INTERVISTA | La pianista Letizia Michielon e l’integrale di Frederic Chopin

La pianista Letizia Michielon sta incidendo l’integrale di Frederic Chopin in audio e video per Limen Music & Arts. Un’opera che nella parte video comprende anche una guida dove aiuta l’ascoltatore ad entrare nel pensiero chopiniano…

Letizia Michielon, pianista, compositrice, filosofa. Prima e unica musicista che sta incidendo l’integrale di Chopin in audio/video. Perché Chopin e perché questa sfida?
Frederic Chopin
è tra gli autori che ho da sempre prediletto, ho avuto la fortuna di studiare alcuni suoi capolavori sotto la guida di uno dei massimi cameristi italiani, Eugenio Bagnoli, allievo di Guido Agosti e Alfredo Casella. Da lui ho appreso l’attenzione per il suono, il fraseggio e la struttura che sostanziano le opere di Chopin.

Sotto la guida di Marian Mika, pianista e didatta polacco formatosi alla scuola di Henryk Sztompka, allievo di Paderewski, e di Ludwig Stefanski, ho in seguito perfezionato la cura per lo stile interpretativo e consolidato i mezzi tecnici indispensabili per avvicinarsi a un autore così impegnativo.

Tutto ciò è essenziale ma si tratta solo di strumenti necessari per potere entrare in contatto più completo con il pensiero musicale e l’anima di Chopin.

Mi affascinano la sua straordinaria capacità di evocazione poetica e la sintesi folgorante del suo linguaggio, la sua incrollabile fiducia nella capacità creatrice dell’immaginazione, il suo aprire universi lanciati al passato o all’infinito futuro, sogni in grado di mutare radicalmente, se ci crediamo, la nostra vita e il nostro mondo.

Ma ciò che davvero mi rapisce è l’ipersensibilità indefinibile che emana da ogni nota, una sorta di manto invisibile che tutto avvolge portandoti nel cuore stesso della sua musica e della sua anima.

Questi sono cofanetti particolari perchè oltre al dvd che è il concerto inciso in studio di registrazione troviamo sempre 15 minuti circa di conferenza (se così la possiamo chiamare) dove lei ci aiuta ad entrare nel pensiero chopiniano, ci guida all’ascolto del mondo di questo mirabile compositore, ma fa anche di più accosta la poesia alla musica, nel primo volume ha trovato similitudini, assonanze con Emily Dickinson perché?
La poesia mi aiuta a evocare l’aura della musica chopiniana, insieme lirica ed epica, maestosa e intangibile, appassionata e riservatissima. Un gioco di contrasti che miracolosamente convive e che il dialogo con alcune tra le massime voci liriche della letteratura può schiudere. Emily Dickinson e Chopin  non si sono mai conosciuti personalmente ma sono notevoli le affinità tra i loro linguaggi aforistici, essenziali, capaci sempre di sorprenderti e di sfiorare le corde più profonde dell’interiorità.

“Dì tutta la verità ma dilla obliqua”, raccomandava Emily Dickinson, e in questa professione di  fede estetica è racchiusa anche tutta la poetica di Chopin.

Crede che questo modo di spiegare un percorso possa essere utile al semplice ascoltatore e all’appassionato?
Penso che la musica classica, in quanto espressione compiuta della cultura, rappresenti un insostituibile serbatoio di energia interiore. Il linguaggio misterioso e inafferrabile del suono può essere intuito, anche se non espresso, attraverso il dialogo con altre discipline. Nel caso di Chopin questo incontro può diventare particolarmente fecondo per schiudere almeno parzialmente la stratificazione di significati celata sotto un canto dalla perfezione mirabile.

Avrà ascoltato altre integrali su Chopin, cosa rende la sua diversa, tralasciando DVD e conferenza?
Il ritorno all’ascolto profondo del testo chopiniano. Mi avvalgo dell’edizione polacca PVM, il testo filologicamente più aggiornato che conserva anche tutte le annotazioni e  varianti degli esemplari in possesso degli allievi del Maestro. Ma questa è solo la premessa indispensabile per cercare attraverso e oltre il segno le tracce di un’anima dalla modernità sconvolgente. Si pensi al suo scandagliare, attraverso le esperienze del lutto e della morte, le ombre più oscure della psiche, oppure al senso straziante del nulla che tutto consuma affidato ad arabeschi che sgretolano il linguaggio e ne disintegrano il tessuto. Ciò che tento di fare emergere è la luce del pensiero che scaturisce dall’emozione del canto, il tratto potentemente filosofico racchiuso nelle sue opere.

Info: www.limenmusic.info

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