Blog della Musica ha intervistato il giovane cantautore Luridiana, che ha recentemente pubblicato, su etichetta La Stanza Nascosta Records, l’album Orgasmo casto. Un lavoro fortemente autobiografico, come ci svela l’artista, che alterna sapientemente diversi registri nello sviscerare il sentimento più complesso del mondo. Un concept sull’amore, nel segno di un synth pop felicemente contaminato da una vena acustica e sorretto da una vocalità potente, precisa e di rara suggestione.
Ciao Luridiana e benvenuto. Dopo una serie corposa di singoli, hai appena pubblicato Orgasmo Casto, su etichetta La Stanza Nascosta Records. Partiamo dal titolo, che è quasi un ossimoro… com’è nato?
In realtà il titolo è stato quasi un colpo di fortuna, nel senso che l’ho tenuto perché riflette una visione dell’amore come misto di spiritualità e carnalità che- secondo me- si adatta bene a parlare di una relazione lunga e seria come quella raccontata nell’album, ma onestamente è nato perché mi suonava bene, senza sapere il perché.
E invece, la gestazione dell’album? E’ stata complessa?
E’ stato un processo lungo, alcune canzoni le ho scritte 3 o 4 anni fa. Gli ostacoli e le ansie sono stati tanti, ma adesso che è uscito rendono la sensazione di averlo pubblicato ancora più bella.
In particolare come è andata la registrazione delle voci presso lo studio de “La Stanza Nascosta Records”? Buona la prima o avete fatto diverse take?
E’ stato molto divertente, Salvatore e Claudia sono stati molto ospitali. Per le voci faccio sempre almeno 3 take, così anche se sono tutte buone posso scegliere da ognuna le sfumature d’intenzione che preferisco.
La critica sta mettendo in luce la tua capacità di abbinare un registro basso, più prosaico, ad uno alto, quasi poetico. E’ una qualità che ti riconosci?
Diciamo che, dietro ai testi, c’è poca ricerca a livello di registro, cerco solo di trovare le parole migliori per esprimere quello che voglio esprimere provando a mantenere una musicalità sia tra i loro suoni che tra le loro sfumature di significato. Però se ne esce fuori qualcosa di interessante a livello di registro non ne sono che felice.
La tua vocalità è molto particolare, a tratti sincopata. Hai fatto degli studi particolari sulla voce?
Ho studiato canto per circa 5 anni con Rossana Caniglia che mi ha fatto crescere tantissimo, mi ha fatto conoscere meglio il mio apparato vocale.
Il libro che hai sul comodino?
La biografia di Springsteen.
Cinque brani per te irrinunciabili in una ideale playlist dei tuoi ascolti?
Vado molto a periodi, ma ultimamente direi Through The Echoes di Paolo Nutini, The Gold dei Manchester Orchestra, Sanctuary di Joji, L’Enfer di Stromae e Atlantic City di Bruce Springsteen.
Il tratto principale del tuo carattere?
Basta poco per farmi sia contento che scontento.
Quanto c’è di autobiografico nell’album “Orgasmo casto”?
Molto, se non tutto. Ogni canzone parla di come mi sentivo in un determinato periodo o momento.
Come definiresti, in tre aggettivi, la tua musica?
Non saprei definirla perché l’ho scritta io, credo che il giudizio più importante sia quello di chi ascolta.
Quanto contano per te i numeri (in termini di follower, stream ecc)?
I numeri sono importantissimi nel mercato musicale oggi, ma credo debbano essere un mezzo più che un obiettivo. Certamente per un musicista è fondamentale parlare a quante più persone possibile, ma bisogna stare attenti a non puntare a farsi sentire una volta- distrattamente- da un milione di persone che poi ti dimenticano in un’ora piuttosto che da diecimila che poi hanno piacere di riascoltarti.
E’ possibile, secondo te, in Italia, vivere esclusivamente di musica?
E’ molto difficile, più che in altri paesi dove pure è già difficile sicuramente, ma è possibile.
Qual è lo stato della canzone d’autore in Italia, a tuo giudizio?
Secondo me ci sono tanti profili interessanti, dipende da cosa si intende con musica d’autore. Per me Calcutta e Madame fanno canzoni molto belle, così come i PopX in tutt’altro genere.
Stai già scrivendo qualcosa di nuovo o sei concentrato sulla promozione del lavoro appena uscito?
Mi sto concentrando su entrambe le cose, ci sono già un’altra ventina di canzoni scritte e sto continuando a farne di nuove, la maggior parte le scarto ma è importante tenersi in allenamento.
Il poeta più sottovalutato del secolo scorso?
Ian Curtis.
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