INTERVISTA | Kodex e il nuovo disco “Breakdown”

Si intitola Breakdown l’ultimo disco pubblicato dal duo Kodex, composto Donatello D’Attoma al pianoforte e Massimo Bonuccelli all’elettronica. Un lavoro sperimentale uscito per l’etichetta Filibusta Records dove il piano classifico si unisce ai suoni elettronici in un connubio perfetto. Ne abbiamo parlato in prima persona con gli ideatori di questo progetto.

Kodex: un duo che unisce pianoforte ed elettronica è senza dubbio qualcosa di atipico, almeno nel panorama italiano. Cosa vi ha affascinato così tanto in questo tipo di formazione?

Ci ha affascinato l’idea di unire il suono acustico del pianoforte a quello sintetico dell’elettronica, facendoli interagire in tempo reale in una sorta di dialogo tra mondi apparentemente molto distanti.

Le contaminazioni sono senza dubbio una parte integrante del cammino che avete intrapreso con Kodex. Che tipo di ricerca c’è alla base del vostro percorso artistico?

La ricerca alla base del nostro progetto è quella di creare delle ambientazioni sonore utilizzando codici stilistici differenti, il minimalismo che incontra il jazz, la musica classica e la glitch music.

Quindi pianoforte classico ed elettronica come possono dialogare insieme?

Il dialogo avviene attraverso la manipolazione in tempo reale del suono del pianoforte che, mediante la sovrapposizione di brevi loop, crea un tappeto sonoro sul quale si sviluppa poi l’improvvisazione.

Il vostro primo disco è uscito nel 2020 in un momento di piena pandemia. Ora Breakdown è uscito soltanto due anni dopo. Cosa è cambiato in voi da quel momento a livello artistico?

Mentre nell’aprile 2020 usciva il nostro disco d’esordio, qualche mese più tardi, quindi in piena pandemia ci siamo ritrovati in studio per lavorare a Breakdown. La condizione particolare, psicologicamente dura per gli effetti che ha avuto sulla musica, sui musicisti, ha naturalmente modificato il nostro normale approccio lavorativo che è sempre stato incentrato sulla performance dal vivo. Ma siamo ugualmente soddisfatti del contenuto di questo lavoro e della risposta che sta avendo.

A due anni di distanza da quel periodo molto difficile soprattutto per la musica che aria si respira e respirate a livello musicale in Italia?

Segnali di ripresa in questi due anni ce ne sono stati ma tutto il settore artistico ha subito una compressione tale che oggi è ancora presto per poter fare delle valutazioni sullo stato della musica in Italia.

Al di là di questo che ne pensate in generale del panorama musicale italiano?

Domanda che meriterebbe dei distinguo. Comunque pensiamo che, almeno per quel che concerne la musica jazz, da qualche anno l’interesse in termini di ascolti, soprattutto verso le nuove generazioni, sia cresciuto.

Raccontateci adesso la vostra storia in merito a questo progetto. Come vi siete conosciuti e come avete deciso di intraprendere questo percorso insieme…

Come spesso succede quando cresci in piccoli centri, inoltre distanti tra loro pochi chilometri, ci si conosce un po’ tutti. Avevamo già suonato insieme ma in circostanze lontane dall’idea poi maturata con Kodex. La voglia di sperimentare era tanta così abbiamo iniziato con lunghe sessioni di improvvisazione e di studio. Poi, dopo un anno, il nostro primo concerto alla Casa delle Arti di Conversano. Un’intera performance di improvvisazione che potete ascoltare nel nostro primo disco.

Per concludere come potrebbe evolversi Kodex e che tipo di strada vi piacerebbe intraprendere nel futuro?

La strada percorsa sinora ci sta stimolando tanto, le collaborazioni con altri artisti impegnati nella ricerca non solo musicale ma anche in campi artistici differenti, è ciò che vorremmo seguire. La natura di Kodex, come live performance elettroacustica, resterà sempre al centro del nostro percorso.

Ascolta il disco Breakdown dei Kodex

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