INTERVISTA | Chiara Ragnini: canzoni scritte e cestinate, sudore, passione…

Chiara Ragnini è una cantautrice con tanta voglia di raccontarsi tramite le sue canzoni e nell’album La Differenza ha raggiunto la sua dimensione sonora. Ce ne parla in questa intervista…

Oggi ospitiamo Chiara Ragnini sul nostro Blog della Musica. Ciao Chiara ci racconti un po’ di te?
Grazie anzitutto dello spazio. Sono una cantautrice con molte storie da raccontare. La musica ha sempre fatto parte della mia vita, in un modo o nell’altro, e per questo mi sento una persona estremamente fortunata. Il mio è un percorso fatto di tanta gavetta, canzoni scritte e cestinate, canzoni conservate, sudore, passione e tanta determinazione. Sono una persona sempre alla ricerca di nuovi stimoli, attraverso tutte le forme d’arte fruibili. Sono un’entomologa mancata e l’informatica, altra mia grande passione e mio percorso di studi universitari, ha compensato la mia voglia di razionalità, laddove la mia parte emotiva è costantemente alimentata dalla musica. Sono una nerd smanettona con tanta voglia di suonare e raccontarsi attraverso le canzoni. Un maschiaccio con grinta e sensibilità.

Quali sono i musicisti che ti ispirano? Chiara Ragnini ascolta molto la musica di…?
Di tutto ciò che porti con se groove ed emozione. Sono cresciuta con i grandi cantautori come Lucio Dalla, Fossati, Bennato, Battisti, per virare verso ascolti più pop, come Subsonica, Massive Attack, Portishead, fino a Soundgarden, Blur, Oasis e più recentemente Selah Sue, Janelle Monae, Caribou,  Fabi, Silvestri e Gazzé… amo coniugare l’ascolto di diversi generi musicali, a seconda del mio stato d’animo. Ci sono giornate di pioggia in cui mi immergo nel jazz, altre in cui spazio da Ellie Goulding fino a Levante, altre ancora in cui chiudo gli occhi, ascolto Vinicio Capossela e parto per un viaggio meraviglioso. Tutto ciò che possa essere di stimolo per la mia creatività è ben accetto.

La Differenza è il tuo nuovo album. Ce ne parli?
A distanza di tanti anni rispetto al primo album pubblicato, Il Giardino di Rose, ho trovato finalmente la via per l’onestà musicale ed artistica. Non è stato semplice riuscire a mettersi a nudo e con questo album credo di essere invece riuscita a farlo. Tante canzoni sono state scritte e cestinate prima di giungere ad un compromesso che mi soddisfacesse appieno. Questo album è frutto, inoltre, di una intensa e gratificante campagna di crowdfunding che si è svolta da dicembre a gennaio su Musicraiser e che è andata davvero bene: ho più che raddoppiato la cifra preposta e coinvolto più di 220 persone da tutta Italia. Un risultato inaspettato, che mi ha dato ancora più forza e determinazione nel proseguire il mio percorso.

Parli di un cambiamento, di una ricerca di identità musicale. Con questo disco pensi averla trovata la tua identità o sei ancora in ricerca?
La ricerca ci sarà sempre, non smetterò mai di andare a caccia di nuovi stimoli e nuove sonorità che mi possano rappresentare al meglio. Con La Differenza, però, ho raggiunto la dimensione sonora che cercavo da tempo e ora ho un biglietto da visita fra le mani che mi rappresenta al meglio. La mia identità musicale è ora ben definita e chiara, sia dal punto di vista del sound che delle liriche.

Se potessi ascoltare un unico brano del tuo disco, quale dovrei ascoltare e perché?
Ti consiglierei il singolo Un colpo di pistola, sia per il tema affrontato che per la grinta e l’energia che è in grado di trasmettere. E’ in assoluto la canzone più aggressiva del disco, forse quella più immediata, che mi rappresenta al meglio in questo momento.

I testi di La Differenza che cosa vogliono raccontarci?
Le canzoni dell’album raccontano della sfera dei sentimenti in tutte le sue sfaccettature: si parla di amori travagliati, a volte violenti, di amicizie che finiscono, di rapporti che soffocano o che hanno bisogno di essere raddrizzati. L’amore in tutte le sue forme è il mio tema prediletto perché fa parte della nostra vita, della nostra quotidianità, sia quando esso si esprime con dolcezza sia quando lo fa come una lama affilata sopra la quale abbiamo paura di specchiarci.

E le sonorità musicali invece? Che strumentazione utilizzi?
Abbiamo scelto di muoverci all’interno di arrangiamenti electro pop, con una spruzzata di rock laddove necessario, lasciandoci influenzare da beat r’n’b, drum’n’bass e puramente pop. Ci sono tanti synth ma anche tanta chitarra acustica ed elettrica, rispolverata, quest’ultima, per l’occasione. L’obbiettivo era quello di conferire tanto ritmo ad ogni vestito che adorna le canzoni, anche nelle ballate più intime come Grigiocielo: il groove la fa da padrone, alla conquista di un sound diretto ed immediato. Ho giocato tanto con drum machine e campionamenti, insieme a Roggy Luciano (Casa degli Specchi) e al sound engineer Giovanni Nebbia (Ithil World Recording Studio).

Cos’hai in programma nei prossimi mesi?
I prossimi mesi saranno molto impegnativi perché sto per diventare mamma: i live riprenderanno con il nuovo anno e nel frattempo, oltre a godermi la maternità, sarò impegnata nella promozione del disco e nella scelta del sound che con la band porteremo sul palco, per restare fedeli il più possibile a quanto suonato nel disco. Mi aspetta un periodo magico ed intenso. Non vedo l’ora.

Grazie a Chiara Ragnini per essere stata con noi e congratulazioni! Buona Musica e Buona Vita…

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