INTERVISTA | Manuel Auteri: nel nuovo disco tante parole dedicate a mio figlio

Manuel Auteri, cantautore bolognese e discografico socio del SanLucaSound insieme all’amico di sempre Renato Droghetti. Manuel sta preparando il suo nuovo album anticipato dal singolo Dottor Amore. Blog della Musica l’ha intervistato

Diamo il benvenuto a Manuel Auteri su Blog della Musica, o dobbiamo chiamarti Dottor Amore?
Ahah ciaoo, no chiamatemi Manuel, anche se ognuno di noi potrebbe essere un Dottor Amore, cioè una persona capace di “curare l’amore”. Come? Nei piccoli gesti, con un semplice sorriso, una carezza, un abbraccio, piccole cose che aiutano gli altri a stare bene e a sentirsi amati in senso più ampio.

Ci puoi raccontare come sono stati i tuoi inizi con la musica e quali sono gli artisti che ti ispirano?
Beh… io ho iniziato davvero presto, pensa che a 9 anni suonavo la batteria e facevo saggi in giro per l’Emilia Romagna. Poi ho capito che a me piaceva scrivere canzoni, così ho iniziato a studiare un po’ di basi su chitarra e pianoforte per iniziare a fare degli accordi e conseguentemente a scrivere
canzoni. La chitarra acustica però è il mio strumento, quello che suono un po’ meglio e da cui nascono molte delle mie canzoni. Le altre? Con il piano.
Scrivevo canzoni già a 14 anni tra le pause studio. Poi ho iniziato come tutti a partecipare a concorsi in giro, a frequentare i primi studi di registrazione per incidere i primi provini e ad andare a lezione di canto. Infine un giorno ho avuto la fortuna di incontrare Vasco Rossi e lui, che poi è sempre stato uno dei miei cantanti italiani preferiti, mi ha introdotto indirettamente nel mio percorso. Era il 1999 ed ero in Francia. Mi disse: «Vieni a trovarmi a Bologna a fine vacanze». Così ho fatto e li ho incontrato tutto il team che lavorava nel suo studio. Tra questi c’era anche Renato Droghetti, oggi mio socio della SanLucaSound e un vero fratello che non solo lavora con me per la nostra casa discografica, ma è stato (ed è ancora) colui che mi ha aiutato a realizzare i primi brani e a conoscere i primi discografici con cui ho inciso il primo disco.

I miei riferimenti artistici? Beh, sono davvero tanti oggi, una volta ne avevo forse meno. Se devo fare dei nomi, sicuramente i Coldplay per le loro
produzioni e gli U2, mentre in Italia Vasco Rossi e Zucchero. Proprio ascoltando Zucchero ho poi avuto modo di conoscere Max Marcolini, suo arrangiatore con cui lavoro anche io. Però davvero… amo tantissimi artisti. Potrei spaziare da un estremo all’altro del Pop e del Rock.

Parlaci del tuo nuovo singolo, Dottor Amore… E’ un lavoro a sé o anticipa un nuovo album?
Dottor amore è il singolo con cui ho aperto la strada al mio quarto disco in studio. Ci vorrà ancora tempo però, perché per me sono finiti i sogni e le
illusioni e oggi devo dare un senso ad un progetto, perché come sai, i dischi si vendono a fatica e quindi per fare un disco devi necessariamente trovarne una collocazione. Sto comunque scrivendo e registrando, quindi… arriveremo all’obiettivo.

Pur continuando a scrivere canzoni e cantare in giro per l’Italia tu sei anche sei anche un discografico: ci puoi dire secondo te come è cambiato il panorama musicale italiano negli ultimi decenni?
Bella domanda… è cambiato tutto! Una volta c’erano 3 Tv che passavano video e davano spazio alla musica. Le stesse radio scommettevano di più perché c’era più attenzione anche da parte della gente ad ascoltare e scoprire. Poi è arrivato il digitale, le vendite negli store, lo streaming, duemila Tv, internet. È diventato un vero caos e così chiunque può fare dischi e metterli in giro. La musica quindi è più diffusa e confusa. Le radio così non hanno capito più niente secondo me è probabilmente sono diventare più “chiuse”. Le case discografiche definite Major si sono inventate i talent per trovare un modo facile di diffusione. Così un artista arriva alla gente già famoso. Però smettiamola di dire che chi fa un talent non ha fatto gavetta.
Non lo sappiamo, magari è una vita che cerca una strada. Io non vado contro nessuno, anzi, sono per la valorizzazione in generale. Certo è che oggi è molto complicato trovare una strada e fare della musica un mestiere. E i giovani artisti che vengono in studio da te, come si pongono davanti alla musica? (nel senso… consapevoli di essere piccoli e avere tanta strada da fare? O poco umili e si credono chissachi?) Guarda, saremo stati fortunati in questi 10 anni di SanLucaSound ma gli artisti che vengono da noi sono tutti ragazzi speciali. Noi, che non vogliamo illudere nessuno, diciamo subito di prendere questa opportunità come se fosse una passione qualsiasi. Poi chissà, da cosa nasce sempre cosa. L’importante è avere i piedi per terra ed essere consapevoli. Io dico sempre: «Tu canta, scrivi, esprimiti, divertiti, fanne una passione, investi su te stesso poi vedrai che prima o poi qualcosa deve succede, anche se forse non ti stai rendendo conto che qualcosa è già successo».

Vuoi farci qualche nome di giovani emergenti che secondo te meriterebbero più spazio?
Posso parlarti dei nostri artisti. Ce ne sono davvero tantissimi e bravissimi. Non ti faccio un nome perché non sarebbe carino ma posso dirti che in SanLucaSound abbiamo davvero tanti talenti, ognuno con le sue doti e le sue caratteristiche. Da ragazzi giovanissimi che scrivono in maniera stupenda e cantano divinamente, a ragazzi meno giovani che con gli anni esprimono la loro musica in maniera straordinaria. Lo spazio penso che se lo meritino tutti, chi esce come SanLucaSound è perché crediamo abbia talento. Per quanto riguarda il panorama nazionale ci sono molte bellissime voci, forse manca qualcuno che scriva davvero bene.

Con quale artista, del presente o del passato, ti piacerebbe duettare?
Sai che il mio secondo disco era un disco di Duetti? Io ho avuto la fortuna di duettare con artisti che da ragazzino vedevo con gli occhi di un estimatore. Ti faccio dei nomi? Leandro Barsotti, Iskra Menarini e Ricky Portera. Però senza duettare ho avuto la fortuna di avere due grandi
maestri. Un uomo e una donna, con lui ho scritto 3 canzoni e oggi ci siamo nuovamente uniti. Io penso sia uno dei miei grandi maestri davvero: Gatto Panceri. L’altra è Ivana Spagna con la quale sono stato in tour un anno. Per i duetti? Una volta ti avrei fatto nomi “da sognatori”, ti avrei scritto che mi piacerebbe duettare con Seal o Tina Turner ahaha. So che è impossibile, così preferisco pensare agli artisti amici, quelli che davvero potrebbero  duettare con me. Poi posso dirti anche che a volte è bellissimo duettare con un ragazzo o ragazza giovane che viene in studio da noi perché ci lega l’amicizia. Ecco io vorrei duettare con degli amici, perché solo così si crea la magia vera.

Manuel, prima di salutarci, raccontaci quali sono i tuoi prossimi progetti musicali…
Nel 2018 vorrei creare una sorta di SanLucaLive, qualche appuntamento fisso dove potere trovarci e suonare tutto insieme. Ho già un’idea. Poi sicuramente verrò ospitato in qualche evento, quelli che amo, magari in un teatro o in una piazza, perché no, magari a scopo benefico. Tutto da costruire, ma siamo già al lavoro. Infine andrò avanti con la realizzazione delle mie canzoni nuove. Ti posso dire che quando arriverò a finire il disco, dentro ci saranno pochissime canzoni, penso 9, perché anche se scrivo tanto, vorrei che nessuna canzone fosse un riempi disco e che ognuna avesse davvero un senso. Saranno tante le parole dedicate a mio figlio e alla mia vita, perché io scrivo sempre e solo su di me, sulla mia vita vissuta, non c’è nulla di “costruito o inventato”.

Buona fortuna Manuel e tanta buona musica
Grazie, grazie davvero perché siete fantastici ad avere ancora la forza di dare spazio alla musica nuova e indipendente. Evviva!

Info: https://www.facebook.com/manuelauteriofficial

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