Joseph Parsons è un artista, cresciuto tra la Pennsylvania e la Lousiana ma residente in Germania, i generi a lui familiari sono il folk e il rock e da qui crea qualcosa di nuovo, una musica emozionante e attuale ma senza rinnegare le proprie radici. Blog della Musica l’ha intervistato per voi…
Ciao Joseph! E’ uscito da poco il tuo nuovo disco Digging for Rays, il tuo tredicesimo album in studio, di cosa parla?
Non sono sicuro che il disco parli di qualcosa in particolare 🙂 E’ il ritratto del punto a cui sono arrivato nella ricerca in questo periodo, in questa vita. Mi pongo domande del tipo “chi siamo”? “Cosa facciamo”? “Come possiamo essere più vicini gli uni agli altri”? Capisci?
Fai un genere di musica che si può definire folk/rock, un genere dunque piuttosto popolare, ma riesci a creare qualcosa di nuovo e attuale: quale credi sia il segreto per questo?
Abbiamo sempre fatto qualcosa di nostro. Abbiamo influenze da altra musica, ovviamente, ma alla fine facciamo tutto quello che vogliamo fare. Non ho mai voluto un’etichetta che mi dicesse cosa fare. Siamo artisti che dipingiamo le tele che decidiamo.
Sei nato negli Stati Uniti ma vivi in Germania da anni: questo tuo nuovo Paese ha influenzato in qualche modo la tua musica?
Sicuramente si! Soprattutto credo mi abbia permesso di essere più tranquillo interiormente, essendo uno “straniero”. La mia prospettiva è diversa. Provo un senso di quiete che non provavo quando vivevo negli Stati Uniti
Tutte le tue canzoni sono molto curate, sia nelle melodie che nei testi: dicci qualcosa sul processo compositivo e di come Digging For Rays è venuto alla luce.
Come un dipinto, una canzone durante il processo di registrazione si evolve e si svela. Si capisce se funziona oppure no, se la parte strumentale supporta la canzone, oppure no. E alla fine la canzone viene al mondo e rappresenta in qualche modo quello che accade in quel preciso momento. I dischi sono una fotografia di dove l’artista è in quel periodo. Noi siamo sia in movimento che fermi, quindi il prossimo cd rifletterà questi aspetti.
Sei un artista molto prolifico: dove trovi l’ispirazione per tutti i tuoi dischi?
Principalmente da ambienti, spazi tranquilli. Viviamo in un periodo in cui siamo circondati da stimoli di tutti i tipi. I media ci bombardano. Solo quando riesco a togliermi da questa valanga di input, forse allora riesco a trovare un senso alle avventure della nostra vita. Quindi, per rispondere alla tua domanda, riesco a trovare ispirazione quando mi allontano dal “casino” della vita di tutti i giorni 🙂
Le tue canzoni, grazie anche alla tua bellissima e profonda voce, mi sembrano dei quadri, capaci di disegnare affascinanti e immensi paesaggi. Cosa volevi evocare con Digging For Rays?
Tutto viene da una frase di “Wide Away” che parla di come noi a volte, quando attraversiamo dei periodi bui, ci ritroviamo a scavare alla ricerca di raggi di luce. E’ la nostra tendenza a continuare a ricercare la luce e cose positive anche quando c’è buio e sembra non ci sia nessuna speranza. Personalmente credo che noi esseri umani spendiamo davvero troppo tempo nel cercare una sorta di divisione dagli altri, di disaccordo… quando alla fine siamo sulla terra solo per un breve periodo. Presto lo scopriremo. Buttiamo via troppo tempo in pensieri negativi ed egoistici, quando invece l’amore sarebbe un modo migliore per affrontare la vita di tutti i giorni. Accettazione, tolleranza e interesse per chi chi sta intorno a noi e per la Terra.
Hai viaggiato molto e hai fatto esperienze fantastiche… qual è la cosa che più ti ha colpito e che più di tutte ti ha fatto riflettere?
Come le persone trattano le altre persone. Siamo capaci di essere crudeli oltre ogni misura. Ma siamo anche in grado di essere gentili e amorevoli in maniera sorprendente gli uni con gli altri. Ci sono tante espressioni di noi esseri umani.
Alla fine sei un ottimista: che ruolo ha la musica in questo?
Equilibrio. La musica mi permette di vedere le cose e le persone per come sono realmente. Mi aiuta ad allontanare il mio ego e miei preconcetti. In questo modo sono, o siamo, lasciati con una visione più salutare di questa meravigliosa avventura della vita, che non è infinita.
Grazie Joseph Parsons per essere ospite di Blog della Musica.
Grazie per le vostre domande, ho apprezzato i pensieri e la vostra energia!
Info: https://www.facebook.com/jpbofficial/