E’ uscito Hestia Koinè, album di debutto di Kassie Afò, progetto solista del producer e percussionista Giulio Tosatti per l’etichetta Junkfish World. Il nome del progetto viene dalle parole Kassa (ritmo africano originario del popolo Malinke della Guinea dell’est) e Afö che vuol dire “suonalo!, dillo!”. Abbiamo conversato con lui…
Diamo il benvenuto a Kassie Afò, ciao Giulio, il 12 Giugno è uscito Hestia Koinè, tuo nuovo disco. Che vuole dire questo titolo? Come mai hai scelto la lingua greca?
Il titolo significa “focolare comune” in greco. Nella Grecia classica, il centro simbolico della polis era appunto l’hestia koinè, il sacro fuoco che rappresenta la città, la comunità. Fu un passaggio chiave lo spostamento dei focolari dalle case private al centro città. E’ il momento in cui la collettività acquista un valore maggiore rispetto all’individualità.
La collettività nel disco è rappresentata dalle collaborazioni artistiche, e l’album sarebbe appunto il focolare, il punto di incontro. L’idea del concetto del disco è anche dovuta a un momento personale in cui questa tematica (collettività > individualismo) era centrale nella mia vita; uno di quei momenti di presa di coscienza.
Ho scelto la lingua greca perchè la Grecia classica ha grande fascino su di me.
Di sicuro c’entra il fatto che ho fatto il liceo classico, che al tempo però proprio non apprezzavo (non ho mai avuto un bel rapporto con la scuola in generale). Trovo molto suggestivo questo popolo e il suo bagaglio culturale e sociale; la mitologia, la musica, le cerimonie, le architetture, le sculture, i valori, il significato dato alla vita, i vari esperimenti sociopolitici. Indubbiamente sono stato affascinato dalla cornice geografica e climatica in cui la culla della cultura europea si è sviluppata. L’ambientazione mediterranea mi fa sentire a casa.
Nel disco sono presenti tanti featuring con artisti diversi, cosa stanno a rappresentare queste collaborazioni? come sei entrato in contatto con questi artisti?
In questo disco ho voluto collaborare con svariati artisti, mi piace collaborare soprattutto con i cantanti. Sono tutte persone con cui ho condiviso parte della mia vita, soprattutto musicale, e ho pensato di renderli partecipi di una mia produzione artistica. Elli E: è una musicista (pianista e cantante), con cui condivido altri due progetti musicali. Mi accompagna nei live set, come “cantante jolly” per i brani con voce femminile e suonando le tastiere e percussioni elettroniche. Magatte e Baba: sono due fratelli, di Louga (villaggio del Senegal) entrambe griot (cantastorie, discendenti delle famiglie di musicisti, depositari e tramandatori delle tradizioni sia musicali che culturali). Con loro sono stato in Senegal, e spesso collaboro suonando in eventi tradizionali nella loro città italiana, Torino.
Liz Leila: cantante metà dell’Azerbaijan e metà finlandese. L’ho conosciuta durante il mio anno di progetto Erasmus al conservatorio di Aarhus (Danimarca). Avendo stretto una bella amicizia, questo disco e questo brano (Jungle Cosmo) sono stati un’ occasione per ritrovarci. Elettrina: cantante pugliese, conosciuta tramite la forte amicizia con Konstantin Gukov (chitarrista che ha registrato le parti di chitarra nel disco). Cantante principalmente soul e R&B. Saret: è la cantante che mi ha cantato nel mio primo EP.
Come definiresti con una parola il tuo progetto Kassie Afò?
E’ sempre difficile per me dare una definizione di una propria creazione quando ci si è dentro… direi però genuino.
Hestia Koinè è una commistione di culture e sonorità diverse, a supportare il concetto di integrazione razziale fondamentale nel tuo disco. E’ così? quali altri valori vuole veicolare il tuo album?
Sicuramente… integrazione razziale e culturale. Sono sempre convinto che dalla fusione e dalla mescolanza nascano le cose più belle e più complete.
Altri valori che mi stanno molto a cuore e che vuole veicolare il mio album sono la condivisione, la collettività, la purezza, l’avere buone intenzioni e buona fede nel compiere azioni e scelte.
In Hestia Koinè c’è Africa, Sud America, bacino Mediterraneo… sei stato realmente in tutti questi luoghi?
Si ho viaggiato e ho vissuto per brevi periodi a Cuba e in Senegal, per studiare gli strumenti a percussione e i linguaggi musicali tipici di quei luoghi. Ho voluto vivere direttamente in quei luoghi, per poter percepire e comprendere l’energia che da vita a quella cultura musicale da cui mi sento tanto attratto.
Inoltre amo il centro e sud Italia, l’Andalusia in Spagna, culla del Flamenco, e la Grecia, tutti luoghi che ho potuto vivere più facilmente perché più vicini a me. Sono molto affascinato anche dal nord Africa ma non ho ancora avuto modo di incontrarlo.
Il video di Jamu, il tuo primo singolo estratto dal disco, è stato girato a New York? come mai proprio lì?
L’input è partito dal fatto che Junkfish World (la mia etichetta) ha sede a Brooklyn, ed è tutto iniziato con un invito del tipo “dai appena puoi vieni qua a trovarci, così ti vedi New York, (che non avevo mai visto prima) ci conosciamo di persona e ne approfittiamo per creare qualcosa”.
E di conseguenza si è subito allacciato il tema del singolo Jamu, quindi umanità, integrazione, persone.
New York con la sua super multietnicità mi è sembrato un luogo simbolo, una sorta di micromondo. E al tempo stesso per me rappresenta anche un po’ il male di questo mondo, le forti disuguaglianze sociali e di diritti, la cecità sociale causata dal “tutto troppo”, il correre solo verso la produttività e il guadagno, l’eccessivo sviluppo e il continuare a voler tendere a una crescita sterile e sempre di più distaccata dall’uomo e sempre più volta al mercato e alla freddezza della tecnica.
Quali sono i tuoi progetti futuri, considerando anche il fatto che purtroppo per un po’ l’attività live resterà sospesa?
In questo periodo in realtà sono molto impegnato nella produzione musicale per altri artisti. Mi piace in generale creare musica, e produrre per altri mi stimola molto, è un occasione in più per allargare i propri orizzonti e mettersi in gioco sia musicalmente che umanamente. Trovo che le dinamiche nella creazione musicale siano un po’ un paradigma delle dinamiche di relazione umane.2
Sento in generale che questo particolare momento storico potrà dare vita a interessanti contenuti e forme artistiche.
Nell’attesa che si capisca come e quando riprenderanno le attività live, parallelamente al lavoro di produzione, io con i miei soci amici di palco Lollo ed Elli-E stiamo lavorando a un nuovo live set, lavoro che richiede molto tempo, ma anch’esso molto stimolante e appagante! Del resto suonare per le persone è la cosa che amo di più insieme alla produzione.
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