I Marijuanal, band rodigina alquanto misteriosa, si raccontano al Blog della Musica in questa intervista…
Ciao Marijuanal, due musicisti insieme da un paio d’anni. Chi siete e come vi siete incontrati?
Ciao! Fondamentalmente siamo due persone che più diverse tra di loro non si potrebbe essere 🙂 accomunate da una passione (quasi una necessità) quale è suonare e creare pezzi propri. Suonavamo già insieme in un’altra band tra il 2006-2007, poi ognuno di noi ha fatto altre esperienze ed infine siamo ritornati a suonare insieme (in maniera proprio casuale).
Due rodigini che per motivi vari vivono lontani e sono costretti a suonare a distanza… come vi viene incontro in questo caso la tecnologia?
La tecnologia viene incontro fino ad un certo punto, se non c’è affinità non si va da nessuna parte. Siamo fortunati che conoscendoci già da un po’ di tempo, bene o male sappiamo come andare avanti, poi logicamente cerchiamo di fare il possibile per poter trovarci di persona ed è una cosa che un po’ è il nostro grande cruccio, vorremmo trovarci più spesso.
E come e quando inizierete delle esibizioni live? Cercherete delle collaborazioni musicali?
Abbiamo già fatto un paio di concerti per vedere la reazione del pubblico e tranne in un posto nel quale il fonico ha fatto danni in maniera importante, negli altri live abbiamo avuto un buon responso e partecipazione del pubblico. Proprio in questi giorni stiamo cercando di finire la band nella sua forma live perché è quella la nostra dimensione, la molla che ha portato alla nascita questa band. Nonostante possiamo essere considerati una band “tecnologica”, niente è più appagante di suonare fuori alla “vecchia maniera”.
Dopo solo un anno di progetto musicale insieme avete prodotto il primo disco Stoned Punk, nel 2014, album mixato e masterizzato a New York da Bob Davodian… come è andata?
Lavorare con una persona come Bob è stata una cosa tutto sommato molto appagante, divertente, istruttiva. Se tornassimo indietro gli ridaremmo Stoned Punk perché è riuscito ad esprimere quanto volevamo in quel periodo: rabbia per via delle problematiche personali di entrambi ed allo stesso anche un po’ di ricerca nella cura del suono. Abbiamo fatto qualcosa un pelo diverso in questo stile evitando di seppellire il basso (come spesso accade) e cercando un suono “aperto”, privilegiando la dinamica invece del loud vero e proprio. In poche parole: se volete sentire pompare per bene Stoned Punk dovete alzare il volume!
In questi due anni di Marijuanal potete dire di aver fatto passi in avanti per quello che riguarda l’insieme sonoro? Il suono cioè a cui aspirate? E a chi si ispira questo suono che ricercate?
Noi definiamo Stoned Punk il nostro stile, nonchè proprio una forma di pensiero ed in questi due anni abbiamo cercato e cerchiamo tutt’ora di evolvere il suono, di spostare l’asticella sempre più in alto, oltre ad esplorare soluzioni che specie per il popolo occidentale (soprattutto in italia) potrebbero suonare quasi “inedite”. Avendo influenze che sono davvero estreme tra di loro (hip hop, punk, metal, electro, hardcore,indie, etc.) oltre al japanese rock (“colpa” del bassista), potete ben capire che definire i Marijuanal una band “Punk” è parecchio riduttivo. Non neghiamo la sua importanza ma di sicuro non ci definiamo nè vogliamo essere una band che suona esclusivamente quel genere.
Voi cantate in inglese perché “nell’italiano non vi riconoscete”… cioè?
Non ci riconosciamo nel cantato in italiano perchè non fa parte del nostro modo di essere, troviamo che in alcuni generi l’inglese sia migliore e più funzionale per i nostri gusti. Inoltre il nostro interesse è rivolto verso il mercato internazionale, siamo cresciuti ascoltando prima le band cantare in lingua anglosassone e dopo quelle in italiano. Forse le cose sarebbero state diverse se fosse stato il contrario ma alla fine restano solo supposizioni. Possiamo affermare che ora come ora cantare nella nostra lingua per i Marijuanal occupa l’ultimo posto.
Ora è uscita, per Natale, “Merry Kiss My Ass”, come è nata? Ricordiamo che è stata mixata e masterizzata da Joel Evenden, un grande che ha lavorato con BB King, Eric Clapton e molti altri…
Merry Kiss My Ass è nata verso fine ottobre 2014 (non è un errore!), volevamo partecipare ad un concorso inerente il Natale 2014 ma alla fine sfighe varie ci impedirono di partecipare. Nel 2015 abbiamo iniziato a lavorarci dietro in maniera davvero intensiva, facendo tantissima pre-produzione, ascoltando ore e ore di demo, modificando di volta in volta quello che non ci convinceva. Lavorare con Joel Evenden è stato uno spasso, abbiamo scelto lui perchè cercavamo un suono vicino allo standard richiesto dalle etichette major, inserendo inoltre un sound tipicamente di scuola punk asiatica. Lo stesso Joel è rimasto soddisfatto del risultato ottenuto, oltre ad aver lavorato con entusiasmo, perché poche volte ha ricevuto richieste “fuori dal seminato”. Crediamo che le differenze tra Stoned Punk e Merry Kiss My Ass siano evidenti.
Con questa canzone avete realizzato anche un video, un po’ provocatorio il cui regista è Andrea Bonfanti. Sceneggiatura, idee… come sono venute alla luce?
Andrea Bonfanti è un ragazzo dotato di un talento spaventoso ed è una grandissima persona. Il video prende spunto dai film trash cinepanettoni che ogni anno il cinema italiano propone. La sceneggiatura e le idee a dire il vero sono state la parte più facile in quanto ci siamo limitati a rendere visibile quanto è descritto nel testo, la parte difficile è stata rendere godibile ogni singola scena e le persone che ci hanno aiutato durante le riprese sono state eccezionali. Vogliamo ringraziare di nuovo i familiari ed amici di Spear (voce, chitarre, e-drum) per averci aiutato durante le riprese, rendendo quel giorno un qualcosa di folle, divertentissimo e che avremmo voluto non finisse mai. Più che provocatorio la storia narra di alcune situazioni/personaggi nelle quali moltissime persone si potrebbero riconoscere, il tutto in chiave tragico-comica ma allo stesso tempo, in alcuni contesti, anche abbastanza reale.
Voi avete iniziato come band punk, rock, metal e adesso vi state indirizzando verso un genere più rock… Molte rock band portano avanti anche un messaggio sociale, qual è il vostro?
Stiamo un po’ cambiando genere per varie ragioni: una è data dal desiderio di migliorarci sempre più come compositori e musicisti, poi c’è da considerare che noi per primi non ci vogliamo annoiare nel suonare canzoni in pratica tutte uguali, vogliamo evolvere sempre di più questo suono. Ci piace suonare qualche canzone veloce, è innegabile, ma allo stesso tempo vogliamo esplorare nuove soluzioni che per il momento non abbiamo usato. Non abbiamo nessun messaggio sociale da tramandare ai posteri perchè non abbiamo questa pretesa e tra l’altro questa scelta è frutto di una decisione ben precisa che abbiamo fatto sin dall’inizio di questa avventura.
Prima di lasciarci, raccontateci quali progetti avete in serbo per il nuovo anno… c’è in vista un nuovo EP? Qualche sorpresa?
Riallacciandoci alla domanda precedente abbiamo in mente un paio di opzioni. La più ambiziosa è quella di uscire con un Ep di 4 pezzi, altre opzioni sono un Ep di 3 pezzi o un nuovo singolo (quest’ultimo comunque è incluso nelle altre due opzioni). Il suono sarà ancora diverso sia Stoned Punk che da Merry Kiss My Ass, così come lo stile. Stiamo negoziando con uno studio con il quale ci piacerebbe davvero tantissimo lavorare, la persona a capo di questo studio è in parte “colpevole” di alcune scelte stilistiche dei Marijuanal. Vogliamo ringraziarti di cuore per lo spazio concessoci e vogliamo salutare tutti i lettori di questa nostra intervista.
Grazie ai Marijuanal che ci hanno dedicato un po’ del loro tempo. Merry Chr…ops… Merry kiss my ass! 😉