Iron Mais: Woodcock | Recensione

E’ disponibile WoodCock, il nuovo disco degli Iron Mais uscito in digital download, in streaming e in formato fisico perManinalto! Records. Ecco la nostra recensione

un gallo sul manico di una chitarra nella copertina con fondo rosso del disco Woodcock degli Iron Mais:

Iron Mais, Woodcock

Gli Iron Mais tornano con un nuovo disco, Woodcock, e con la miscela esplosiva di cow punk che li ha resi celebri in tutta Italia negli ultimi anni. La formula è quella già rodata: una carrellata di cover che divertono da matti e un brano inedito che dimostra la capacità della formazione di scrivere e comporre singoloni.

Già dal titolo è chiaro l’orientamento della band: Woodcock, gioco di parole che trasforma il nome del più celebre festival musicale di tutti i tempi, è un concentrato di ironia e di tecnica musicale. Come dire: siamo qui per divertirvi senza dimenticare che saper suonare è una cosa importante.

L’apertura è l’inedito Sole: un mix di heavy metal a country il cui testo non tralascia tematiche importanti, raccontando l’importanza di non perdere il proprio tempo in cose futili ma di agire, fare, costruire per poi godersi il meritato riposo prendendo il sole, appunto.

A seguire le 10 cover che spaziano da Michael Jackson agli Offspring, passando per i Clash e i Van Halen. I brani non subiscono uno snaturamento rispetto all’originale ma arrivano dritti all’orecchio dell’ascoltatore nella loro riconoscibilità arricchita dal tipico sound degli Iron Mais, che padroneggiano rock, country e Bluegrass come fossero nati in USA.

Eleggiamo a nostra preferita il rifacimento di Kings Of Metal dei Manowar, che rappresenta l’incontro perfetto tra i gli spadoni heavy metal e i forconi redneck.

Woodcock non rappresenta sicuramente un’evoluzione degli Iron Mais, ma poco importa. Il disco è godibile dalla prima all’ultima nota e sa regalare un lungo momento di svago ora più che mai necessario.