INTERVISTA | Luca V.: “80 voglia” di essere libero

Luca V, classe 95, è un cantautore italiano il cui obiettivo principale è quello di poter essere libero di esprimersi, sia musicalmente che a parole. Da poco è uscito 80 voglia il primo di una serie di singoli che andranno a comporre, nel corso del 2021, il suo primo disco. Gli abbiamo rivolto alcune domande…

Copertina del singolo di Luca V

Luca V, 80 voglia

Ciao Luca V. e benvenuto su Blog della Musica. In poche righe ti puoi presentare ai nostri lettori?
Certamente, è un piacere! Sono una persona che sta ancora cercando chi è e… ecco, chi sono io, quello sinceramente non l’ho ancora ben capito. Ma poterlo cercare (attraverso e) insieme alla musica è un qualcosa che non saprei descrivere diversamente da “bello”. La musica mi sta portando a una grande libertà espressiva, la possibilità di essere chi voglio e chi voglio poter essere… anche solo per un attimo oppure anche solo per ridere o per gioco.

Nel 2019 decidi di dedicarti alla musica, raccontaci questa presa di coscienza: improvvisa o meditata?
C’è stato davvero poco di meditato… sono convinto che le cose arrivino quando è tempo che arrivino e… sai, ero in un viaggio a Sharm el Sheikh quando ho iniziato la prima volta a pensare seriamente alla musica e a sentire… avvertire questa attrazione. Ne ho pensate, provate tante di idee su cosa fare della mia vita… io, sempre alla ricerca di un possibile scopo della mia esistenza che potesse in qualche modo darmi un senso.

Forse il senso è solo vivere e basta… e se la musica mi fa stare bene, mi fa vivere bene… è anche vero che scrivere per me è come se potessi sentirmi davvero libero. E già… ovviamente non riesco ancora a reputarmi un cantante dopo solo un anno di pratica e studio, ne tantomeno lo voglio… mi basta solo abbracciare la vita per quello che è e che viene. Nel male e nel bene. Poi sai, se non capita niente di brutto… insomma, nel bene è sempre meglio che nel male.

Come ti sei avvicinato alla musica?
Ero molto piccolo, volevo fare il cantante. Lo dissi a mia mamma… e… già, che ridere… sai, appena glielo dissi…. Io mi sentii in colpa… in un instante, dentro al petto sentii che volevo, chiedevo “troppo”, sentivo che era troppo per me. Dai, alla fine non ero nessuno. Io… io ero in cucina, dietro al tavolo, vicino alla porta per uscire in giardino. E la cosa in qualche modo ridicola… è che me lo ricordo ancora così bene. Già, un po’ come il numero di targa della macchina della mamma della prima “ragazza” di cui mi ero innamorato alle elementari. Tutto indelebile nella testa anche se sono famoso per avere una memoria a dir poco carente.

Ah già, la vera domanda era come mi sono avvicinato alla musica… diciamolo così: mia mamma, viaggi da casa verso scuola in macchina e viceversa… lettore CD… principalmente Tiziano Ferro… poi un po’ di Linkin Park e un CD dei The Rasmus. Poi, a flash… anche un cd di emergenti nel mio stero durante i compiti d’arte alle medie.

Quali sono i tuoi ascolti musicali? C’è qualche artista che ti ispira?
Anche se nei miei testi cerco di non esserlo, credo che sarò sempre in qualche modo “influenzato” da Fedez. L’ho ascoltato per così tanti anni che… in qualche modo… alcune frasi e alcuni concetti mi sono rimasti dentro. Spesso mi trovavo a dover cambiare alcune frasi delle mie canzoni perché mi rendevo che alcune parole erano simili alle sue.

Poi i Negramaro, Samuele Bersani, Tiziano Ferro… sicuramente tanti altri artisti e oltre agli artisti anche tanti generi… per me quello che importa non sono i generi ne i nomi delle band o degli artisti… quello che sento… è che importa quello che ho vissuto e che ho provato vivendo l’ascolto di quegli album o di quelle canzoni.

Essere emergenti ora. Che Italia discografica ti trovi davanti?
Credo che il panorama sia rivolto verso il futuro… mi sembra che i servizi di streaming musicale stiano dando tanta voce ai generi e sotti-generi emergenti. Ovviamente per me significa anche che devo capire di avere già 25 anni, che relativamente non sono tanti ma ovviamente non sono neanche pochi.

E che il “mercato” musicale va avanti… le parole cambiano, i modi di dire cambiano, la musica cambia.

Per come la vedo io cambiare con la musica è una figata, cambiare per la musica un po’ meno. Per me la musica è anche e soprattutto ricerca e volermi bene quindi quello che faccio è cercare di non rendere mai il cambiamento un compromesso ma solo e soltanto un possibile abbraccio tra il presente e (un possibile) futuro.

Parliamo di questo tuo primo singolo dal titolo 80 voglia. Come è nato?

Ero a Milano, la sensazione più che plausibile nell’aria di una possibile seconda quarantena. Scrivo un testo a random. La sera stavo aspettando il mio producer, Giovanni Ghioldi… stavamo per uscire a fare serata. In qualche modo lo sentivo che la nuova traccia era perfetta per parlare con leggerezza del lockdown.

Lui poi a una certa ora va via, prende un monopattino elettrico e se la riascolta in viaggio, in cuffia. Anche io torno a casa, a piedi, molleggiando riascoltandomela, anch’io in cuffia. Non mi ricordo con esattezza quando l’abbiamo poi registrata ma probabilmente è stato il giorno dopo.

Parlaci ora del testo di 80 Voglia a chi si rivolge? Che cosa ci racconta?
Parla del lockdown, della voglia di uscire, di baciarsi, di volersi bene… e comunque di have fun together. Alla fine dai, la vita è anche prendersi poco sul serio.

E le sonorità musicali invece? Che strumentazione utilizzi? C’è un suono particolare che ricerchi e che vuoi trasmettere?
Il sound è quello anni 80, ovviamente modernizzato. Abbiamo le tastiere di Giovanni Ghioldi che è anche il producer del pezzo, le batterie di Elia Micheletto e il basso è di Marilena Montarone. Insomma, una traccia che è un bel mix tra digitale e analogico. All’ottimizzazione della traccia, regolazione volumi, mixing e mastering ci ha poi pensato Gianluca Guidetti.

80 voglia è il primo di una serie di singoli che comporranno poi un EP. Come usciranno e quando è prevista la pubblicazione integrale?
Uscirà un singolo al mese. Insomma, un bel casino fare uscire una canzone al mese, no? Però visto che siamo un bel team di lavoro e le canzoni sono già tutte registrate mi sento propositivo e felice di intraprendere questa avventura con uscita del disco programmata entro in termine del 2021.

Chi sono le persone che ti hanno coadiuvato in questo progetto?
Sicuramente tutti quelli che mi sono vicini o che mi sono stati vicino. Sembra dire poco ma anche chi “è stato”… in qualche modo “è, stato” e quindi mi ha portato, volendolo o meno, in questa versione e visione della mia realtà dove esisto io come sono ora e, con me, esiste anche questo progetto musicale.

80 voglia ha anche un videoclip che su Youtube sta andando molto bene. Di chi è l’idea e la regia? Dove l’avete girato?
La regia è una collaborazione di idee tra me e Lorenzo Avanzi, il quale che ha registrato, montato ed editato tutto il videoclip. Il girato delle riprese è stato effettuato presso AVZ STUDIOS di Milano.

Prima di lasciarci, raccontaci quali progetti hai in serbo per i prossimi mesi…
Principalmente stare bene. E per me stare bene è una cosa che combacia assai con la musica. Rilascerò una canzone al mese e il prossimo singolo è già fissato per il 14 gennaio 2021; si chiamerà “Sinatra”.

L’album, invece, salvo imprevisti, uscirà nell’ultimo trimestre del 2021 e (salvo ripensamenti dell’ultimo minuto) si chiamerà Casa Radom… mi fa sorridere e anche piacere ricordare che “Casa Random”, solo alcuni mesi fa, era scritto “Casa a Random”… io che “giravo” per casa… preso dalle mie domande, dalle mie emozioni… e che avevo casa tutta sottosopra da quanto la mia casa interna, la mia testa, fosse a random.

Non so, ti è mai capitato di perdere in casa il sacchetto del sushi perché stavi pensando… perché stavi pensando così tanto alla persona di cui ti sei innamorato…? Quello per me è un ottimo esempio di avere la “casa a random”, il disordine su divano e pavimento poi è solo una conseguenza.

Guarda il video di 80 Voglia di Luca V su Youtube

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