INTERVISTA | Iron Mais: il buon vecchio West dell’era moderna

Iron Mais, da X-Factor un interessante progetto musicale. Pubblicano The Magnificent Six che raccoglie sei importanti brani della storia del rock. Eccoli nella nostra intervista…

Che dire ragazzi? Forse è uno dei progetti più interessanti, attraenti e ricchi di bellissima energia che abbiamo presentato in questi mesi. Sono gli IRON MAIS. Fanno il verso a tantissimi e a tantissime sonorità. Sono ironici, intelligenti e sopra ogni altra cosa loro suonano per suonare (come direbbero gli adolescenti di provincia). Un groove paurosamente salvifico in questo nuovo disco The Magnificent Six (tanto per continuare con le citazioni) in cui troviamo 6 grandissimi brani del rock mondiale come (tanto per dirne un paio eh…) Another Brick in the Wall o Nothing Else Matters e loro ce li presentano in formato western da tavolo. Non ci credete? Correte a vedere il video che vi abbiamo presentato questa mattina: la storica The Rhythm of the night con Corona in persona, a suon di contrabbasso, banjo, cori e violini. E non mancano linee di drumming potenti e quel certo stile punk nel senso più verace del termine. E non mancano neanche gli inediti: ben 6 dentro questa mistura che ci riporta indietro nel tempo. Come sempre siamo sul pezzo: eccovi l’intervista di Blog Della Musica

Iron Mais: musica western, e punk. Insomma i cowboy si sono vestiti da rivoluzionari inglesi. Che connubio ne esce?
Piuttosto punkrockers  vestiti da cowboy e contadini…  di solito, quando si mettono assieme due generi molto diversi tra di loro escono sempre delle cose interessanti, in questo caso ci sono degli elementi caratteristici del mondo country-western (come le sonorità, gli strumenti musicali utilizzati, gli abiti che indossiamo durante i concerti) che vengono un po stravolti da una dose massiccia di punk (velocità di esecuzione, attitudine negli arrangiamenti). Il modo migliore per farsi un’idea più precisa di questo connubio è sicuramente il momento live, dove esce forse un po di più la parte punk esplosiva, che da disco probabilmente non si percepisce molto bene perchè è tutto molto “pulito e curato” come è giusto che sia in un disco…

Da X-Factor cosa hanno preso gli Iron Mais e cosa ne è venuto fuori?
X-Factor è stata una esperienza interessante, soprattutto perchè ci siamo confrontati per la prima volta con il mondo della televisione. Il 2015 era il primo anno che il talent apriva le sue porte alle band e ci siamo iscritti convinti di finire tra i freak (quelli vestiti male che fanno ridere!), invece abbiamo ricevuto un buon riscontro inaspettato e abbiamo passato due selezioni. Ci siamo presentati per quello che siamo proponendo sempre brani in linea con il nostro stile, eravamo consapevoli di essere fuori da quelli che sono gli schemi tradizionali del talent ma siamo comunque stati molto apprezzati anche dal pubblico.

Ma soprattutto poi com’è finita?
È finita che ci hanno eliminato agli Home Visit… che è l’ultima selezione prima di entrare nel programma. Questa eliminazione è stata positiva perchè non ci ha “costretto” all’interno del programma e ci ha permesso di acquisire una notevole visibilità al grande pubblico. Del resto la televisione è uno strumento molto potente mediaticamente e grazie a questo abbiamo acquisito nuovi fan.

Autoironia e citazioni: come mai questo titolo per un disco e per una band?
“I magnifici sei” non è un titolo autocelebrativo ma la nostra rivisitazione della locandina del celebre film western “I magnifici sette”. Infatti la copertina del disco ci vede ritratti in sella a sei vitelli contro la locandina originale dove ci sono i sette pistoleri a cavallo. Lo stile piuttosto western delle grafiche di questo disco viene ripreso all’interno dei brani, dove si trovano alcuni arrangiamenti in stile morriconiano. Il nome della band nasce proprio dall’idea di unire il mondo del rock e metal al mondo agreste, in questo caso è un connubio che calza a pennello!

Come sempre prima delle interviste mandiamo in onda il video: dov’è stato girato?
Il video . È stato girato in un parco giochi abbandonato, questa location è risultata perfetta per il nostro scopo. Primo perché contiene un’ambientazione western, secondo perché il videoclip originale di Corona fu girato in un parco giochi e quindi questo elemento crea una sorta di continuità con il nostro video, e terzo, il fatto che fosse abbandonato lo ha reso un ambiente ideale per l’anacronistico incontro tra Corona e gli Iron Mais.

Ci raccontate la prima cosa che ha detto Corona quando le avete proposto il progetto?
Inizialmente grazie al nostro management Maninalto! abbiamo contattato Corona per un eventuale piccolo cameo anche da remoto, lei invece ha voluto proprio partecipare sul set del videoclip! È stata una bella esperienza per tutti, lei è stata interessata al progetto anche perché non le capita spesso di sentire delle rivisitazioni di The Rhythm of the Night suonate da una banda ed in particolare in questa chiave…

Info: https://www.facebook.com/IronMais/?fref=ts

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