Si intitola Vivere non è di moda il nuovo disco di Luca Marino dal quale abbiamo pubblicato il video di Margarita. E qui invece una bella intervista di Blog della Musica al cantautore errante
Ritroviamo Luca Marino, lui che come esordio annovera il palco di Sanremo tra le nuove proposte del 2010. Ritroviamo la canzone pellegrina dalle mille facce di una penna fresca, spontanea e senza troppi nervosismi e pregiudizi da cliché, senza quella ostentata voglia di apparire che troppo spesso sembra essere l’unico fulcro delle produzioni italiane di quest’ultimo periodo. Come a dire che non ha alcuna importanza il come apparire… per artisti come Luca Marino si ha forte la sensazione di quanto sia importante invece essere. E lui decide di esserci anche e soprattutto tra la gente restituendo alla sua musica la dimensione del live. Si intitola Vivere non è di moda il nuovissimo disco di cui vi abbiamo fatto vedere il video di lancio Margarita, una delle tante facce di questo lavoro che contiene inediti di tanti colori e di tanti stili diversi. Sono belle interviste quelle che ci concediamo ogni tanto: in realtà capita spesso quando hai a che fare con persone che hanno la ricchezza dentro e non solo fuori, quella effimera da saper mostrare.
Un titolo forte per questo ritorno sulle scene discografiche. Chi è il vero target di questa denuncia? La vita o chi la vive?
Sicuramente chi la vive. La vita va da se che va avanti e finisce anche se non lo vogliamo. In realtà più che una denuncia è una provocazione che invita ad avere maggiore consapevolezza di quello che viviamo ogni singolo giorno.
Tante facce in queste canzoni. Eppure il filo conduttore sembra essere uno soltanto… di fondo ci leggo tanta speranza e forza per respingere l’omologazione. Non è così?
Assolutamente si. Vivere fa paura. Affrontando le proprie paure e mettendosi alla prova, vivendo e provando emozioni, anche le più estreme, si arriva ad essere più consapevoli di ciò che accade e di ciò che si vuole e ciò che si vuole veramente spesso non è omologato.
Ecco parliamo di omologazione: tu sei partito da Sanremo e ora la musica la “vivi per strada”. Che significato ha avuto questo esordio televisivo e questa rivoluzione poi?
L’esordio è stato il migliore che potessi avere considerando il fatto che manco ci volevo andare. La strada è servita a ridarmi fiducia e a rimettermi in sesto per una nuova avventura. Mi ha dato modo di lavorare sul mio ego e soprattutto di capire che musica è condivisione, aldilà del genere, è qualcosa che trascende e che mette tutti sullo stesso piano, dal business man al senza tetto, dall’anziano con la minima di pensione al bambino che ti mette una caramella nel cappello.
Torneresti a Sanremo?
Se mi chiamano si. Ormai posso partecipare solo come big. Nel caso credo che mi divertirei un po’ di più e soprattutto porterei un pezzo ancora più fuori moda di quello che portai nel 2010.
E dal tuo punto di vista, che tipo di musica c’è oggi che vive tra le persone?
Considerando il senso di appartenenza e di comunità che questa genera, a cominciare dal movimento “tra virgolette indie” al latino americano/reaggeton, ha un che di tribale. Se consideriamo anche gli aspetti più social che sociali direi tribal hi tech. Che mi piaccia o meno la “la musica che gira intorno” per fortuna questa mantiene uno degli scopi che ha da quando probabilmente questa è nata: quello di aggregare.
Il prossimo video? Dopo l’estate di “Margarita” che cosa ci aspetta?
Il video di “Non va più via”, il secondo singolo estratto da questo album. Il video, girato da Vito Signorile e interpretato da Giada Ramera, con la collaborazione di Francesca Bider e Daniele Furini, rappresenta al meglio quello che la canzone vuole dire: per quanto si possa sfuggire all’amore questo prima o poi torna… come la vita.
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