Il Boom: poesia al Jazz Club questa sera

Eccolo l’esordio de Il Boom, una formazione creatasi per l’occasione e in occasione di un grande incontro: quello tra Eugenio Ciuccetti (autore, poeta e produttore discografico) e Raffaele Rinciari (musicista di grande fama soprattutto in ambito televisivo). Al trio decisamente Jazz guidato da Rinciari si sposano con gusto le parole di Ciuccetti. Poche settimana di grande passione ed eccolo venuto alla luce un disco che lascia poco spazio al superfluo e all’industriale. Per i palati fini di alto artigianato italiano. Si intitola “Così come ci viene” e noi ce lo facciamo raccontare proprio da loro:

“Così come ci viene” è il vostro primo disco insieme oppure avete fatto altri esperimenti in segreto?
Il quartetto formato da Raffaele Rinciari (piano e voce), Michele Lazzarini (sax), Alessandro Cassani (basso e contrabbasso) e Donato Tarallo (batteria), suona da tanti anni insieme. Ma il progetto de Il Boom è una cosa nuova di zecca, nata dall’incontro con l’autore e produttore Eugenio Ciuccetti.

Spesso si attribuisce – sbagliando – il termine di “colto” quando si parla di questo genere di canzone d’autore. Voi cosa ne pensate?
Più che da noi, credo dipenda dal gusto, dalla sensibilità e dalla cultura del pubblico che verrà a contatto con la nostra musica. Certamente il nostro disco pretenderebbe un po’ d’attenzione da parte dell’ascoltatore. Non è fatto per essere un mero sottofondo. Nel nostro disco ci sono poesia, ironia, attualità, nostalgia, sogno e disincanto. Ma non vogliamo essere snob. Crediamo di poter essere apprezzati un po’ da tutti.

“Così come ci viene”: è come vi è venuto? Dovendolo guardare con un occhio esterno, siete riusciti a rappresentare quello che avevate dentro?
Penso di si.  Innanzitutto la nostra spontaneità.  Il Boom non nasce per calcolo ma per istinto.

Nel disco ci sono molti riferimenti sociali di questa nostra attualità. Oggi la canzone si impegna sempre meno sul piano politico e sociale. Voi cosa ne pensate?
Canzoni che apparentemente trattano temi politici e/o sociali in realtà se ne sentono anche oggi ma spesso la nostra sensazione è che anche loro finiscano per giocare tutto su facili slogan preconfezionati e luoghi comuni compiacenti nei confronti del grande pubblico. Niente che vada davvero a toccare la coscienza e la sensibilità delle persone. Noi non abbiamo voluto fare a tavolino un disco “politico” ma con spontaneità abbiamo messo in musica quella che è la nostra percezione del mondo in cui viviamo. E spesso raccontare semplicemente la realtà è la cosa più rivoluzionaria.

Italia e il suo consumismo discografico fatto di tanta scarsa qualità. Il vostro disco come e per chi si presenta?
Il nostro è innanzitutto un disco sincero. Come detto in precedenza Il Boom non nasce in laboratorio ma dall’incontro spontaneo di note e parole che evidentemente si stavano cercando a vicenda. Il risultato è un mix effervescente fatto di ritmo e contenuti che, a nostro avviso, può intrigare sia il pubblico più adulto e raffinato che quello più giovane e curioso.

In ultimo ovviamente la domanda di rito: dal vivo? Come e quando?
Molto presto. E con un organico più grande oltre al quartetto base.

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