E’ uscito giovedì 7 giugno su tutte le maggiori piattaforme digitali Songs from the rain di Luca McMirti, una delle voci storiche del rock fiorentino dalla fine degli anni ’80 ad oggi.
L’album Songs from the rain, di Luca McMirti, anticipato dal singolo Blame it on you,è distribuito dall’etichetta La Stanza Nascosta Records, nata da un’idea del musicista e produttore cecinese Salvatore Papotto.
Fiorentino doc, classe 1969, leader storico dei Rockin’ Sound Machine (nei quali ha militato dal 1989 al 1991) ed in seguito fondatore dei Dust’n’Bones e dei Del Sangre, McMirti ha successivamente abbracciato la carriera solista, mettendo in scena Luca Mc Mirti “Songbook”, uno spettacolo in chiave interamente acustica che lo ha visto- in versione one man band- ripercorrere i momenti più significativi della sua vita artistica, attraverso l’ esecuzione chitarra e voce dei brani che maggiormente hanno inciso sulla sua formazione.
Vista l’ottima risposta allo spettacolo- una raffinata ed eterogenea retrospettiva musicale (dal soul fino al gospel, passando per il rock ed il grunge) – Luca McMirti, nel frattempo ritiratosi dalla scena dei live club, ha deciso di dare seguito ad un progetto sempre sognato e mai realizzato, un album in veste totalmente unplugged.
E’ nato così Songs from the rain, nelle parole dell’autore un disco oscuro, scarno e molto diretto. Stilisticamente si rifà a certe sonorità roots tipicamente americane. Un crossover di ispirazioni provenienti da artisti come White Buffalo, Bruce Springsteen, Mark Lanegan e molti altri ancora. Un condensato di rabbia, speranza e disillusione. Una cartolina in bianco e nero sulla realtà odierna filtrata da esperienze di vita vissuta.
Fondamentalmente – racconta McMirti- il brano rappresenta l’esigenza di giustificare i propri fallimenti, la ricerca di un capro espiatorio ai naufragi del quotidiano; l’ultima spiaggia prima di una serena autoanalisi.
Mc Mirti – piglio da storyteller di razza e vocalità rauca e dolente – disegna un album dalla narratività intimista e crepuscolare e dal ritmo intenzionalmente lento, volutamente scabro nelle architetture musicali roots rock.
La promozione del progetto è curata da Verbatim Ufficio Stampa della giornalista musicale Claudia Erba.
Track by track Songs from the rain – Luca McMirti
1 – BLAME IT ON YOU – Fondamentalmente rappresenta l’esigenza di giustificare i propri fallimenti incolpando un qualcuno o un qualcosa di superiore a noi stessi quando le cose vanno male. L’ultima spiaggia prima di una serena autoanalisi.
2 – STILL THE SAME – Nella vita c’è un tempo per tutto. Per essere bambini, adolescenti insofferenti e ribelli e poi adulti perfettamente inseriti nel sistema. Capita che in qualcuno scatti una molla a un certo punto della strada perché, in fondo al cuore, quel sacro fuoco dei vent’anni non si è mai del tutto sopito.
3 – MAN OF NOTHING – Una confessione a cuore aperto verso i miei figli e verso la donna che amo. Una lettera di scuse per non essere stato capace di essere la sicurezza che si sarebbero aspettati io fossi.
4 – WINTER MAN – Essere l’ultimo rifugio sicuro dal freddo dell’inverno delle proprie esistenze… esserci!!
5 – DEVIL’S WALTZ – Imparare a guardarsi dalle cose brutte e dalle cose belle. Diffidare di tutto ciò che può rappresentare una delusione, presente e futura.
6 – JESUS IS NOT HERE – Dove anche l’ultima flebile fiammella di speranza si spegne per lasciare spazio al dolore, vuol dire che anche Gesù ha abbandonato la nave.
7 – TOWN OF GHOSTS – Quando ne hai abbastanza del posto in cui vivi e dei suoi zombie, l’unica cosa che ti resta è voltarti e andartene lasciandoti tutto alle spalle.
8 – KEEP THE CHANGE – Se si vuol vivere secondo certi principi, si sa anche in partenza che c’è un prezzo da pagare e quando si è sicuri della bontà delle proprie idee, si è disposti a pagarlo quel prezzo. Anche più del valore richiesto; da grandi signori si lascia la mancia.
9 – SONG FOR T – Uno dei maggiori punti di riferimento della tua adolescenza viene a mancare improvvisamente e tu senti che ti manca la terra sotto i piedi perché comunque la giri non hai avuto il tempo di dirgli addio come avresti voluto. Di ringraziarlo come avrebbe meritato e di colpo…ti accorgi che gli anni passano e stai invecchiando. Semplicemente, non eri pronto. Se Tom Petty sentisse questa canzone, forse sarebbe contento.
10 – THE DEVIL KNOWS MY NAME – Quando si vive sempre tra la strada e il precipizio, si può credere di essere cambiati invecchiando ma qualcuno si ricorda benissimo chi siamo e cosa abbiamo fatto.
11 – HOUSE OF CARDS – Un rapporto fra un uomo e una donna può essere la cosa più bella che possa capitare, ma necessita di essere alimentato di giorno in giorno altrimenti rischia di essere spazzato via al primo alito di vento lasciando solo lacrime e ricordi dolorosi.
12 – UNDER THE GUN – Se accendi la tv, se leggi i giornali, se ti guardi intorno, capisci che nessun posto può farti sentire al sicuro perché sei sempre costantemente al centro del mirino e se pensi di essere escluso da questa roulette russa…ti sbagli di grosso.
13 – ALL I’VE EVER NEEDED – Spesso si cerca la felicità ovunque fuor che in una distanza a portata di mano e se ci fermiamo a riflettere, se si evita di dare tutto per scontato, ci si rende conto che tutto ciò che ci serve è proprio lì… accanto a noi, negli occhi della persona che amiamo.
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