I KOS – Kings of Subhumans sono un duo romano che suona (forte) un rock alternative figlio del grunge. Ultimo risultato delle loro evoluzioni è The past is over, il disco pubblicato pochissimo tempo fa. Abbiamo rivolto loro qualche domanda…
Cominciamo dal titolo del disco dei KOS – Kings of Subhumans: che cosa significa The past is over?
Può significare che qualsiasi cosa riguardante il passato, è finita, andata, morta e in qualche modo non potrà mai più ferirti. Ma può significare anche la fine dell’umanità per come la conosciamo se lo prendiamo come un proclama dell’autodistruzione messo in atto da parte del genere umano.
Com’è la scena alternative rock a Roma?
Speriamo ci sia ancora una scena alternative rock a Roma dopo questo disastro della pandemia. Roma è enorme e nel passato recente ognuno si poteva ricucire il proprio spazio, ma ognun per sé, dritti come bufali verso il crepaccio a volte.
Diciamo che tastando il polso di molte band indipendenti internazionali siamo sullo stesso livello delle maggiori città europee, e quindi pochi, veri e affamati. Non ci sentiamo di appartenere a un qualcosa che forse non esiste e che non trova il giusto spazio perfino in quelle radio di genere ormai istituzionalizzate che passano da anni gli stessi dischi dei Metallica o dei Rage Against The Machine che tutti amiamo, o che preferiscono far cantare i politici per arrivare a fine mese. Speriamo che questo “riposo forzato” aiuti le menti che hanno a cuore il nostro settore tutto, o almeno che si possa tornare anche ripartendo da zero.
Che cosa rispondete a chi ritrova un po’ di nostalgia per il passato nei suoni del vostro disco?
Rispondiamo che da un sentimento come la nostalgia se incanalato nella maniera giusta si possano tirare fuori delle cose molto intense e originali. E che ci sentiamo fortunati e orgogliosi di esserci formati musicalmente nel periodo migliore per il rock e cioè gli anni ‘90 che poi nient’altro era che un tributo ai ‘70.
Qual è stata la canzone più complicata da scrivere e da pubblicare?
Mmm vediamo un po’… in generale dal punto dei contenuti, tutto l’album ha avuto una gestazione complicata, considerando che abbiamo trattato argomenti delicati come la depressione, degenerazioni sociali, misantropia e dipendenza. Nel pratico forse la traccia che apre l’album “Gone with my gun” anche perché ha due bpm diversi tra intro-song e outro e perché è bella piena di voci e armonizzazioni e ghost tracks. A essere sinceri già sappiamo che alcune tracce del prossimo album ci creeranno qualche bel grattacapo quindi ricordati di rifarci questa domanda tra un paio d’anni.
Che futuro attende i KOS – Kings of Subhumans?
Bella domanda. Diciamo che il primo lockdown ci ha fortificati molto in quanto abbiamo imparato a gestire il nostro progetto in maniera da avere quasi sempre un piano B pronto. Quindi se da una parte lavoriamo per un ritorno Live per portare The Past is Over in giro per il mondo, dall’altra parte abbiamo già un terzo album da registrare e delle collaborazioni con alcuni amici producers per alcuni remix.
Ascolta The past is over dei KOS – Kings of Subhumans su Spotify
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