Un disco privo di genere e sopra le righe Il mondo secondo Marco. Privo di generi perché Marco Negri in questo esordio cerca di prendere da tutto il suo bagaglio musicale e farne pura espressione, verace nell’istinto e semplice nella sua bellezza…
…E poi si rende musica che sovrasta le righe perché pare che voglia davvero ignorare le meccaniche quantistiche della giostra mediatica di tutti noi. Lui è e a prescindere e questo disco mette in musica il suo mondo. Si intitola appunto Il mondo secondo Marco ed è un pop rock italiano, a cavallo tra la british invasion (di stampo popolare) e il più tradizionale pop d’autore dei giorni nostri. Un felicissimo equilibrio da analogia e digitalismi che noi di Blog Della Musica andiamo a pescare per voi. In rete il video ufficiale:
Come di consueto questa intervista verrà dopo la pubblicazione del video sulle nostre pagine. Doroty parla di un amore irrisolto o non contraccambiato. In generale parla dei sogni non compiuti. Ma è vero dunque che non basta crederci (sempre parlando in toni generici)?
Purtroppo non basta solo crederci, anzi alle parole servono i fatti. cosa che io non faccio quasi mai. Io sono solo parole…. eh eh giuro. Non basta crederci e avvolte non basta nemmeno provarci, spesso serve molta fortuna.
Con Carlo Cantini in una tua prima produzione ufficiale. Che collaborazione è stata? Com’è nata e soprattutto come si è dimostrata col senno di poi?
Ottima collaborazione e soprattutto molto professionale. Carlo è una persona squisita e molto paziente che ha assecondato le idee( spesso) strambe di un personaggio un po’ sui generis come me. È nato tutto grazie alla mia fidanzata che mi ha spronato ad andare da lui per farmi arrangiare praticamente tutto l’album in studio. La collaborazione è nata cinque anni fa, il fatto di lavorare a stretto contatto con un produttore e professionista come lui mi ha aperto un mondo, mi ha insegnato una marea di cose, mi ha arricchito moltissimo e mi ha aiutato nella stesura di tutti i brani che compongono l’album Il mondo secondo Marco.
Quando nella tua presskit si parla di ostacoli che ti hanno impedito la scrittura e l’espressione: a cosa ti riferisci?
Partiamo dal presupposto che sono una persona molto insicura e molto noiosa detto fuori dai denti.. mi lamento di qualsiasi cosa e sono tanto fragile emotivamente parlando. Tutte queste paturnie per anni le ho riversate sulla scrittura, ed era una scrittura molto molto densa di questioni filosofiche, di quotidiano, e di politiche fuori da ogni logica. per forza di cose ho dovuto rifare tutto in quanto la musica, la melodia ha una metrica ben precisa e non ci potevano stare tutti i miei deliri insopportabili e alienati. Ho asciugato praticamente il 90% di quello che scrivevo, ho tolto tutto ne è rimasto un 5% che trovate nei miei pezzi odierni.
Ma sempre restando sul piano filosofico: avere ostacoli piuttosto che libertà, non impedisce in qualche misura la creatività? Secondo te cioè non sono i limiti a dare forza e valore ad una creazione?
Non so cosa risponderti. La domanda è molto personale e può cambiare da individuo a individuo. Spesso la troppa libertà impedisce la creatività secondo me. Io sono per l’idea buona subito e fine. Se c’e’ un’idea che può essere poi studiata, assimilata e concretizzata sei già avanti.
E quando vengono definiti “scomodi” certi cantautori, a cosa ci si riferisce?
Penso forse ai cantautori degli anni 70, io non ho vissuto quegli anni, so che andava di moda pero’ contestare chiunque parlasse o no di politica, di sesso o altro; andava di moda prenderlo a uova in faccia… era una moda, e come tutte le mode poi è passata.
La belleza di una donna come Doroty quanto conta? Parlando di canzone, la bellezza è un punto di arrivo o qualcosa a cui tendere?
Doroty parla di una donna ma anche di un bene materiale, può essere qualsiasi cosa di irraggiungibile… la bellezza di Doroty come donna conta dal primo istante che la vedi, che ti abbaglia con le sue movenze e le sue curve, poi come una ferrari la vedi passare e non la prendi nemmeno morto. la bellezza prima o poi sfiorisce , rimane la testa il cervello che è la cosa più importante.
Parlando di canzone anche qui la domanda è molto personale: la bellezza è sia un punto di arrivo sia qualcosa a cui tendere; puoi scrivere al volo un pezzo splendido ed esserne contento per tutta la vita, o puoi dannarti l’anima continuando a scrivere brani per raggiungere un ideale di musica che alla fine non esiste.
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