INTERVISTA | JUICY: R&B, Jazz, Soul e Hip-Hop nell’album di debutto

E’ uscito il disco MOBILE, l’album di debutto del duo belga tutto al femminile Juicy. Il disco è una fusione di R&BJazzSoul e Hip-Hop che contiene, al suo centro, un contrasto sonoro che mostra tutta l’abilità compositiva del duo. le abbiamo incontrate e intervistate.

Ciao JUICY e benvenute. Il vostro nuovo disco “Mobile”, è uscito il 18 Marzo. In questo disco affrontate tematiche molto importanti. Prima di tutto vorremmo concentrarci su due di queste: la demonizzazione della donna e il femminicidio. Sono temi molto tristi ma purtroppo anche molto attuali. Ci potete dire la vostra opinione sul ruolo della donna nella vita d’oggi e perché avete deciso di scriverne?

In questo album parliamo di temi che ci toccano e su cui ci interroghiamo. Sono le nostre riflessioni su tematiche sociali che dovrebbero interessare tutti noi.

Volevamo parlare dell’obsolescenza programmata delle donne perché notiamo che le donne mature non sono sufficientemente rappresentate: nell’industria creativa, una donna di quell’età non avrà mai la stessa posizione di un uomo suo coetaneo. Nel teatro, per esempio, non ci sono abbastanza ruoli scritti per donne sulla cinquantina.

Nella pubblicità un uomo che invecchia diventa un uomo saggio, i suoi capelli grigi sono considerati una risorsa, il cliché dell’uomo brizzolato pieno di fascino.

Sfortunatamente non è la stessa cosa per le donne. Siamo costantemente in lotta con il tempo che passa, come se il nostro momento di splendore sul palco non durasse.

Inoltre parliamo di femminicidio perché abbiamo notato che c’è una certa tendenza a romanzare la violenza. In alcune situazioni, tendiamo a volte a banalizzare la violenza domestica parlandone come di una storia di passionalità.

Da giovani donne che vivono l’era moderna state vivendo in prima persona la rivoluzione tecnologica tutt’ora in atto. Nel vostro disco affrontante anche la tematiche della dipendenza da social network. Qual è il vostro rapporto con il web e con i social media?

Ci siamo dovute adattare a tutti questi nuovi strumenti promozionali che sono i social network.

Abbiamo un rapporto strano con la tecnologia perché da una parte diffidiamo da essa, dall’altra non possiamo farne a meno.

Questo mezzo di comunicazione è diventato indispensabile per sviluppare la carriera di un nuovo artista. E questa cosa ci terrorizza. Oggi il pubblico è interessato a sapere cosa hai mangiato, se hai dormito bene… Ciò nonostante ci tuteliamo cercando di comunicare solo ciò che riguarda la nostra musica. Non vogliamo entrare in questo gioco malati di voyeurismo.

Citando il comunicato del vostro ufficio stampa, la vostra generazione è “informata, disillusa e ribelle”. Le JUICY si riconoscono in questi aggettivi? Quali sono gli aspetti positivi e quelli negativi dell’essere un giovane ai nostri tempi?

Oggi noi abbiamo rispettivamente 29 e 30 anni. I nostri amici iniziano ad avere figli. Ci confrontiamo molto con i nostri amici che sono già genitori e sono molto preoccupati. Preoccupati della qualità di vita che saranno in grado di offrire ai loro figli.

Il nostro album probabilmente ritrae una generazione senza speranza.

Ma non solo quello! Il messaggio più importante che vogliamo trasmettere è di riuscire a mettersi in discussione, di smontarsi costantemente analizzandosi, di non mollare mai, di essere una parte attiva in questo mondo invece che essere un semplice spettatore.

Quindi si, siamo una generazione disillusa. Ma siamo anche una generazione di attivisti in costante riflessione.

Potete raccontarci qualcosa sulla musica delle JUICY? Come la descrivereste e quali sono le vostre principali influenze?

La nostra musica è un misto di tutte le nostre principali influenze. A volte può sembrare incoerente o caotica per alcune persone, ma è proprio quello che stiamo cercando nella musica: essere costantemente sorprese.

Vogliamo sorprendere l’ascoltatore, portare ricchezza armonica, fondere produzioni elettroniche e beats con un’orchestra di archi e flauti…

Questo album è nato senza nessun compromesso.Volevamo metterci tutto quello che amiamo.

Entrambe abbiamo lo stesso background: abbiamo studiato piano fin da quando eravamo piccole e poi abbiamo proseguito con gli studi jazz al conservatorio di Bruxelles. Amiamo il soul, jazz, gospel, rock…

Il nostro primo disco è questo, un album pieno di contrasti.

Da dove viene il titolo Mobile?

Abbiamo collaborato con un fantastico collettivo di video maker di Bruxelles per tutti gli elementi visual del nostro album. Gogolplex ha creato un cortometraggio musicale in quattro parti nel quale attraversiamo tutto il nostro disco!

Questo cortometraggio inizia nella stanza di un bambino. Questo bambino osserva la giostrina mobile appena sopra al proprio letto. Avete presente quei piccoli oggetti che suonano e girano per far addormentare i bimbi? Ecco da dove viene il nome “Mobile”.

Ma ci piace anche affidare al titolo diversi significati: per esempio può anche essere legato al telefono cellulare dal momento che parliamo anche delle devianze tecnologiche dei nostri tempi.

E ci piace spiegare il titolo anche usando la sua definizione francese: il termine “mobile” in francese significa “mutevole”. Ci piace pensare che niente è fisso. Il nostro senso critico deve essere in continua evoluzione. Mai avere idee invariabili. E’ così che pensiamo che il mondo possa andare avanti.

Musicalmente parlando, qual era il vostro obiettivo principale in Mobile?

Un album senza compromessi! Nel corso della nostra carriera, ci siamo spesso confrontati e scontrati con i giganti dell’industria musicali: le case discografiche.

Spesso ci hanno suggerito di cantare in francese per decollare. Ci hanno spesso detto di scrivere una hit. Ma cos’è una hit?

Oggi lavoriamo con un’etichetta fantastica (Capitane Records), un’etichetta dai valori umani che sostiene la musica con la M maiuscola.

Vogliamo fare ciò che ci piace, parlare di noi, trasmettere messaggi, far vibrare le persone insieme a noi.

Mi piacciono molto gli arrangiamenti delle vostre canzoni, ci potete dire qualcosa sul processo creativo della vostra musica? Come compongono le JUICY?

L’aspetto positivo di questo terribile momento di stallo durante la pandemia, è che siamo state in grado di rimpolpare le nostra canzoni con i bellissimi arrangiamenti orchestrali di Jean-Marie Rens (il papà di Juilie).

Nel 2020 dovevamo suonare all’interno delle “Nuits Botanique” a Bruxelles con un’orchestra. Ma il concerto è stato spostato diverse volte a causa della crisi sanitaria….

Ma grazie a questo tempo extra, siamo riuscite a introdurre l’orchestra negli arrangiamenti delle nostre produzioni, così che il disco avesse una dimensione del tutto nuova.

Qual è il messaggio principale che volevate comunicare con questo album?

Non addormentatevi! Siate sempre vigili, sempre curiosi. Sempre curiosi nei confronti degli altri. Permettetevi di smontare il vostro modo di pensare e di agire. Siate sempre rivolti verso il mondo che vi circonda!

Quali sono i vostri programmi e le vostre speranze per il futuro?

Suonare, suonare, suonare! Il periodo di inerzia è stato davvero molto difficile.

Siamo così felici di poter tornare sul palco. Ecco di cosa si tratta: condividere la nostra musica con la gente. Ci auguriamo a vicenda un tour infinito per questo nostro primo album ha ha 🙂

Videoclip di Juicy

  • Love When It’s Getting Bad: https://www.youtube.com/watch?v=LH8_prR83B4
  • You Don’t Have to Know: https://www.youtube.com/watch?v=if9D16uxNkE&t=10s
  • Treffles: https://www.youtube.com/watch?v=1Ius11BYw-A
  • Youth: https://www.youtube.com/watch?v=ow_dh_GbodA

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