I veneziani THE PANICLES tornano alle origini con un nuovo disco dal titolo un po’ complesso (altro che semplice): Simplicity: the universe (extended).
Un lavoro vero, genuino, quello dei THE PANICLES un disco fatto di carne e di cuore, un disco che esula dal massiccio editing digitale lasciando poco spazio alla confezione industriale. Un lavoro sincero che serve proprio per depurarsi da un passato fin troppo contaminato da numeri e grandi major discografiche.
Poco da dire quando a comandare le linee guida di un progetto è proprio la semplicità. Anche se, a sentirla bene, questa semplicità non è poi così marcata. Anzi, a tratti sembra non esserci. Basti guardare il bellissimo video clip del singolo – manco a dirlo – dal titolo Simplicity.
Per voi e per noi, l’intervista. Una splendida chiacchierata con i THE PANICLES.
THE PANICLES: la genesi di questo nome?
Dalla definizione botanica inglese dell’infiorescenza della pannocchia,“Panicle”: la sala prove della prima formazione sorgeva in mezzo a campi di mais sterminati! Poi, non dimentichiamo il caruccio gioco di parole “Panic-less”, aggiungendo una “S”, ovvero “senza panico”, “senza paura”.
Perché “l’America” piuttosto che l’Italia?
Cantiamo in inglese innanzitutto perché ci viene più spontaneo e facile comporre così, e usando l’inglese i nostri pezzi suonano esattamente come vogliamo noi. E poi abbiamo un progetto preciso, vorremmo essere ascoltati e capiti ovunque nel mondo, ecco perché l’inglese! Se stiamo parlando del mastering del disco, la scelta di affidarlo a uno studio californiano è dovuta a due motivi: prima di tutto li ci lavora un nostro amico, Alberto Gaffuri, con cui abbiamo collaborato un sacco di volte e del quale ci fidiamo molto! E poi dai, il fascino della California ci sembra un motivo più che valido!
Un nuovo disco che parla di “semplicità”. Secondo voi è un punto di arrivo?
Si, per quello che ci riguarda sia musicalmente che personalmente, la semplicità è un punto di arrivo, il nostro nirvana, la pentola d’oro alla fine dell’arcobaleno. Ma questo non significa che ci siamo arrivati, siamo ancora per strada, e si sa che questo tipo di percorso tende ad avere uno sviluppo iperbolico, ad avvicinarsi sempre al suo asintoto senza arrivare mai a toccarlo veramente.
Dalla provincia italiana al resto del mondo. Che tipo di viaggio è?
Un viaggio lungo, che costa un bel po’ di fatica ma regala grosse soddisfazioni. Ad esibirsi al di fuori del proprio paese ci si sente veramente messi in gioco, direi quasi messi in discussione. Da questi viaggi si torna sempre con nuove consapevolezze su quello che la tua arte rappresenta.
Dietro le quinte di questo disco. Una curiosità da regalarci?
Una volta registrati e rifiniti tutti i pezzi, era arrivato per noi il momento di decidere la scaletta, l’ordine con il quale inserire i pezzi nell’album. Come per tutte le decisioni importanti, abbiamo acquistato della soppressa vicentina e del vino, e abbiamo radunato parenti e amici per ascoltare i pezzi ed esprimere le proprie opinioni tramite un complicato sistema di foglietti anonimi nei quali ognuno doveva scrivere le proprie scelte. Essendo noi notoriamente delle persone multi-tasking abbiamo fatto tutto questo guardando uno dei nostri dvd preferiti, probabilmente Batman il Cavaliere Oscuro. Alla fine una decisione è stata presa, ma la mattina dopo ci siamo accorti di aver perso il foglietto con la scaletta definitiva, rendendo inutile tutto il processo.
Come è stato accolto questo disco? Tornerete in terra straniera?
Certamente! Questa volta abbiamo puntato alla Francia, stiamo preparando un piccolo tour oltralpe per il periodo di maggio, inutile dire che la prospettiva è elettrizzante. In Italia il disco è stato accolto bene dalla critica e dalle radio, per il successo del pubblico la strada è ancora lunga! Siamo appunto curiosi di vedere come verremo accolti con i nostri live in Francia.
Dopo il singolo e il video di Simplicity, che cosa avete in cantiere?
La pianificazione del live è abbastanza impegnativa, ma dobbiamo preparare un altro video clip per i prossimi mesi, e forse anche qualcosa di più grosso, un dvd magari…