Let them eat Jellybeans

Let them eat Jellybeans è una compilation con 17 brani. Tra tutti troviamo i Dead Kennedys, i Black Flag e i Circle Jerks. Ecco la storia di questo importante album…

Una compilation. Dal titolo Let them eat Jellybeans. Sottotitolo: 17 Extracts From America’s Darker Side. In copertina il volto disegnato, inconfondibile di Ronald Reagan su sfondo a stelle e strisce. Ci sono i DEAD KENNEDYS. Ci sono i BLACK FLAG. Ci sono i CIRCLE JERKS. Ed altri nomi che non conosco. E poi è stampato dalla Alternative Tentacles, l’etichetta di Jello Biafra.

Devo portare a casa questo disco. Insieme al vinile esce un poster piegato dove ci sono le foto dei singoli gruppi, la composizione degli stessi, gli indirizzi a cui inviare missive e richiedere materiale, i testi dei brani. Ancora prima di far toccare la puntina al disco sono emozionato.

Let them eat Jellybeans, la compilation

Il primo pezzo, dei FLIPPER, mi piace, è lento ma pesante, come certe cose degli appena (da me) conosciuti STOOGES, ma sono i 5 pezzi successivi che aspetto, con bramosia, ascoltare. I D.O.A., canadesi di Vancouver, con The prisoner; i già sentiti BLACK FLAG, periodo DEZ CADENA, che non deludono con Police Story; i mitizzati, e mitici, BAD BRAINS, con la violentissima Pay to cum; i padroni di casa, i DEAD KENNEDYS, con Nazi punks fuck off! e quelli che mi sono più simpatici, i CIRCLE JERKS, con Paid vacation.

Bramosa attesa che non è andata delusa. I brani sono proprio come me li aspetto. Veloci, gridati, distorti, fondamentali per la costruzione del mito punk americano, versante occidentale. Ma quell’epifania non è ancora finita! Il primo lato contiene altri tre pezzi, non meno belli, dei REALLY RED, dei FEEDERZ e dei grandissimi SUBHUMANS, da non confondere con (gli altrettanto validi) omonimi inglesi. Soddisfattissimo della prima facciata mi predispongo per l’ascolto della seconda, i cui i nomi sono degli arcani.

Si comincia con GEZA X e la sua Isotope soap. Penso che i DEVO hanno insegnato a molti, fra cui anche a questo sconosciuto GEZA che, fra una comparsata e l’altra negli studi di registrazione della Alternative tentacles in qualità di ingegnere del suono non ha disdegnato nemmeno le lezioni di GARY NUMAN e dei KRAFTWERK. I BPEOPLE, con Persecution-that’s my song alternano rumore a dolcissime nenie, mentre i WOUNDS fanno a meno delle nenie, concentrandosi sul rumore.

Quasi un pezzo ska/punks quello degli OFFS e, scusate il misero gioco di parole, anonimo il brano degli ANONYMOUS. Si entra nella leggenda con gli HALF JAPANESE e la loro Fun again per rientrare nei ranghi con Joke’s on you dei CHRISTIAN LUNCH e con Sleep dei VOICE FARM.

L’importanza di Let them eat Jellybeans.

Un disco fondamentale, per quegli anni. Un importante reperto storico, oggi. Necessario per capire l’evoluzione di un genere e tracciare una mappa sonora di una generazione che da lì a pochi anni avrebbe conosciuto e condiviso grandi speranze e grandi delusioni. Tanto per rimanere in ambito musicale, un nome su tutti i RED HOT CHILI PEPPERS.

Un disco che non è mai stato ristampato per beghe legali e personali. Un peccato. Un vero peccato.

Guarda il video di Bad Brains Pay to Cum

Vittorio

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