L’esperienza quadrifonica dei Liquid Desire

Intervista ai Liquid Desire, il duo Gabriele Bombardini e Matteo Scaioli ispirato a Salvator Dalì

Ciao, Liquid Desire, un nome particolare… che significato ha?
E’ ispirato all’opera di Salvator Dalì “Birth of the Liquid Desire”. Ci piace l’idea di intendere la musica in modo visionario e per immagini. Rendere omaggio a questo gigante della cultura, ma anche a tutti gli artisti visivi, ci sembrava appropriato e naturale.

Da quanto tempo Gabriele Bombardini e Matteo Scaioli e cioè il 100% dei Liquid Desire suonano insieme in questo progetto?
Suoniamo insieme, a vari progetti, da almeno 20 anni. I Liquid Desire nascono nel 1999. Nel 2004 abbiamo realizzato il nostro primo cd Audio Toys, prodotto da Valerio Semplici (Black Box). Nel 2007 esce Dock Out ed ora, Liquid Desire.

Il vostro nuovo disco omonimo, si differenzia dai precedenti lavori? In cosa?
Come per tutti i nostri progetti, Audio Toys è un lavoro di ricerca sonora basata sulla voce e sulle canzoni cantate da Matteo in lingua inglese.
Nell’elettronico Dock out sono i synth a caratterizzare l’intero disco.
Liquid Desire (l’ultima fatica) è un omaggio alla psichedelia con la chitarra in tutte le sue forme, il basso elettrico, la batteria acustica, le percussioni e i sintetizzatori analogici.

Come vi è venuta l’idea dell’esperienza quadrifonica?
L’idea è nata l’estate scorsa quando abbiamo organizzato un concerto nel parco dello studio dove registriamo. Volevamo sperimentare questa tecnica di diffusione e far vivere tale esperienza agli spettatori. Noi eravamo al centro e il pubblico attorno a noi. La musica che girava attorno, sembrava generata dagli alberi che ci circondavano. E’ stata un’esperienza magica che ci piacerebbe ripetere in un contesto adatto. E’ la stessa magia che ci ha dato l’ispirazione per entrare in studio e realizzare quest’ultimo cd.

Alcuni dei brani contenuti in Liquid Desire sono molto lunghi rispetto alla media, arrivano a 8-9 minuti. Da cosa è dovuta la necessità di questo lasso di tempo così ampio?
Di fatto non ci siamo posti limiti di nessun tipo. Ci siamo presi il tempo necessario per sviluppare le nostre idee musicali. E’ un album strumentale e anche nell’unico brano cantato la voce è intesa come uno strumento musicale. In questo senso Liquid Desire è un album progressive, ma classificare la musica è sempre molto complicato. Puoi sentire molte influenze: rock, elettronica, minimal, lo spirito del jazz. E’ musica!

Molti artisti importanti vi ispirano, quali sono quelli da cui traete più insegnamento?
E’ banale dirlo ma da tutti quelli che ci insegnano qualcosa e che ci emozionano. Una lista infinita quindi.

Quando vi esibite live, siete sempre solo voi due oppure vi avvalete di collaborazioni?
Io suono le chitarre e la pedal steel, Matteo la batteria, i synth analogici e la voce.
Abbiamo il piacere inoltre di collaborare con Jhonny Boscaini che suona i synth analogici, i synth modulari e il violino.

Per salutarci la domanda di rito: i vostri prossimi progetti?
Portare in giro la nostra musica e suonare il più possibile. Ben consapevoli delle difficoltà da affrontare per riuscire a farlo, soprattutto nel nostro paese. La nostra pagina facebook è la bacheca virtuale dove si può rimanere sintonizzati con la nostra musica.

Social e Contatti

Facebook: https://www.facebook.com/pages/Liquid-Desire/825067037529734?fref=ts

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