Improvvisazione musicale: riflessioni e considerazioni

L’improvvisazione musicale: cos’è, come nasce, come si sviluppa, come si può apprendere? Ne scopriamo il significato nell’articolo del pianista Virginio Aiello

L’arte, e quindi la musica, nasce e si sviluppa attraverso l’improvvisazione. Questo concetto trasversale e multiculturale è il riconoscimento che l’evoluzione dell’arte avviene per un bisogno, intrinseco e tumultuoso nell’uomo, verso la comunicazione

L’improvvisazione musicale

La pratica dell’improvvisazione musicale è evidente in tutte le fasi della storia della musica. Essa è sempre stata una forza potente nell’invenzione di nuove forme e, qualsiasi studio storico che non tenga in debito conto l’elemento improvvisativo, presenterà necessariamente un quadro incompleto. Ciò perché non è possibile trovare un solo settore della musica che non sia stato influenzato dall’improvvisazione e neppure una sola tecnica o forma musicale, che non abbia avuto origine dalla pratica improvvisativa o non sia stata da essa condizionata. L’intera storia dello sviluppo musicale è accompagnata da manifestazioni dell’impulso a improvvisare.

Cos’è l’improvvisazione musicale

Dipinto di Action painting di Jackson Pollock

Dipinto di Action painting di Jackson Pollock

L’improvvisazione musicale è un linguaggio composto da parti che si combinano tra loro dando origine talvolta a soluzioni creative ed originali.

Improvvisare, inventare al volo melodie, ritmi, suoni è la cosa più ovvia e naturale che esista, ed in effetti la si pratica da decine di migliaia di anni. Gli esseri umani hanno prodotto musica sin dalla preistoria con una precisa funzione nella vita sociale. Per gli uomini primitivi la musica era un elemento essenziale nei rituali di guarigione, di caccia e guerra e un mezzo di comunicazione con gli spiriti dei defunti. Il bisogno di esprimersi attraverso i suoni nasce con l’essere umano. Nel corso della storia l’improvvisazione è praticata in vari ambiti e culture: si improvvisa nel discanto medievale, nelle cadenze del periodo barocco, nelle rime dei poeti toscani, nella commedia dell’arte, nel raga indiano, nell’action painting.

La vita stessa è un processo largamente improvvisativo: si interagisce socialmente con i propri simili attraverso regole condivise ma si è liberi di applicare diverse scelte e strategie all’interno di queste regole.

L’improvvisazione musicale ha svolto un ruolo di rilievo nella nascita del canto gregoriano e della polifonia, l’uso dell’abbellimento improvvisato ha raggiunto il suo apice nel barocco, mentre si è prolungata fino ai nostri giorni nella musica per organo e nella musica aleatoria.

Partitura di musica aleatoria

Partitura di musica aleatoria

La notazione arriva successivamente, come una sorta di promemoria, di traccia per l’esecutore.

L’apparizione del pentagramma e dei simboli di durata temporale fanno sì che l’opera musicale cessa di essere esclusivamente musicale ed inizia ad esistere fuori da se stessa sotto forma di un oggetto che prende nome di partitura.

A partire dal diciassettesimo secolo nella musica occidentale, con l’affermarsi di una nuova concezione di compositore, la prassi improvvisativa comincia a irrigidirsi e a codificarsi, perdendo sempre più il carattere di estemporaneità per diventare prassi compositiva.

Le istruzioni che accompagnano le notazioni musicali diventano più dirette ed esplicite nel corso dell’ottocento e anche la progressiva difficoltà formale delle composizioni è tale da non tollerare più la flessibilità e la libertà di un’improvvisazione.

L’improvvisazione jazz

Nonostante questo l’improvvisazione musicale continua ad esistere pur se “relegata” all’ambito istintivo e creativo del compositore. Deve però aspettare la nascita e il tumultuoso sviluppo del jazz per svelarsi nuovamente come prassi esecutiva. Con il jazz, l’improvvisazione torna ad essere centrale.

Francesco Toraldo quadro jazzisti

Francesco Toraldo, olio su tela del 2012, jazzisti intenti nell’improvvisazione

Il jazz è lo stile idiomatico scelto dall’improvvisazione per darsi dignità di analisi e storicizzazione musicologica moderna; si può discutere e analizzare l’evoluzione dell’improvvisazione connettendo questa alla storia del jazz e ai suoi stili. Al musicista occidentale il jazz serve soprattutto perché gli ricorda qualcosa che, nel contesto della musica occidentale, era quasi estinto, gli rinfresca la memoria sul fatto che creare musica ed eseguirla non sono necessariamente due attività distinte.

Si può imparare l’improvvisazione musicale?

Da un lato, vi è l’idea diffusa che la comprensione della musica necessiti di una particolare istruzione e pratica. Dall’altro, alcuni ricercatori sostengono invece che la percezione della musica non necessiti di un particolare apprendimento, non più di quanto richiedano la percezione visiva, il linguaggio o la memoria. In un certo senso entrambi i punti di vista sono corretti, dipende dalla definizione di comprensione musicale. John Blacking, antropologo inglese, propone l’etnomusicologia come metodo per l’educazione musicale: esiste una simmetria tra uomo e musica dove l’uomo compare, da una parte, come un prodotto di processi fisiologici e cognitivi universali, dall’altra, come espressione del proprio sistema sociale e culturale.

Per chi ha ricevuto un’educazione musicale accademica, spesso la pratica dell’improvvisazione musicale è vissuta come un percorso difficile da affrontare, pensando che occorrano chissà quali abilità o percorsi specifici di studio. Per improvvisare non è necessario avere grandi capacità teorico/tecniche, anzi, un positivo rapporto improvvisativo con lo strumento rende ancora più interessante l’approfondimento della tecnica esecutiva ovvero l’avvicinarsi al perfezionamento utilizzando quel gusto della scoperta tipico dell’improvvisatore.

Improvvisazione e gioco

Si pensi a come un bambino impara a camminare, o come i bambini dimostrino una capacità creativa agli adulti ormai sconosciuta. La forza della curiosità, la mancanza di modelli preordinati, la sete di esperienze spingono ai massimi livelli la creatività. Per poter imparare a camminare, un bimbo deve mettere in moto il coordinamento di innumerevoli pensieri e azioni, per far ciò deve averne motivo e curiosità, altrimenti non lo farebbe.

La musica funziona in maniera simile: quando per la prima volta, avute una serie di indicazioni da un maestro, si cerca di produrre un suono, già si sta improvvisando; ovviamente non si darà a questa esperienza senso estetico o comunicativo, ma, il controllo di una serie innumerevole di parametri, già complessi solo per produrre un suono su uno strumento, rende   l’idea di cosa potrebbe essere il passo successivo. Improvvisazione intesa quindi come scoperta prima, e interazione dopo.

Virginio Aiello
Pianist, Composer, Accordionist

Bibliografia per approfondimenti

Bailey Derek, 1982, L’improvvisazione. Sua natura e pratica in musica, Arcana Editrice, Roma. Nuova edizione: ETS, Pisa, 2010.

Caporaletti Vincenzo, 2005 I processi improvvisativi in musica. Un approccio globale LIM, Lucca.

Sparti Davide, 2005, Suoni inauditi. L’improvvisazione nel jazz e nella vita quotidiana Il Mulino, Bologna.

John Blacking, 1986, Come è musicale l’uomo? Editore: Casa Ricordi Collana: Le sfere

Social e Contatti

  • Info: https://www.facebook.com/virginioaiellopiano
  • Website: https://www.virginioaiello.com/

Ringraziamo il pittore Francesco Toraldo per le immagini dei suoi bellissimi dipinti. Maggiori informazioni le potete trovare su www.francescotoraldo.com

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