La band Labyrinthus Noctis pubblica l’album di tredici brani dal titolo Opting For The Quasi-Steady State Cosmology una autoproduzione uscita nel 2018. Ecco la recensione…
Opting For The Quasi-Steady State Cosmology è il nuovo disco dei Labyrinthus Noctis. Tredici tracce per una durata complessiva di circa ottanta minuti di musica, un bell’impegno per chi avrà la fortuna di ascoltare questo album.
Stiamo parlando dei Labyrinthus Noctis, combo di Milano che pubblica il terzo album dal titolo Opting For The Quasi-Steady State Cosmology, preceduto da Forever Fallen Darkness (2005) e D.U.N.N.O.S. (2012).
Un disco ricco di generi musicali che spaziano dal Goth, Doom, al Dark, Folk, per poi passare al Prog e all’Elettronica.
Complesso nelle ritmiche le cui strutture prevedono cambi di tempo improvvisi, ed è questo dettagli che sancisce una maturità musicale della band davvero notevole, complice anche i percorsi introspettivi per opera della linea vocale di Ivy, ben preparata e che dà il suo bel contributo alla causa.
Dopo un avvio di stampo Electro Goth, con le prime tre tracce, si passa a brani più genuini e dal ritmo intenso dove batteria e chitarre fraseggiano con grinta, senza rinunciare verso la parte centrale a melodie più pulite, per poi tornare ad un sound più aggressivo.
I Labyrinthus Noctis, non rinunciano a tracce melanconiche dal sapore quasi straziante Lament Of Melusine, senza perdere la vena energica che li contraddistingue specie sul finale quando il ritmo è frenetico e intenso.
Un disco dunque dinamico, e come già scritto all’inizio, impegnativo visto che la media di ogni traccia, se si esclude Hydrocarbon Lakes, è di cinque minuti. La band di Milano con questo cd dimostra do aver raggiunto ottimo livello di tecnica e idee anche a livello di live dove viene utilizzato per l’occasione un manichino-alieno, la band si propone come del tutto innovativa nel panorama del metal underground, non solo italiano.
A cura di Lenny Savini
Info: https://www.facebook.com/LabyrinthusNoctis/