Lineaquattro: Magenta | Recensione

copertina del disco dei Lineaquattro: Magenta

I Lineaquattro pubblicano il loro nuovo album Magenta, all’insegna del jazz funk. Ce lo racconta Gilberto Ongaro

Il Magenta è un colore che non esiste in natura. È fuori dallo spettro della luce visibile. Sono i nostri occhi che, non sapendo come interpretare la vibrazione di questa tonalità, per “capirla” la traduce in quel colore che vediamo. Quindi, è una sorta di tinta interiore, qualcosa che riusciamo a vedere ma che non c’è, ma che proiettiamo, che nasce dal nostro intelletto.

Sarà per questo che, istintivamente, i Lineaquattro hanno intitolato così il loro album. Il jazz da sempre cerca di proiettare nella musica, l’istinto dei musicisti, attraverso l’improvvisazione; ma la direzione fusion, che implica un certo grado di raffinatezza compositiva (e non più i soliti standard armonici), amplia le possibilità espressive di quei momenti d’assolo.

Attraverso cover di grandi nomi come Lee Ritenour (“Starlight”), Kenny Burrell (“Midnight Blue”), Joe Sample (“Street life”), gli Yellowjackets (“Freedomland”) e gli Steely Dan (“The last mall”), accanto a cinque brani propri, i Lineaquattro cercano di raggiungere il magenta della musica, attraverso le loro sofisticazioni.

Ascolta il disco Magenta dei Lineaquattro

Tale intenzione spicca soprattutto con New world, un super jazz funk dalle continue progressioni e modulazioni inaspettate, dove si fa fatica a trovare un centro tonale, un punto di arrivo. Ed è proprio questo la sua forza, la sua indeterminatezza. Il brano non è mai troppo spinto, ma non è neppure mai troppo delicato e rarefatto. Resta in un affascinante limbo che ti lascia continuamente in sospeso.

The passenger non è la cover di Iggy Pop, ma un brano dal ritmo terzinato à la Fabio Concato (sì, sto pensando a “Sexy Tango”, anche se non c’entra, ma siamo lì in quanto ad eleganza).

I wish non è la cover di Stevie Wonder, ma un pezzo con ritmi latini. Diciamo che questi titoli, in mezzo alle interpretazioni dei brani sopracitati, fanno un po’ di confusione. Ma poco importa, la musica è così gentile che prende tutta l’attenzione.

Da notare che nove su dieci brani sono interamente strumentali.

Oh beautiful day invece ospita la cantante Miss Lou, e il sassofonista Daniel Chio. In Midnight blue invece, compare Massimo Morganti al trombone. Alle percussioni di The winter road, abbiamo Leo Di Angilla.

Se volete una serata chic, i Lineaquattro fanno al caso vostro!

I Lineaquattro sono:

  • Cristiano Gallian, chitarre e sound engineer
  • Marco Baxa, chitarre
  • Nick Muneratti, basso
  • Marco Pollice, tastiere e programmazione
  • Gianpaolo Gallian, batteria e programmazione