La musica ci rende felici?

Perché la musica ci rende felici? Perché ci fa venire la pelle d’oca? In questo articolo cerchiamo di capire cosa si scatena in noi quando ascoltiamo la musica…

La musica esprime ciò che non può essere detto e su cui è impossibile rimanere in silenzio (Victor Hugo)

Vi siete mai chiesti perchè la musica ci rende felici? O Tristi? Vi è mai capitato di avere la pelle d’oca ascoltando una composizione musicale? Una canzone pop, rock, jazz o musica classica che sia? O sentire un ritornello banale che vi rimane in testa per giorni (e notti)?
A me sì. Ma perchè succede?

Da sempre la musica accompagna ogni momento della nostra vita. Sono stati ritrovati strumenti musicali risalenti a decine di migliaia di anni fa a testimonianza che la musica è sempre stata con noi fin dalla notte dei tempi. La vita è scandita da due elementi fondamentali della musica il ritmo e l’armonia. Il battito del cuore è ritmico, l’alternarsi delle stagioni o del giorno e la notte, le fasi lunari… tutto segue un ritmo ben preciso. E l’armonia altro non è che la ripartizione proporzionata e bilanciata fra tutto ciò che ci circonda: acqua, terra, aria… Vogliamo lanciarci e dire qualcosa sulla melodia? Un musicista molto più autorevole di me, Leonard Bernstein, disse che anche la musica proviene dalla stessa unica sorgente da cui provengono tutti i linguaggi. E l’esempio è il balbettio ritmico e melodico del bimbo preistorico in braccio alla mamma…

Eppure il perché amiamo la musica o quale precisa funzione ha nella nostra vita ha ancora un che di misterioso… Fortunatamente alcuni studiosi della McGill University di Montréal, Canada (che fra i suoi ex studenti annovera Leonard Cohen, e Burt Bacharach) ma anche di altre Università tra cui alcune italiane, da diversi anni si stanno dedicando anima e corpo per cercare di capire come la musica stimoli il nostro cervello e le nostre emozioni.

Sembra infatti che quando noi ascoltiamo un brano musicale il cervello rilasci una sostanza chimica chiamata Dopamina che ci dà un senso di piacere e di appagamento, lo stesso tipo di piacere di quando si assumono sostanze stupefacenti, infatti la Dopamina è presente in alcune droghe con la differenza che “drogarsi” di musica è un’esperienza positiva e per nulla dannosa.

La musica quindi stimola la nostra mente e fa lavorare il cervello

Una storia su Mozart racconta che il piccolo prodigio sentì una volta una composizione contrappuntistica e poi fu subito in grado di trascriverne a memoria l’intera partitura. Non si sa bene se sia una leggenda o no (anche se trattandosi di Mozart potrebbe essere tranquillamente vera) perchè non documentata storicamente. La maggior parte delle persone diciamo così… “normali” dopo che hanno ascoltato una composizione musicale mai sentita prima non riescono a ricordarsi neanche il tema principale però quando risentono la stessa composizione riescono a riconoscerla. Forse merito della forma musicale usata nelle composizioni ad esempio classiche, dove prima sentiamo il tema principale, poi il secondo tema, poi il tutto viene sviluppato e riproposto alla fine. In questo modo qualcosa rimane impresso nella mente di chi ascolta, anche se di musica sa poco.

Se invece passiamo alla musica pop o rock la struttura è molto meno complessa, la melodia e la ritmica sono spesso prevedibili e quindi il nostro cervello fa prima a ricordare e memorizzare. Discorso diverso per il jazz che ha melodie, armonie e ritmiche molto complesse e quindi se una persona non è un appassionato di questo genere tenderà a stancarsi prima e difficilmente riuscirà a ricordare un brano jazzistico.

Inoltre sembra che studiare musica abbia degli effetti benefici proprio nello sviluppo cerebrale, specie nei bambini che, dopo un anno di studio di uno strumento musicale migliorano la memoria verbale, visiva e cognitiva, l’attenzione e anche la matematica (che male non fa).

Ma non è solo in questo modo così “tecnico” che la musica fa lavorare il cervello. La musica entra molto più a fondo, entra nei centri emozionali del cervello: dà vita a ricordi, pensieri ed emozioni che poi all’apparenza svaniscono, ma quando risentiamo quella canzone o quella composizione riaffiorano.

Poi non è detto che la sensazione che un brano ci dà oggi sia le stessa che ci darà fra un anno, perchè l’essere umano è in continua evoluzione, e quindi quell’emozione forte che provi oggi ascoltando che so… I say a little prayer di Burt Bacharach (visto che l’abbiamo chiamato in causa prima) che ti fa venire la “pelle d’oca” e le lacrime agli occhi potrebbe essere molto meno intensa dopo un po’ di tempo perché il ricordo si affievolisce. Ma anche dopo anni e anni, ogni volta che ascolterai questa canzone inesorabilmente ricorderai l’episodio a cui è legata.

Insomma ascoltiamo musica e studiamo musica perché ci emoziona e ci fa sentire vivi e sono proprio quelle emozioni che ci rendono felici anche se solo per pochi istanti. Che vita sarebbe senza… Musica?<

Credits Fotografici

  • Foto tratta da: http://lietingadiena.deviantart.com

1 Comment

  1. è una cos ache
    approvo ed a me nei problemi di salute familiari mi ha aiutato
    tantissimo ,
    è il mio gancio in mezzo al cielo che mi tiene eretto in verticale
    ,anche quando sotto i piedi c’è il vuoto.
    Ho cercato di allontanarmi dalla musica ,ma è più forte di me ,sin
    da piccolo ero un bimbo a cui mancava qualcosa e sono ancora a 44
    anni alla ricerca di qualcosa …….
    Tutto scorre diceva Eraclito di Efeso
    io sono un curioso per eccellenza e la musica è la mia medicina
    principale sia per rendermi felice sia quando mi avvalgo di essa
    con la scrittura per esternare le mie paure e le ansie che la vita
    ha sempre dato in maniera gigantesca.
    Il problema della musica sono i meccanismi che la coinvolgono
    ,sfruttandone i sentimenti in maniera diabolica …..l’industria
    discografica !!!
    Cosi’ entra il Dio denaro è cambuia tutto!!!
    Intorna alla discografia girano come satelliti tanti pescecani ed
    avvoltoi ,soprattutto gente senza scrupoli e senza coscienza ,che
    vivono utilizzando i sogni dei giovani e rammentando la parola
    SUCCESSO ……
    bruttissima parola , il concetto per me di successo è:
    levarsi qualche soddisfazione musicale per quello che sei e per quello
    che scrivi o canti ,
    ad es. il mio successo è quello di essere stato scelto e parte di un
    fESTIVAL della canzone italiana a new york 13 settembre 2015 ,dopo
    tanta perseveranza ,tante canzoni derubate ,tante serate (gavetta che
    nessuno fa +) ,tantissima passione ed altro non stò ad
    elencare,comunque ho sempre investito tanta energia in quello che
    credevo e lo faccio ancora oggi (mi prendono come visionario ,ma non
    mi interessa ) .

    Mentre il problema nei giovani con i talent arriva subito dopo tali
    esperienze TV( sanremo ,castrocaro , x factor,the voice ed AMICI
    ,poichèper stare ai vertici è faticoso psicologicamente ed è
    costoso ma soprattutto è un compromesso continuo.
    Visto che i dischi non si vendono ,le serate sono sempre meno e per
    farle tante devi investire in pubblicità tantissimi migliaia di euro
    ,i diritti d’autore per un emergente si sono ridotti ad 15 ;
    Proprio per questo dobbiamo aspettarci tutti meno e raggiungere degli
    obbiettivi con le possibilità che abbiamo ,passo dopo passo ,cercando
    e vivendo un esperienza musicale in maniera propositiva ,proprio come
    un successo ,cher sò un oCCASIONE DI CRESCITA musicale ed umana.
    Una mia citazione filosofica è: ” Il sogno di essere è la certezza
    di avere ” by Vittorio Reale

    in questa frase il potere della mente in nome dello spirito santo è
    tutto , fa dei miracoli importanti ……..
    per concludere la musica è uno strumento divino è una virtù che ci
    viene data da qualcuno che gestisce ed è onnipotente, al di sopra
    dell’uomo ,quindi la musica va sfruttata nel bene come fosse un gioco
    ,una cultura un tramonto una educazione ed una magia sempre pronta ad
    essere scoperta e coprirti di felicità nei momenti opportuni.
    Un esempio bisognerebbe chiedere agli schiavi di colore che
    cantavano i loro blues nelle loro difficoltà mentre lavoravano
    sfruttati al massimo ( ricordo: Film- RADICI).

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