Il cantautore Bruce Sudano torna venerdì 1 Ottobre, con Ode To A Nightingale , il suo nuovo disco – composto interamente da brani nuovi e originali, uscita per Purple Heart Recording Co.
Conosciuto ai più per i brani scritti da Bruce Sudano per Dolly Parton, Michael Jackson e Donna Summer, oltre che per quelli composti per la propria band Brooklyn Dreams, Sudano si è costruito, giustamente, una reputazione promettente. Ecco cosa ci ha raccontato in questa intervista.
Ciao Bruce Sudano, grazie per la chiacchierata. L’1 Ottobre è uscito il tuo nuovo album Ode To A Nightingale. Raccontaci un po’ come mai questo titolo
Il titolo proviene decisamente dagli abissi della mia psiche. Ho giocato con l’idea di un titolo per un bel po’. Stavo leggendo un libro di poesie di Pier Paolo Pasolini e e lui faceva tantissimi riferimenti all’usignolo, quindi immagino sia proprio da lì che ho attinto. Infatti, ho pensato se dovesse essere “Ode to a Nightingale” o “Ode from a Nightingale” (ode a un usignolo o ode da un usignolo). Ovviamente ho scelto lo stesso titolo di uno dei più famosi poemi del diciannovesimo secolo scritto da John Keats! Quindi l’ho attribuito a qualche ricordo sotterrato dentro di me, riesumato dai miei giorni del liceo gesuita.
Questo disco ha preso forma a Milano, nel tuo home studio. Sappiamo che trascorri molto tempo nel nostro Paese. In qualche modo influenza la tua musica e i tuoi testi?
Si, il disco ha preso forma a Milano. Ho scritto lì tutte le canzoni, fatto le voci, la chitarra acustica e alcune tastiere. Poi ho spedito queste tracce a Los Angeles, al mio produttore Randy Ray Mitchell e lui ha sovrainciso le sue chitarre, ci siamo coordinati per la batteria e le sessioni di basso e poi ad Aprile/Maggio sono tornato a Los Angeles per vaccinarmi e abbiamo mixato l’album.
Essere in Italia sicuramente influenza ciò che scrivo. Di certo perché in Italy la mia vita è più lenta e mi dà spazio per pensare e sognare e la possibilità di scrivere senza interruzioni. Allo stesso tempo, il ritmo della città, il suo movimento, trasuda creatività a cui io attingo. E’ una cultura letteraria, filosofica, elegante e io adoro la poesia di questo Paese in tutte le sue forme.
Quali sono i temi principali che affronti in Ode To A Nightingale ?
Ode To A Nightingale è un album dalle molteplici tematiche. Copre diversi territori emozionali.
Innanzitutto mi sono innamorato e ho sposato una donna italiana e direi che questo dice tutto! C’è la filosofia del non essere preoccupati e del vivere la vita appieno. C’è la speranza nel buio della notte e una richiesta di unione e di condivisione di responsabilità. E poi c’è anche una storia di una relazione che si trascina un po’ troppo a lungo e che dovrebbe essere interrotta. Sono tutte situazioni di vita reale, filtrate dalla mia esperienza personale.
C’è una continuazione o una rottura rispetto ai tuoi lavori precedenti?
Direi entrambi, un po’ di continuità e rotta dai dischi precedenti, in una continua evoluzione. Credo che in quanto artista sia parte del mio lavoro quello di assorbire e riflettere, immerso nel passato e con un occhio verso il futuro, stando nel frattempo fermamente nel presente. Credo che l’album mostri esattamente questo processo.
Bruce Sudano dove ha passato il lockdown imposto nel 2020 e come? Che impatto ha avuto sulla persona e sull’artista?
Se ti riferisci ai 18 mesi di lockdown, ho trascorso i primi 9 mesi a Los Angeles, e gli altri 9 in Italia. Come tutti è stato un po’ come le montagne russe, cercando di tirar fuori il meglio da una brutta situazione. Ci sono stati momenti molto belli passati con mia mogli, coi miei figli e nipoti e poi ci sono stati momenti di confusione, frustrazione, in cui eravamo incapaci ed impossibilitati a fare qualsiasi tipo di programma per il futuro a causa di tutte le incertezze che c’erano. Da artista non c’era alcuna possibilità per me di esibirmi dal vivo, questo era fuori discussione ma ho approfittato di questo tempo per scrivere e registrare. Ode To A Nightingale infatti è il terzo disco che ho fatto uscire durante la pandemia. In questo senso quindi sono stato molto produttivo.
Visto il tuo forte legame con l’Italia… ci sono artisti che ammiri e ti piacciono particolarmente?
Quando ho conosciuto Francesca, il primo artista italiano che mi ha fatto conoscere è stato Lucio Battisti che mi ha immediatamente ispirato. Ho passato giorni a tradurre la poesia del paroliere Mogol. Inoltre, nello stesso periodo, sono diventato amico con il cantautore italiano Zibba. Mi piace molto la sua musica.
Hai in previsioni date in Italia?
Al momento non ho date italiane fissate ma il mio programma è quello di formare una band italiana, provare per qualche settimana e poi iniziare una residency in qualche piccolo locale di Milano. Poi, una volta che ci saremo lasciati la pandemia alle spalle, portare questa idea in giro per l’Italia. Staremo a vedere.
Ascolta il disco Ode To A Nightingale di Bruce Sudano su Spotify
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