INTERVISTA | Gianluca Ferrante e il disco d’esordio “Kore”

Pubblicato dall’etichetta Megasound, Kore è il disco d’esordio del polistrumentista Gianluca Ferrante uscito a fine novembre del 2021. Un progetto sperimentale, difficile da classificare che racchiude in sé influenze ambient, kraut, noise, electro, world, post-rock, musica da camera. Ne abbiamo parlato direttamente con l’autore Gianluca Ferrante

Gianluca Ferrante benvenuto sul Blog della Musica: sappiamo che sei un polistrumentista e che hai all’attivo tante collaborazioni. Per cominciare, però, parliamo di te e di questo nuovo disco KORE. Presentati brevemente ai nostri lettori!

Buongiorno, sì è vero sono un polistrumentista cresciuto a “pane e musica”. Suono praticamente da sempre. Nel 2020 ho creato un nuovo studio a Roma e una volta completati i lavori è uscito Kore; dovevo tirare fuori nuova musica ce l’avevo dentro.

Raccontaci il tuo percorso artistico e musicale e soprattutto come ti sei avvicinato alla musica: sappiamo che il basso è arrivato in un secondo momento, anche se probabilmente è stato lo strumento più importante per te per inserirti nel mondo della musica…

Ho cominciato a suonare da bambino copiando a orecchio quello che suonava mia madre al pianoforte. All’epoca tra me e mio fratello riempimmo casa di strumenti musicali e verso i 13 anni di età (visto che mancava il bassista in un gruppo rock di amici) ho comprato il primo basso e da lì in poi è diventato il mio strumento principale. Col basso ho maturato il mio stile e pian piano ho cominciato a suonare seriamente. Il fatto è che non ho mai smesso di suonare gli altri strumenti e anche con essi ho il mio stile e l’esigenza di scrivere è forte.

Kore è senza dubbio un disco nuovo che probabilmente apre un nuovo corso: cosa ti ha spinto a dar vita ad un progetto così sperimentale?

Mi ha spinto una sorta di sfida con me stesso. Fare musica cercando di togliere invece che mettere. In generale sto andando in questa direzione quindi forse si può parlare di un nuovo corso…

Facendo un passo indietro quali sono state le collaborazioni più importanti nel corso della tua carriera musicale e quanto hanno influito nel tuo cammino?

Ho suonato con vari artisti e gruppi. Ogni esperienza ti segna e insegna. Ricordo sempre con ammirazione i consigli che mi dava Gerry Manzoli, il marito di Nada. Quando eravamo in tour parlava bene di me a tutti mentre mi dava consigli su come far uscire meglio il suono dallo strumento. Cose che nelle scuole di musica è difficile trovare perché magari l’insegnante non passa la vita sui palchi. A me piace questa gente.

Parliamo anche del disco di Gianluca Ferrante: dentro ci abbiamo ascoltato tante influenze e tanti linguaggi che convivono insieme. In sintesi ci vuoi descrivere qual è l’essenza di Kore?

Forse l’essenza di Kore sta nel tentativo inconscio di far convivere l’oscuro con la luce. Anche la scelta dei titoli delle composizioni sembra essere legata da un unico filo conduttore… Sono sincero mentre lavoravo al disco mi hanno chiesto delle musiche per il Museo del Mito di Enna e non avendo ancora scelto i titoli dei brani ho fatto un viaggio nella mitologia greca. Il fatto che Persefone governasse con Ade 6 mesi all’anno l’oltretomba per poi andare i restanti 6 mesi dell’anno sulla terra dalla madre facendo rifiorire tutto ha fatto sì che si creasse un filo tra i brani; non a caso ho modificato la scaletta.

Oltre al tuo percorso personale, vediamo anche il cammino che ti ha portato alla nascita di questo disco: Ci vuoi raccontare questo processo e soprattutto come ci hai lavorato?

Kore è nato da improvvisazioni nel mio nuovo studio in pieno lockdown. L’ho scritto di getto in pochi giorni ma poi ci ho lavorato mesi prima di chiuderlo. Io scrivo musica di vari generi e Kore è l’esempio di una parte di me oggi.

Dal momento che sei molto attivo anche con altri progetti come vedi l’attuale scena artistica italiana e soprattutto della tua città: c’è uno scenario legato a questo tipo di music che potremmo definire elettronico-sperimentale?

Sento che ci sono tante belle cose magari un po’ troppo nel sottobosco ma ammiro chi come me non molla mai e va avanti. Non sono molto bravo con le etichette o i giri da frequentare. Sicuramente l’etichetta elettronica-sperimentale ci può stare però a me già dire che sperimento non mi interessa.

Per il futuro invece hai in mente qualcosa? C’è qualche live o qualche altro progetto al quale stai già lavorando?

Il live di Kore non l’ho fatto perché eravamo tutti più o meno chiusi in casa e sto lavorando al nuovo disco degli Ardecore praticamente tutti i giorni. Kore lo porterò in giro appena possibile. Sto già pensando al secondo disco e ho delle idee di suono. Forse scriverò tanto con la chitarra acustica e classica e sempre con archi viole e suoni elettronici.

Ascolta il disco KORE di Gianluca Ferrante su Spotify

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