Fabrizio Basciano, docente e musicista, ha inviato una lettera aperta al Ministro dell’istruzione Valeria Fedeli chiedendo che nelle scuole venga inserito l’insegnamento di Storia della Musica. Dopo poco più di un mese di silenzio, il Musicologo ci manda queste righe…
È di appena un mese fa la lettera aperta che ho voluto rivolgere al neo-ministro dell’istruzione Valeria Fedeli a proposito dell’insegnamento della Storia della Musica nei nostri istituti scolastici superiori. Ho dunque atteso un mese prima di buttar giù queste poche righe, un mese durante il quale, a fronte delle centinaia di condivisioni di cui la lettera in questione è stata oggetto, a fronte delle migliaia di firme raccolte con la petizione che quella lettera si è fatta carico di veicolare e porre all’attenzione del ministro Fedeli, a fronte, non ultimo, del comune sentire intorno a una grossissima e più che evidente lacuna del nostro sistema di pubblica istruzione, a fronte di tutto ciò pensavo, speravo, mi auguravo il ministro avesse modo, voglia, necessità di dare risposta, di far sentire la propria voce. Mai speranza fu più vana, perché, nonostante la lettera aperta, che potrete leggere appena sotto queste poche righe introduttive, tentava di andare oltre le polemiche intorno ai titoli di studio (mancanti) della Fedeli e alla più che evidente incompatibilità col nuovo ruolo affidatole dal governo Gentiloni, nonostante si tentasse, sempre con la stessa lettera, di offrire alla Fedeli l’occasione, l’opportunità per mostrare quanta e quale fosse la sua voglia, oltre ogni polemica, di mettersi in gioco e migliorare la condizione scolastica e culturale italiana, nonostante tutto ciò dal ministro dell’istruzione nemmeno l’ombra di una qualsiasi risposta. E allora subentra lo sconforto, quel sentimento dal retrogusto amaro del quale il paese che quotidianamente viviamo sembra non volersi in alcun modo liberare. Cara Fedeli, speravo, in conclusione, una sindacalista, seppur priva di alcun titolo di studio adeguato al ruolo ministeriale ricoperto, avesse le doti, le qualità per porsi in ascolto di migliaia e migliaia di voci che, restando in tema di musica, all’unisono chiedono la stessa identica cosa: più cultura musicale nel nostro sistema di pubblica istruzione. Evidentemente, stando all’attuale stato delle cose, mi sbagliavo.
Lettera aperta al Ministro Fedeli
Gentile ministro,
nelle scuole superiori del nostro paese da sempre si lamenta una gravissima mancanza, che è giunto il momento di colmare. Si tratta di Storia della Musica, materia che, a differenza della sorella Storia dell’Arte, non si è mai vista inserita in alcun piano disciplinare dei nostri istituti superiori. Il fatto costituisce una gravissima lacuna nel piano curricolare dei nostri istituti scolastici, in quanto quella musicale è disciplina profondamente caratterizzante il nostro specifico patrimonio storico e culturale, tanto quanto le arti visive se non maggiormente prendendo in considerazione determinati periodi storici.
Chiunque in Italia e nel mondo intero ha sentito parlare di giganti quali Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini, Antonio Vivaldi, Gioachino Rossini e Nicolò Paganini, per non continuare con la lunghissima lista di geni musicali nostrani; chiunque ha altrettanto potuto sentir dire circa l’Opera lirica italiana, la Sinfonia, il Concerto, il Madrigale e tante altre forme o generi musicali nati e cresciuti, prima di approdare in ogni altro paese d’Europa e del mondo intero, sulla nostra penisola; chiunque sa bene come ancora oggi qualsiasi nuova composizione, che venga scritta a Tokio, New York, Londra o Berlino, adotta la nomenclatura italiana: allegro, moderato, andante, largo, staccato, legato, pizzicato, crescendo e diminuendo sono solo alcune delle tantissime indicazioni che, tuttora, vengono indicate, in qualsiasi angolo del nostro pianeta, in lingua italiana, forti dell’incredibile tradizione musicale di cui il nostro paese, senza possibili paragoni al mondo, può certamente far sfoggio; chiunque conosce infine, per non proseguire oltre nonostante la lista sia veramente lunga, strumenti quali il violino, la viola, il violoncello, il contrabbasso, il pianoforte e tanti altri che, grazie ad antiche tradizioni di liuteria italiana, sono nati nel nostro paese e da qui hanno poi conquistato i palchi di tutto il pianeta.
E’ a partire dai tempi del canto gregoriano che l’Italia, per un millennio circa, ha insegnato a far musica creando linguaggi, stili, forme, conferendo all’arte musicale il suo status odierno ed ergendola a disciplina di alta formazione artistica. Senza lo studio della storia della musica, come senza lo studio della storia dell’arte, allo studente italiano, di qualsiasi indirizzo e/o settore possibili, non vengono trasmessi codici fondamentali e precipui del proprio patrimonio storico e culturale, informazioni di base senza le quali viene completamente a mancare l’identificazione con una cultura specifica, la propria, che non a caso viene studiata in tutto il mondo e sulla quale si versano e si continueranno a versare fiumi d’inchiostro. Non possiamo dunque abbandonare quella significativa fetta della nostra storia culturale senza la quale le nuove generazioni non troveranno mai lo stimolo adeguato per recarsi nei nostri teatri e nei nostri auditorium, luoghi che oggi sopravvivono coi finanziamenti pubblici e faticano a mantenersi in vita per mancanza di un pubblico adeguatamente formato.
Chiediamo perciò che Storia della Musica, accanto a Storia dell’Arte, venga istituita quale materia facente parte del piano curricolare di ogni istituto superiore italiano.
Cordiali saluti
Fabrizio Basciano
Musicologo, musicista, docente
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