Incompleto, cantautore di Torino, dedica alla sua città il suo ultimo brano pubblicato sugli store digitali proprio dopo la fine del lockdown. In questa intervista, oltre a darci un quadro generale sull’evoluzione e sul background della sua gavetta artistica, Incompleto ci racconta la nascita del singolo e ci presenta come un cicerone locale i luoghi musicali e non, più importanti di Torino
Partiamo dall’inizio: chi è Incompleto? Come mai questo nome? Quando e come nasce?
Incompleto è la mia anima riflessiva, la mia anima cantautorale. Il mio modo più profondo di essere. Mi sono sempre sentito in un certo senso incompleto nella mia vita, ma con sfaccettature diverse a seconda del momento: a volte a mancarmi era l’amore, a volte un posto, a volte un lavoro, a volte le capacità. Per questo motivo lo trovo molto calzante e rappresentativo per me e poi effettivamente lo trovo molto bello come nome per un artista indie, no?
Ad ogni modo, Incompleto nasce all’inizio del 2019, quando un evento stravolge completamente la mia vita e la scrittura di brani musicali diventa il modo per affrontare i miei problemi, le mie paure e una nuova realtà, tirando fuori pensieri e parole che, una persona introversa come me, fa fatica a veicolare ad altre persone.
Prima di essere Incompleto… avevi comunque un background musicale no?
La musica è sempre stata fondamentale per me. Ho sempre amato ascoltare la musica, sin da piccolo. Grazie a mio fratello ho iniziato ad ascoltare ed amare la musica rock di tutti i tempi! Amo cosi tanto la musica che per anni, insieme a Simone Cutraro, in arte Aklim (che è un mio carissimo amico, e il produttore di “A Torino”) ho condotto dei programmi in diverse radio web ed Fm locali sparse per lo stivale, gestendo anche la parte di regia e selezione musicale del programma.
Incompleto non è il solo progetto musicale: infatti, sempre insieme a Simone, ho fondato nel 2017 i Lindimixo, duo di Dj e producers dance/house, con i quali abbiamo pubblicato un album e un mesetto fa abbiamo firmato con Rehegoo Music un contratto discografico.
Torniamo a Incompleto. Ci parli dei tuoi precedenti singoli? Quali sono e di cosa hai parlato?
I singoli precedenti a A Torino sono 3 e sono stati pubblicati nel 2019: Ventisei, Immagine, Mi adatto. I tre brani hanno il filo conduttore dell’amore, ma rappresentano un’evoluzione, sia nello stato d’animo, nella condizione, sia nel sound, dal pop al rock, chiudendo sul pop/indie. In termini di contenuti si parte da una situazione iniziale in cui è appena finita una relazione importante, dove si passa ogni momento della giornata, ogni attività a vedere “il fantasma” della persona, a viverle come se fosse ancora presente, a dover costruire una nuova routine; la situazione poi evolve e quindi dopo aver passato questo periodo in cui persiste l'”immagine” della propria ex, si entra inconsciamente in una nuova fase, nell’accettazione della nuova realtà, del nuovo status quo, “mi adatto” per l’appunto.
Mentre invece A Torino? Quando è nato questo brano?
Questo brano nasce all’inizio del 2020. Sarebbe dovuto uscire intorno a marzo, avevo già buttato giù tutto, testo arrangiamento e cantato, poi è subentrato il Covid19 che ha rallentato tutto.
Come ci hai lavorato?
Come dicevo… questo brano è stato scritto all’inizio del 2020. In un momento di riflessione ho preso la penna in mano e ho ripercorso un po’ i posti ed i momenti belli passati nella mia città, Torino per l’appunto. È stato un fiume in piena. Per quanto riguarda la musica, avevo un giro di accordi che mi piaceva li da parte, da un po’ e che speravo di utilizzare il prima possibile ed ecco il testo di “A Torino”. Poi ho lasciato ad Aklim la produzione, la scelta dei suoni ed il mix. Per quanto riguarda le registrazioni, avrei dovuto lavorarci agli inizi di marzo, ma poi il lockdown ha fermato tutto e ho potuto riprendere a lavorarci solo una volta sbloccata la situazione.
Cosa vuoi trasmettere col brano?
Ormai lavoro da 2 anni a Milano, mentre per 25 anni ho vissuto a Torino (e nella sua provincia). Milano mi ha dato l’indipendenza economica ed è senza dubbio la città economicamente più attiva e più dinamica in Italia, ma Torino è la mia città e mi piace definirmi “un giandujotto in trasferta”. Con questo brano volevo fare un omaggio alla mia città, ai suoi luoghi magici, ai luoghi che ho frequentato e che in genere i giovani frequentano. Inoltre non ricordo un brano indie dedicato alla città e quindi mi piacerebbe che un giorno questa canzone venga ricordata tra quelle dedicate a Torino, un po’ come “il cielo su Torino” dei Subsonica. Ci sono tante canzoni su Milano e Roma, mi piacerebbe darle lustro. Si parla comunque della prima capitale d’Italia e di una delle città che ha contribuito allo sviluppo economico e industriale del paese, oltre ad avere alcune eccellenze spesso poco “commercializzate”.
Fai finta di essere una guida … quali sono I posti a Torino che non si possono non visitare?
Alcuni sono diciamo “mainstream”, come la Mole (sia il museo del cinema che la vista dall’ascensore meritano), le piazze principali San Carlo, Castello e Vittorio. Superga, da cui si vede tutta Torino dall’alto (un po’ come lo Zodiaco per i romani), che per me ha un valore ancora maggiore, essendo tifoso granata: è infatti il santuario di noi tifosi del Torino, dove 70 anni fa il Grande Torino si schiantò con l’aereo di ritorno da Lisbona, ma molte delegazioni di tifosi di squadre di tutto il mondo hanno lasciato la loro sciarpa in segno di omaggio agli Invincibili. O ancora il museo Egizio (il più importante al mondo dopo quello del Cairo). O anche le OGR, che sono delle ex officine ferroviarie ed ora diventati uno spazio polifunzionale, ospita concerti, sfilate, eventi. O le reggie: Venaria, Stupinigi e Racconigi e poi per il divertimento Murazzi, San Salvario, Santa Giulia e il quadrilatero romano.
E le tappe musicali? Esistono posti o artisti legati alla musica di Torino che per te sono essenziali?
Come luoghi personalmente è importante l’Hiroshima Mon Amour, perchè è stato il posto dove ho visto il mio primissimo concerto (fu quello del tour de “Le dimensioni del mio caos di Caparezza”), ma anche il posto dove mi sono esibito per la prima volta in un contest con i Lindimixo. O anche piazza Savona, dove per la prima volta mi sono esibito live all’aperto durante la festa della musica. O anche il centro sociale dei Murazzi, dove sempre come Lindimixo abbiamo accompagnato in consolle il primo artista per cui abbiamo prodotto delle basi, Deertibo. Insomma, tre luoghi di tre “prime volte”. Per quanto riguarda gli artisti, sicuramente gli Eiffel 65 (sono un patito dell’italo-dance), ma anche la scena rap con Ensi (il nr 1 in freestyle), Shade (umile e poliedrico) e Fred de Palma (che ci ha visto lungo sul reggaeton e ora sta cogliendo i frutti della sua scommessa) o la scena indie con Willie Peyote (davvero geniale nella scrittura) o i Subsonica (di cui apprezzo soprattutto l’album “microchip emozionale”).
Hai intenzione di fare un album o pubblicare un piccolo progetto?
Fino ad ora diciamo che ho vissuto di “folate”, di momenti di purissima ispirazione, dove i brani sono usciti in pochissimo tempo, quasi come se fossero li da tempo pronti solo da recuperare, alternati a momenti di stallo. Per cui si, sicuramente mi piacerebbe fare un album o anche solo un EP con 5-6 tracce, magari arrangiando di nuovo alcune tracce già pubblicate ed aggiungendo qualche inedito. Spero arrivi presto una nuova “folata” d’ispirazione per realizzare questo progetto. O magari Incompleto chiude dopo “A Torino”, dimostrandosi coerente con se stesso e quindi incompleto anche a livello musicale, senza pubblicare un album. Sarà solo il tempo a dirlo!