I La Chance su Marte pubblicano per Alka Record Label il loro nuovo album dal titolo Incontri Ravvicinati. Ecco la recensione di Blog della Musica

Che dire della Chance su Marte sono una band di Ancona cresciuta nello stomaco di Alka Record Label, alla quale anche stavolta affida la pubblicazione del suo nuovo album Incontri Ravvicinati.
Il disco si apre con un pezzo mostruoso King Kong per l’appunto, che come tutti i brani dell’indie da bene, mescola scene di vita, sentimenti inespressi di un allegra inadeguatezza e ti serve tutto su un piatto che poco importa se alla fine poi non mangi.
Capoeira un po’ sognante con atmosfere elettro pop, un interessante linea di basso, richiama lo stile che contraddistingue nel panorama indie nostrano, proprio loro e scusate se decido di citarli, ma si i Pinguini Tattici Nucleari. Il terzo brano è il quello di cuore, una ballad moderna, una dichiarazione d’amore da Baci Perugina, Robin Hood non ti ruba i sogni semmai li custodisce per un po’, li difende dagli attacchi e te li restituisce più ricchi.
La voglia di scomparire quando un ricordo fa troppo male, tutto questo in Frodo e L’agente Smith, del resto se hai abitato quel mondo, niente torna più lo stesso dopo, anche dopo aver ascoltato lo special di questo brano.
Ritratto generazionale e riferimenti a go go in Melevisone, gli anni zero, il coraggio di affrontare le certezze che crollano come torri e il coprirsi dal freddo per la fine del mondo che è bellezza, che resisteremo alla parafrasi di una poesia, di un amore.
Alla fine è soltanto un giro di giostra, c’è chi lo diceva, chi è convinto ancora che per l’universo siamo briciole, che siamo tutti poeti maledetti come Baudelaire, tutti inconsapevoli padri di una modernità psichedelica ma L’arte è la domenica della vita.
Il disco Incontri Ravvicinati si snoda traccia dopo traccia come un balsamo sui capelli ricci, ti liscia, ti coccola, ti diverte con la sua schiuma e ti regala anche attimi di riflessione. È costruito per un ascoltatore giovane, ma non per questo gigione, alla fine si sa è più diffide fare le cose semplici e renderle credibili. Il tiro è quello giusto, ogni corda è tesa per scoccare la freccia da 100.
La Chance su Marte confeziona un lavoro di tutto rispetto, pari alle band più blasonate, spero proprio restino per un po’ sulla terra.
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