Il cantautore Marco Baxa ha pubblicato il nuovo album dal titolo Imperfetto e necessario. Uscito da pochi mesi per Lounge Room Studio di Rovigo ha già ricevuto un ottimo riscontro di critica e pubblico. Ecco la nostra recensione

Il nuovo album del cantautore Marco Baxa, Imperfetto e necessario, è fatto di eleganza e delicatezza. Parole cantate piano, tanta chitarra acustica con accordi spesso compositi, ritmo arricchito dalle percussioni, e alcune digressioni divertite nello swing più spiritoso.
Come Fred, dove il walking bass accompagna un cantato che ricorda il Baccini più marpione. “Perché un giorno mi son sporcato con il jazz, ed è una macchia che non va più via”. O come in Postalmarket, dedicata al sorriso patinato, probabilmente di una modella della celebre rivista: “C’è un paradiso artificiale, costa solo mille lire”. Prima di terminare, questo brano fa una giocosa divagazione reggae. Gli assoli alla Reinhardt si sprecano, in questi frangenti.
Ma c’è spazio anche per molti brani più seri e riflessivi, come Una lunga fila di sassi, con l’intro di violino e tanta aria nelle parole: “Mi sbatte in faccia tutto il vento del mondo, mi finisce addosso, tutto in un secondo”. E sì che nel Prologo, recitato da una donna, lei ci rassicurava: “C’è vento, ma non quel vento che porta via tutto, è un vento agrodolce”. Il vento è un concetto importante, in quest’album, che torna anche a chiudere l’album nell’Epilogo (?): “Ci saremo sempre, io e te, nella carne e nelle canzoni, che sono come noi, così necessarie, così imperfette. No, questo non è l’epilogo, questa è la porta socchiusa che le lascia volare nel vento”.
Se in Fred il locale notturno rappresentava una situazione di divertimento, diventa invece un posto malinconico, con Il bar delle occasioni perdute, sostenuto da una verde milonga (cit.), mentre “le parole ormai si sporcano rovesciate sopra il tavolo”. Questa raffinatezza musicale la ritroviamo anche in Il tuo nome e la tua anima, mentre Baxa cerca di imparare “come si fa a diventar leggeri in mezzo al traffico”.
Non c’è solo l’influenza jazz e swing. Appesa ad un filo entra nei crismi del cantautore classico, su chitarra arpeggiata, con parole di conforto: “Proteggerò il tuo volo, anche se storto e stanco, in qualche modo io respirerò al tuo fianco”. La notte delle fate non è una cover di Enrico Ruggeri, ma un pezzo rilassato, che cerca la magia delle fiabe: “Storie di aviatori con una rosa tra le mani, raccontano alle stelle di amori lontani. Storie di balene e di infiniti marinai, che non esiste mare che non navigherai”.
Sembra però che il brano più importante di Imperfetto e necessario, che racchiude anche il titolo dell’LP, sia Sulla città. Un flauto ammorbidisce l’arrangiamento della chitarra acustica, e le paure scacciano il terrore dell’incertezza della vita. “…E proprio non lo so quali strade inventerò, e mendicare un sogno, per vedere quanto dura la mia notte senza aver paura (…) L’orizzonte è un nodo, lo possiamo sciogliere con le nostre mani, rami indivisibili. Non aver paura, il buio non ci cambierà, io sono ancora qua”.
Per chi ama la musica d’Autore, e anche lo swing, Marco Baxa c’è.
Ascolta Imperfetto e necessario di Marco Baxa su Spotify
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