In occasione del quarantesimo anniversario della morte dell’ex Beatle, esce in libreria John Lennon. La biografia definitiva a cura di Lesley-Ann Jones. Ecco la recensione
Fuori per Sperling & Kupfer il volume John Lennon: la biografia definitiva
Walls And Bridges è il titolo del nono album solista di John Lennon. Muri e ponti, come quelli che si presentano di fronte al lettore tra le pagine di questa nuova biografia di Lesley-Ann Jones. Ogni tentativo di raggiungere una visione oggettiva (se mai possibile) del personaggio biografato viene di volta in volta ostacolato o favorito.
Un titolo ambizioso, quasi provocatorio, sia nella versione originale (Who Killed John Lennon?) che nella traduzione, assai disinvolta come d’abitudine, John Lennon: la biografia definitiva.
Il percorso cronologico si articola attorno ai personaggi chiave — soprattutto femminili — della vita dell’ex Beatle. E quindi, partenza obbligata, la Jones si sofferma sulla madre di John, Julia Stanley, e sul doppio abbandono subìto dal figlio. Il primo quando all’età di cinque anni viene affidato alla zia Mimi. Il secondo — tragicamente definitivo — allorché Julia muore investita da un’automobile nel 1958. Un rapporto che John aveva faticosamente rinsaldato durante l’adolescenza, ricevendo da quella madre bohemienne anche una prima educazione musicale. Da questo doppio dolore nasce l’inquietudine che accompagnerà per sempre l’artista, spingendolo per sua stessa ammissione alla perenne ricerca di nuove figure di riferimento.
Non può esserlo Cynthia, che in lui troverà un marito infedele, anaffettivo, violento. Non certo migliore il John padre, almeno per il primogenito Julian.
Dopo l’amore per Alma Cogan, morta anch’essa in gioventù nel 1966, ecco Yoko. La sua immagine finirà per sovrapporsi a quella della madre scomparsa (si ascolti Julia, dal White Album), tanto che John si rivolgerà spesso a lei con l’appellativo “Mother”. Un rapporto simbiotico, parzialmente interrotto soltanto dall’ultima figura femminile della vita di Lennon, quella May Pang compagna del celebre “weekend perduto”, un fine settimana lungo diciotto mesi.
Ma ci sono anche presenze maschili tutt’altro che irrilevanti, a cominciare dal padre Freddie, che dopo averlo abbandonato bambino torna a farsi vivo solo negli anni della beatlemania, tentando anche un goffo ingresso nella scena musicale. E poi Brian Epstein, del cui amore per John si continuerà sempre a speculare, senza trovar risposta. Spazio ridotto è invece riservato a McCartney, pur presente tra le “fonti” del racconto.
L’onniscienza del narratore rasenta spesso la saccenza, specie quando si insiste nella presunzione di psicanalizzare post mortem qualcuno che non si è mai conosciuto. Per non dire dell’onnipresenza che induce la Jones a far capolino ben volentieri tra le righe e tra le immagini del libro.
Muri e ponti, aspetti positivi e negativi tra le oltre quattrocento pagine. Di apprezzabile c’è senz’altro l’accurata ricostruzione dei primi anni di vita di John: alla Jones va dato soprattutto il merito di smentire antiche leggende su Lennon e sui suoi familiari. Poi la ricchezza di testimonianze offerte da persone vicinissime a John, da Cynthia all’amico di sempre Pete Shotton.
Manca la musica, però. Impegnata nella sua anamnesi psicologica, la Jones dimentica che è attraverso le canzoni (almeno quelle più sincere, come Help!, Strawberry Fields Forever, God, Mother, Watching The Wheels) che Lennon ha espresso il suo mondo interiore.
“Chi ha ucciso John Lennon?” si domanda l’autrice, e quando è morto il “vero” John? La sua risposta, difficilmente condivisibile, è che egli si sia gradualmente avvicinato all’annullamento di se stesso. Nella tragica realtà, l’unico capace di annientarlo sarà Mark Chapman, quell’8 dicembre di quarant’anni fa.
John Lennon. La biografia definitiva
Copertina rigida: 420 pagine
ISBN-10: 8820069954
ISBN-13: 978-8820069957
Dimensioni: 15 x 3.4 x 22.4 cm
Editore: Sperling & Kupfer (13 ottobre 2020)
Peso articolo: 994 g
Lingua: Italiano