventi né di editing e né di sovraincisioni e abbiamo mantenuto gli arrangiamenti volutamente scarni senza grandi post produzioni in modo da riprodurli abbastanza fedelmente una volta suonati dal vivo. Evidentemente ne è uscito un lavoro autentico senza perdere in raffinatezza.
In questo lavoro dei Roseluxx c’è spazio anche per un brano iconico di Tim Buckley, padre del compianto Jeff. Song to the siren diventa nella vostra cover Canto alla sirena, come mai avete optato per la traduzione quasi letterale del testo, anziché un eventuale adattamento?
Non ci interessava fare un adattamento di questa canzone, con questo non vogliamo sminuire questo termine, ma generalmente l’adattamento di un brano porta ad un risultato troppo simile all’originale. A noi interessava creare una nostra personale interpretazione e per arrivare ad un risultato per noi soddisfacente ci abbiamo impiegato 3 anni. E finalmente il brano è stato inciso sul nostro ultimo lavoro Grand hotel Abisso.
Di questa canzone ne sono state fatte diverse versioni, ma sempre nella lingua in cui è stata scritta, questa è la prima vota che viene cantata nella nostra lingua. Sicuramente questo è uno dei motivi che ci ha ispirato a trovare una degna traduzione, e quella presa dal romanzo Margherita Dolcevita di Stefano Benni, ci è sembrata la più adatta da cantare in italiano.
Quanto conta la musica e quanto le parole nelle vostre canzoni?
In fase compositiva viene senz’altro prima la musica, in questo ci discostiamo dalla tradizione cantautoriale italiana che vede secondo noi la musica troppo sacrificata rispetto al testo. A partire da questo presupposto e dal momento che abbiamo deciso di cantare in italiano, ci siamo posti seriamente il problema delle liriche evitando banalità o soluzioni solo musicali e ritmiche, ma elaborando i significati che intendiamo comunicare. I testi sono ispirati dal mood del brano e la scansione delle parole dalla ritmica. I contenuti in generale esprimono un disagio sociale o individuale o una critica all’esistente e spesso ricerchiamo collegamenti letterari (nei nostri testi ci sono citazioni palesi o nascoste) o suggestioni che ci legano ad altre arti.
Considerazioni sul Panorama Musicale
Cosa ne pensano i Roseluxx del panorama musicale italiano?
Esistono in varie parti del nostro paese, realtà musicali legate a piccoli club e spazi occupati dove è possibile ascoltare proposte strettamente collegata alla cosiddetta musica altra. Con “musica altra” intendiamo, musica di ricerca, avant rock, elettronica, improvvisazione.
Riteniamo preziosa questa scena musicale, per noi di grande ispirazione per le nostre composizioni, inoltre vicine ai nostri ascolti. Con questo affermiamo che, esiste una scena italiana, in grado di coniugare qualità e creatività e capace di influenzare altre realtà musicali che cercano nel suono e nel testo una pura espressione artistica.
Suggerite tre brani assolutamente da ascoltare per gli amanti del rock, quello vero.
The Stooges: 1970; Battles: Atlas e per finire i King Crimson con Sex Sleep Eat Drink Dream.
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