INTERVISTA | Lorenzo Bagnoli racconta l’esordio del Get Wet Trio

Si intitola DeepStorming il disco d’esordio del Get Wet Trio uscito nel maggio 2022 per l’etichetta Emme Record Label. Un progetto cosmopolita in cui il latin jazz e la musica black si fondono con il funk. La band è capitanata da Lorenzo Bagnoli alla chitarra e completata Alessandro Cianferoni al basso, Daniele Cianferoni alla batteria con la partecipazione speciale di Francesco Cangi al trombone in uno dei brani. Ecco il racconto del chitarrista e leader di questo progetto

Il disco DeepStorming del Get Wet Trio, a nostro avviso, ha molte sfaccettature e in esso confluiscono tanti linguaggi comunque sempre vicini al jazz. Ce lo volete descrivere brevemente?

Le sfaccettature di questo disco sono diverse: il jazz fa da filo conduttore e quindi l’approccio alle strutture e alle fasi di improvvisazione è legato a questo linguaggio. C’è anche tanto latin jazz e ci sono almeno un paio di brani in cui i richiami ai ritmi latini sono piuttosto forti. In altri, invece, come Waiting For Lucy e Hide And Seek che presentano molti richiami black e in cui si percepiscono molte influenze Rock, R&B, soul e blues. Bird Up è una composizione che definirei molto americana in cui si percepisce molto l’influenza funk. Altri brani come Spicy Falafel e anche a mio avviso Crashes prendono molto dall’Arab Jazz, mentre When You Start Screaming, ha senza dubbio dei richiami più vicini al pop.

Visto che parliamo di un disco ricco di tanti linguaggi, vi va di descrivere anche quali sono i brani fondamentali e perché siete maggiormente legati a essi?

Tra i brani più importanti di questo disco c’è senza dubbio Spicy Falafel perché è il primo che ho composto e risale a circa cinque anni fa. Ho scritto il riff mentre aspettavo un amico e chiaramente in seguito ci ho costruito sopra tutta la struttura. E’ senza dubbio il mio preferito perché mi sento a mio agio con quei tipi di sonorità e con un linguaggio contaminato. Hide and Seek, che per certi versi è legato al pop anni ’90, è sicuramente è un altro brano a cui sono particolarmente legato e che mi sembra anche riuscito molto bene. L’altro è Waiting for Lucy per un discorso affettivo legato alla persona a cui è dedicato.

Parliamo adesso del Get Wet Trio e del vostro percorso artistico e musicale: come vi siete conosciuti e come avete cominciato questa nuova avventura insieme?

Noi ci siamo conosciuti durante un concerto in centro a Firenze in uno dei palchi all’aperto sull’Arno. Mi ricordo che un cantante Claudio Corona Belgrave aveva ideato questa band dove io non conoscevo praticamente nessuno se non il trombonista e avevano bisogno di un chitarrista swing. La line up, pertanto, era composta dalla voce, i due gemelli che ora suonano con me al basso e alla batteria, e il trombonista Francesco Cangi.

Fu proprio lui a chiamarmi a suonare con loro e alla fine facemmo quel concerto insieme senza neanche una prova, cercando di capire i brani in quel momento. Fortuna volle che ci trovammo davvero bene e il concerto fu un successo. Da quel momento in poi abbiamo continuato a suonare insieme e siamo diventati molto amici anche con il cantante, con il quale collaboriamo ancora in altri progetti. Tutto risale al 2015 e visti i risvolti posso dire che è stata una delle serate più importanti della mia vita. È soprattutto grazie alla collaborazione con questi 4 musicisti che ho deciso di lasciare il lavoro da manager e dedicarmi totalmente alla musica, nel 2018.

Visto che ci siamo ci volete anche dire quali sono e sono stati i vostri principali riferimenti artistici?

Io sono un amante dei Beatles ma nel disco ci sono sicuramente riferimenti a Ribot, ai Supermarket e soprattutto al loro chitarrista Alfredo Nuti. A questi aggiungo anche Snarky Puppy, Radiohead, Scofield, Frisell, Django Reinhardt e Tigran Hamasyan.

Molti dei vostri brani sono stati scritti durante il lockdown e durante la pandemia: ora che la situazione sembra un pochino migliorata, ci volete raccontare a mente fredda come avete vissuto il periodo?

Al contrario di quello che si potrebbe pensare, il primo lockdown per me è stato abbastanza piacevole perché ho studiato tantissimo, ho scritto alcuni dei brani presenti nel disco e ho riordinato le idee. Studiavo almeno quattro ore al giorno e in più scrivevo mettendo a fuoco le idee che avevo avuto in passato. Io sono uno di quelli che prima si “canticchia” le note sul cellulare e poi da lì esce fuori un pezzo. Chiaramente ci devi lavorare e in quel frangente sono riuscito a farlo.

E adesso considerando che molti locali e Festival stanno riaprendo quali sono le vostre aspettative?

Ho notato che in questo periodo i Festival e i locali stanno riaprendo e io sto suonando tantissimo, non tanto con questo progetto che richiede un dispendio energetico piuttosto importante. Soprattutto durante questa estate ho suonato praticamente tutti i giorni e sono stato impegnato anche con Siena Jazz. Diciamo che da quando è uscito il disco ad aprile e il mondo è ripartito, non ho avuto molto tempo di promuoverlo anche se poi qualche serata è uscita, come ad esempio il Fara Music Festival. Per quanto riguarda le mie aspettative vorrei andare fuori da Firenze e soprattutto dalla Toscana, dove suono molto facilmente e molto spesso. Mi piacerebbe fare qualche apertura, qualche altro Festival al di fuori dei canali che conosciamo meglio nella nostra regione.

Parlando del futuro invece avete già qualcosa di nuovo in cantiere che andrete a registrare o avete in mente di portare in giro questo nuovo disco?

Per ora ho solo in mente di portare in giro questo disco che è un impegno davvero. Diciamo che voglio “spremere” il più possibile questo progetto e usarlo come trampolino di lancio per riuscire a suonare fuori dalla Toscana, come dicevo prima.

Social e Contatti

  • Facebook: https://www.facebook.com/getwettrio
  • Website: http://www.emmerecordlabel.it/release/deepstorming

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